Roghi e spari su auto: torna il racket flegreo

A Pozzuoli crivellata di colpi la vettura di un imprenditore. Quarto, gazebo a fuoco

Racket a Quarto
Racket a Quarto
di Gennaro Del Giudice
Domenica 28 Maggio 2023, 10:02 - Ultimo agg. 29 Maggio, 15:51
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Un'auto crivellata di colpi da arma da fuoco e il gazebo di una caffetteria dato alle fiamme. Due episodi avvenuti in un fazzoletto di territorio di pochi chilometri compreso tra Quarto e Pozzuoli, asse sul quale si muovono i clan per infiltrarsi negli appalti, imporre il pizzo ai commercianti e controllare il traffico e lo spaccio di droga.

Scenario che si presenta sullo sfondo al raid che nei giorni scorsi ha visto i sicari entrare in azione a Pozzuoli, dove nel mirino è finita l'utilitaria di un imprenditore edile che è stata colpita da numerosi proiettili.

L'auto era parcheggiata sotto l'abitazione quando gli spari hanno rotto il silenzio della notte.

Amministratore delegato di una Spa impegnata da anni nell'area flegrea in lavori edili, tra cui gli interventi di recupero e valorizzazione del lotto I del Rione Terra di Pozzuoli, relativi al fabbricato Vescovile e alla Chiesa del Coretto, ha raccontato di non aver ricevuto richieste estorsive. Sull'episodio indagano i carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Pozzuoli. L'azienda, con sede tra Pozzuoli e Quarto, nel 2013 finì al centro di una vertenza con decine di lavoratori che protestarono per il mancato pagamento degli stipendi, conseguenza dei ritardi nell'erogazione di fondi da parte della Regione.

Dopo gli spari contro l'auto, ieri notte un nuovo inquietante episodio: l'incendio del gazebo della "Caffetteria Principe" di Quarto, nei pressi del bivio, ad angolo con corso Italia. Qui due uomini incappucciati hanno cosparso di liquido infiammabile la struttura in alluminio e teloni ed hanno appiccato il fuoco. In pochi minuti le fiamme hanno divorato l'intero gazebo e per domare le fiamme è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco arrivati da Pianura. Sul posto i poliziotti del Commissariato di Pozzuoli che indagano sul raid di chiara matrice dolosa: dalle telecamere del sistema di videosorveglianza del locale, infatti, si sono visti due uomini appiccare le fiamme e darsi alla fuga. Anche in questa occasione il titolare ha negato di aver ricevuto richieste di tipo estorsivo o minacce nei giorni precedenti, per poi denunciare l'episodio attraverso i social dando sfogo alla rabbia: «Con un atto doloso, come si evince dalle immagini delle telecamere, due balordi danno fuoco al mio gazebo, solo una cosa vi voglio dire, che lo rifarò di nuovo e voi non dovete trovare le medicine per curarvi».

Due episodi che per tempi, modalità e luoghi potrebbero essere ricondotti a un movente analogo, in un territorio dove è in atto una riorganizzazione dello storico gruppo dei "compagni del bivio" sull'asse Quarto-Monterusciello che si starebbe muovendo per nome e per conto del cartello dei Cerrone-Longobardi, sodalizio che dai primi anni duemila ha fatto capo al boss Salvatore Cerrone, oggi sottoposto alla misura di sicurezza della casa lavoro in Friuli dopo aver scontato quattordici anni di carcere duro e che nei prossimi mesi farà ritorno a Quarto; e a Gennaro Longobardi, capoclan di Pozzuoli, detenuto dal 2018 e che sta scontando una pena di tredici anni per estorsione. Personalità che hanno dato vita, negli anni, a sodalizi criminali capaci di cambiare pelle e alleanze, restando sempre radicati sui territori di Quarto e Pozzuoli. Cerrone, da sempre "braccio armato" di Longobardi e capace di tessere rapporti anche con i maranesi, il secondo a più riprese alleato con i Beneduce con i quali è stato protagonista di diverse faide, su tutte quella del 2008 che vide anche il coinvolgimento dei Pagliuca-Sarno.
 

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