Ecomostro nelle campagne di Pompei: demolito dopo 25 anni

Lo scheletro di una villetta doveva essere abbattuto dal 1999: era a poche centinaia di metri dagli scavi

L'ecomostro nelle campagne di Pompei
L'ecomostro nelle campagne di Pompei
di Dario Sautto
Martedì 28 Marzo 2023, 11:31
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Per 25 anni, lo scheletro di un ecomostro ha deturpato il paesaggio delle campagne pompeiane, a poche centinaia di metri dal confine dell'area archeologica. Ieri è stato completato l'abbattimento di una villetta abusiva mai completata, che si trovava in un fondo agricolo in via Crapolla II traversa, nella periferia nord di Pompei. L’area sulla quale era stato costruito fu dichiarata di notevole interesse pubblico poiché in zona sismica, protetta da vincoli paesaggistici-ambientali.

Con sentenza del 1999, la sezione distaccata di Pompei del tribunale di Torre Annunziata aveva sancito che quell'ecomostro andava abbattuto perché completamente abusivo.

A distanza di anni, dopo l'accelerazione data negli ultimi anni, la Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Matteo De Micheli) ha dato esecuzione all'ordine di demolizione procedendo all'abbattimento della villetta abusiva di due piani. Un edificio per una superficie coperta di 224 metri quadrati al piano terra, ulteriori 189 metri quadrati al primo piano, con un’altezza complessiva di 6 metri e mezzo ed un volume fuori terra di 1.500 metri cubici. Inoltre è stata demolita anche la sua struttura di fondazione, costituita da una platea di cemento armato alta circa 50 centimetri. L'intervento delle forze dell'ordine permise già a fine anni '90 di porre sotto sequestro lo scheletro dell'edificio, che da allora non è mai stato completato né demolito, diventando un vero e proprio ecomostro, un monumento all'abusivismo edilizio tra le campagne pompeiane.

La demolizione è stata eseguita direttamente «da parte del proprietario del manufatto abusivo, in regime di autodemolizione, senza anticipazione di spese da parte del Comune interessato e della Cassa Depositi e Prestiti» come spiega in una nota il procuratore Fragliasso. 

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