Bimba ferita a Sant'Anastasia, la testimonianza del soccorritore: «Urlava e perdeva sangue, così ho salvato la piccola»

Filippo Di Pascale, ambulante di 34 anni, ha portato in ospedale le vittime della sparatoria

Filippo Di Pascale, l'ambulante che ha soccorso i feriti
Filippo Di Pascale, l'ambulante che ha soccorso i feriti
di Daniela Spadaro
Mercoledì 24 Maggio 2023, 23:32 - Ultimo agg. 26 Maggio, 07:11
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«Un miracolo, è stato un miracolo vedere quella bimba ferita alla testa entrare camminando sulle sue gambe al Santobono». A parlare, ancora sconvolto e molto provato, è Filippo Di Pascale, un venditore ambulante di 34 anni che l’altra sera stava festeggiando il compleanno di una dei suoi quattro figli al bar Italia, in piazza Cattaneo a Sant’Anastasia. Pochi metri più in là, fuori dalla pasticceria Altamura, alcune persone si intrattenevano a chiacchierare, gustando un dolce o un gelato. Tra loro una famiglia, mamma, papà e due bambini.

«A un certo punto ho sentito una raffica di colpi, mi sono guardato in giro e ho visto una bambina che perdeva sangue dalla testa, con padre e madre, feriti anche loro, che tentavano di soccorrerla – racconta Filippo – Ho visto gente che urlava e piangeva e il papà della piccola che tentava di portarla all’auto. Non ho avuto esitazioni, gli ho detto di darmi le chiavi, mi sono messo alla guida e abbiamo iniziato la corsa verso il Santobono. Erano tutti e tre coscienti, impauriti, terrorizzati. Poi ho visto la bimba entrare al pronto soccorso camminando. Allora ho pensato che i miracoli esistono. Non ho dormito questa notte, sono talmente scioccato che credo non dormirò per molto tempo». 

A Filippo che non ha avuto esitazioni ad aiutare la piccola e i suoi familiari, senza attendere un’ambulanza e senza perdere minuti preziosi, il sindaco di Sant’Anastasia ha annunciato che sarà conferita un’onorificenza. Sembra scontato aiutare il prossimo ma non sempre lo è, soprattutto in situazioni in cui molti preferiscono voltarsi dall’altra parte. Era da tanto, dagli anni ’90 perlopiù, che a Sant’Anastasia non accadeva un episodio simile, da quando precisamente era in atto una guerra di camorra tra clan rivali che vide l’asfalto della cittadina vesuviana insanguinato sempre più di frequente, giorno dopo giorno. Qui, stavolta, la camorra non c’entra, non è stato un regolamento di conti ma la rappresentazione plastica di una gioventù deviata che da paesi vicini arriva in sella a moto con armi e mitragliette. Per ogni evenienza, dovessero mai servire per farsi «rispettare». 

«Si azzuffano, usano pistole, dovrebbero essere per primi i genitori a controllare», dicono alcuni anziani che frequentano la piazza teatro della «stesa». «Attendiamo notizie della bimba, siamo a disposizione della famiglia – dice intanto Carmine Esposito, sindaco di Sant’Anastasia –.

Le immagini del nostro sistema di videosorveglianza sono state subito fornite alle forze dell’ordine ma intanto sto preparando una lettera per la prefettura e una per il ministero dell’Interno perché i fenomeni di devianza giovanile sono un’emergenza che deve vederci tutti uniti e per quanto mi riguarda sarò in prima linea: questo non è il tempo delle polemiche ma dell’unità, dobbiamo fare fronte comune perché non accada più. Ora prego per la piccola, spero superi in breve tempo questo orrore». 

 

Dal Pd locale, all’opposizione a Sant’Anastasia, arriva nel frattempo la richiesta di discutere in consiglio comunale «la delicata situazione di malessere sociale in cui versa il territorio». Mentre sui social si rincorrono post e commenti e in tanti si perdono in polemiche, su questo fronte si esprime padre Gianpaolo Pagano, rettore del Santuario di Madonna dell’Arco. «Non sono d’accordo con chi ora parla del nostro come un “territorio complicato” - dice il priore –. A Sant’Anastasia episodi di criminalità di questo tipo non si vedevano da decenni. Quanto accaduto mi sembra piuttosto figlio di un tempo complicato dove le nuove generazioni appaiono incapaci di gestire rabbia, emozioni, addirittura la noia. Non possiamo che stringerci alle vittime di questi episodi delinquenziali». 

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La famiglia della piccola ferita, madre e padre colpiti a loro volta, è di Pollena Trocchia ed è il sindaco Carlo Esposito ad augurarsi che sia fatta giustizia. «Conosco la famiglia, sono persone splendide verso le quali provo affetto – dice il primo cittadino di Pollena – le abbraccio a nome di tutta la comunità». In tanti hanno detto la loro: dal presidente Vincenzo De Luca al deputato Pd Marco Sarracino al capogruppo regionale della Lega, Severino Nappi che auspica un «percorso comune per garantire sicurezza ai nostri territori». E da Roma, dove si sta svolgendo l’assemblea della Cei, il vescovo di Nola, Francesco Marino, esprime vicinanza alla famiglia colpita. «Nessuno ceda all’omertà o alla paura – aggiunge il vescovo – adoperiamoci tutti per costruire una società dove i giovani crescano nel ripudio della violenza e dell’atteggiamento camorristico». Frattanto a Sant’Anastasia permane lo sgomento per una violenza ingiustificabile che troppo spesso, come in questo caso, tocca persone innocenti. 

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