Tribunale di Nola, scontro tra avvocato e giudice e sciopero della camera penale

La discussione tra l'avvocato e il giudice iniziato nell'aula del tribunale di Nola hanno portato alla proclamazione di uno sciopero

Tribunale Nola
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Giovedì 24 Novembre 2022, 18:50 - Ultimo agg. 18:51
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Un vivace scambio di battute tra avvocato e giudice iniziato nell'aula del tribunale di Nola è proseguito fra relazioni ed esposti, che hanno portato a prese di posizione delle organizzazioni di appartenenza e addirittura alla proclamazione di uno sciopero da parte della camera penale per il 5 dicembre. È accaduto nel corso di un processo per minacce con l'uso di armi con un unico imputato.

La tensione è esplosa tra il difensore di quest'ultimo, Paola Caruso, iscritta al Foro di Nola, e il giudice onorario Rossana Ferraro, che peraltro è anche avvocato iscritto al Foro di Santa Maria Capua Vetere, nell'udienza del 14 novembre scorso, durante l'esame dell'imputato, quando quest'ultimo ha iniziato a parlare, su domanda del legale, della perquisizione effettuata a casa sua dai carabinieri che cercavano (e non hanno trovato) l'arma usata. Il giudice, come emerge dalla relazione di servizio, ha stoppato l'imputato, e con ordinanza istruttoria ha disposto che non si parlasse della perquisizione, essendo circostanza che esulava dal capo di imputazione, ma anche per evitare affermazioni «sconvenienti» e «offensive» verso l'Arma, memore di quanto accaduto in un'udienza precedente, quella del 13 giugno, in cui il giudice riferisce - stando alla relazione di servizio - che l'imputato aveva già offeso i carabinieri a proposito della perquisizione, tanto che nell'udienza del 14 novembre - annota il giudice - l'imputato chiede poi scusa.

Lo stop imposto dal giudice all'imputato fa infuriare l'avvocato Caruso, che secondo quanto riportato nella nota della Camera Penale di Nola (affissa e pubblicata in tutti i palazzi di giustizia italiani e inviata alle sedi istituzionali), «tenta di spiegare le ragioni della rilevanza delle argomentazioni, ma viene zittito dal giudice che, con toni concitati e fare dispotico, non ha permesso di concludere una serena interlocuzione»

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