Pompei, nuovi reperti nei cunicoli sequestrati ai tombaroli

I reperti sono stati trovati in posizione capovolta lungo le pareti di un ambiente che faceva parte dei quartieri servili

I tesori di Pompei
I tesori di Pompei
di Dario Sautto
Giovedì 23 Marzo 2023, 07:03 - Ultimo agg. 24 Marzo, 07:21
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Ripartono gli scavi e il sito di Civita Giuliana regala subito nuove scoperte. Da meno di un mese, in piena sinergia tra Procura di Torre Annunziata e Parco Archeologico di Pompei, sono riprese le attività di scavo nella villa romana strappata ai saccheggi dei tombaroli. In poche settimane, gli archeologi hanno già trovato nuovi ambienti inesplorati e reperti perfettamente conservati tra stoviglie e coppe in ceramica comune e da fuoco.

I reperti sono stati trovati in posizione capovolta lungo le pareti di un ambiente che faceva parte dei quartieri servili del vasto complesso residenziale. «Questi ritrovamenti dimostrano l'impegno e la capacità dello Stato di arginare la piaga degli scavi clandestini e del commercio di beni archeologici e costituisce una importante risposta allo scempio perpetrato negli anni dai tombaroli», dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Dal 2017, quando l'intera area è stata sequestrata dalla Procura, sono state tante le scoperte che ha regalato il sito di Civita Giuliana. Un carro cerimoniale decorato con rilievi d'argento, una stalla con un sauro bardato, due vittime dell'eruzione di cui furono eseguiti i calchi, una stanza dove abitavano tre schiavi, forse una piccola famiglia, il nome di una bimba inciso su una parete sono stati trovati nella vasta villa romana che si trova all'esterno della mura dell'antica Pompei.

Ma l'elenco di scoperte potrebbe ancora arricchirsi.

Negli ultimi giorni, infatti, è stata ritrovata una nuova stanza e, soprattutto, il Comune di Pompei ha chiuso la strada dando così la possibilità agli archeologi di effettuare gli scavi sotto la sede stradale che in pratica divide la parte nobile della grossa villa di epoca romana dagli ambienti della servitù. Lì sotto la strada è l'ipotesi potrebbe trovarsi la stanza che cercavano i tombaroli per conto della camorra, che era interessata al recupero di una biga romana: un reperto unico e dal valore inestimabile, di cui hanno parlato anche alcuni collaboratori di giustizia, ma che non sarebbe mai stato estratto per il rischio di crolli causato dai cunicoli clandestini. Dettagli emersi nel corso delle indagini e poi del processo che ha portato alla condanna di due tombaroli.

Nel frattempo, gli scavi clandestini sono stati interrotti, anche grazie a un protocollo d'intesa tra la Procura di Torre Annunziata e il Parco Archeologico di Pompei, siglato nel 2019 dall'allora direttore Massimo Osanna, ora direttore generale Musei, e dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli. L'accordo, rinnovato nel 2021 dal direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel e dal procuratore Nunzio Fragliasso, prevede sforzi congiunti per contrastare gli scavi clandestini nei dintorni di Pompei e per indagare e valorizzare scientificamente i siti sottratti ai tombaroli, grazie anche al supporto del Nucleo Tutela patrimonio culturale Campania e del Nucleo investigativo dei carabinieri di Torre Annunziata, questi ultimi sempre presenti nel corso anche degli attuali scavi. 

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«Il cantiere di Civita Giuliana ha consolidato un approccio innovativo allo scavo che vede istituzioni differenti muoversi fianco a fianco» afferma Osanna. «E le scoperte - spiega Zuchtriegel - confermano l'importanza di ampliare ancora l'area di scavo, affinché il sito di Civita Giuliana possa entrare a pieno titolo nei circuiti di visita del sistema Pompei». «Stiamo coniugando le ricerche archeologiche con le attività investigative, in un vero e proprio accordo pilota che si è rivelato uno strumento formidabile per il contrasto alle attività clandestine di scavo» sottolinea il procuratore Fragliasso. E gli scavi alla ricerca della biga proseguono. 

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