Revenge porn a Torre Annunziata, 15enne ricattata dall'ex fidanzatino: «In chat le tue foto intime»

Ci sarebbero stati anche incontri tra i papà dei due ex fidanzatini, con la richiesta di interrompere l'assillante invio di messaggi con minacce a sfondo hard

Ricattata a 15 anni dall'ex
Ricattata a 15 anni dall'ex
di Dario Sautto
Giovedì 23 Febbraio 2023, 11:05 - Ultimo agg. 14:20
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«Revenge porn» per minacciare l'ex fidanzatina: a processo un 22enne, che avrebbe costretto la minorenne ad avere rapporti sessuali con lui. Dopo la fine della relazione tra i due, avrebbe creato un gruppo su WhatsApp per denigrare la ragazzina e diffondere foto intime della vittima, all'epoca dei fatti appena 15enne. E tra gli invitati in quel gruppo, insieme a una serie infinita di sconosciuti, c'erano anche il fratello e il papà della minorenne. Gli episodi, ripetuti, si sarebbero verificati tra il 2021 e il 2022 a Torre Annunziata e a processo, dinanzi al tribunale oplontino, c'è il ragazzo oggi 22enne. Durante la prima udienza, che si è celebrata ieri mattina dinanzi al collegio di giudici del tribunale di Torre Annunziata (presidente di collegio Antonio Fiorentino, a latere Maria Camodeca e Gabriella Ambrosino), sono stati ascoltati il papà e il fratello della ragazzina, testimoni dell'accusa (pm in aula Mariangela Magariello per la Procura di Napoli). Le indagini sono state condotte dal commissariato di polizia di Torre Annunziata e coordinate proprio dalla Procura napoletana, che contesta i reati di violenza sessuale su minorenne e diffusione di materiale pedopornografico, accuse per le quali il 22enne è a piede libero. Questa seconda tipologia di reato fa sì che scatti la competenza distrettuale, dunque il fascicolo delle indagini è stato incardinato presso la Procura di Napoli, anche se il processo verrà celebrato per intero a Torre Annunziata. 

«Se non torni con me, pubblico quelle foto», era il messaggio più volte inviato alla ragazzina (oggi 17enne) dal giovane. Assistito dall'avvocato Anselmo D'Agostino, l'imputato ha sempre negato di aver diffuso quelle immagini.

E in effetti, ieri mattina il papà e il fratello della ragazzina hanno negato entrambi di aver visto fotografie della 15enne all'interno di quell'insolito gruppo WhatsApp denominato «foto nuda di Maria» (il nome è ovviamente di fantasia). Dalle testimonianze, però, è emerso un accanimento insolito del 22enne nei confronti dei familiari dell'ex fidanzatina, spesso contattati con profili fake attraverso le varie chat di Instagram e Facebook, insultati e minacciati. «Nei messaggi anonimi mi dicevano di non uscire di casa, altrimenti mi avrebbero picchiato. Ma io non capivo il perché» ha detto il fratello della ragazzina rispondendo alle domande di pm, giudice e avvocato, precisando anche di non essere «mai stato aggredito». «Non ho mai visto le foto di mia sorella, lei ha sempre negato di averne fatte» ha aggiunto il giovane testimone. Nel frattempo, però, tra la denuncia e il delicato incidente probatorio al quale è stata sottoposta, la minorenne ha spiegato quanto le era accaduto. Non solo il 22enne avrebbe diffuso delle immagini di lei nuda «che però ho cancellato» ha detto la ragazzina, ma l'avrebbe costretta «più volte ad avere rapporti sessuali». Una circostanza che, vista la differenza di età tra i due, potrebbe pesare molto per il 22enne, che attualmente è disoccupato, dopo aver lavorato in più occasioni, come dimostrato dal suo difensore. 

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Acquisiti dai giudici anche gli screeshot del gruppo WhatsApp nel quale si annunciava la diffusione di quelle immagini della ragazzina. Invece, nel corso delle indagini, dal telefonino dell'imputato è stato riscontrato l'invio di alcune immagini tra lui e la ragazza, che poi sono state cancellate da entrambi, il che ha reso impossibile il recupero. Secondo l'accusa, si trattava di immagini intime, che ritraevano i due ex fidanzati insieme. Secondo la difesa, però, non si può stabilire di che natura fossero le immagini, se semplici selfie oppure vere e proprio fotografie hard. Maggiori chiarimenti arriveranno nel corso delle prossime udienze del processo, fissate a maggio, quando sarà ascoltato anche il consulente delle Procura di Napoli che ha effettuato la copia del contenuto del cellulare dell'imputato. Ci sarebbero stati anche incontri tra i papà dei due ex fidanzatini, con la richiesta di interrompere l'assillante invio di messaggi con minacce a sfondo hard nei confronti della 15enne. Alla prossima udienza, i giudici decideranno se ascoltare come testimone un'altra ragazzina, anche lei minorenne e amica della presunta vittima del ricatto a sfondo sessuale. Una richiesta avanzata dal difensore dell'imputato, visto che è stata citata più volte nel corso dell'incidente probatorio come testimone di quanto accaduto. 

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