Nella Solfatara appena «liberata» l'epicentro di un'altra forte scossa

Nei Campi Flegrei la terra continua a tremare

Nella Solfatara appena «liberata» l'epicentro di un'altra forte scossa
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 11 Gennaio 2023, 08:57
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I Campi Flegrei tremano ancora. Non che si siano mai fermati dal 2005, cioè da quando è iniziata la crisi bradisismica in atto, ma la scossa di ieri registrata alle 14.02, stando alle testimonianze dei cittadini flegrei lasciate su gruppi social molto seri, l'hanno avvertita davvero in tanti. L'evento sismico accompagnato da un boato è stato registrato dalla Sala Operativa dell'Osservatorio Vesuviano che ha fissato la magnitudo di durata pari a 2.0 (±0.3, cioè con un errore di più o meno 0.3), a una profondità di 2 chilometri e 900 metri con epicentro proprio al centro della Solfatara, dissequestrata lunedì a cinque anni di distanza dalla tragedia del 12 settembre 2017 in cui morirono tre persone tra cui un bambino. Sebbene la magnitudo appaia bassa e soprattutto l'ipocentro sia più profondo rispetto ad altri sismi più recenti e superficiali, l'evento sismico è stato ben avvertito dalla popolazione in particolare dagli abitanti di gran parte di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Cuma, Licola, Quarto, e nei quartieri di Napoli Bagnoli, Agnano e Fuorigrotta.

«La magnitudo sembra sottostimata, avrei detto almeno magnitudo 3 per come ha vibrato casa» scrivono sul gruppo Quelli della zona rossa, molto frequentato anche da addetti ai lavori sempre pronti a spiegare a chi vi è iscritto la complessa dinamica dell'area. Opinione condivisa da centinaia di persone che non si spiegano come mai sembrasse più forte di quella dell'8 gennaio, che era stata di magnitudo 2.4 con epicentro in fase preliminare localizzato in zona Solfatara, e poi con la revisione fissato a Quarto, quindi perfino più distante. Mauro Di Vito, direttore dell'Osservatorio Vesuviano dell'INGV, ha più volte rassicurato la popolazione flegrea, spiegando che «la dinamica dei Campi Flegrei è costantemente monitorata dalle reti di monitoraggio dell'Osservatorio Vesuviano, in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione Civile» e che «allo stato attuale non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine, fermo restando che una eventuale futura variazione dei parametri monitorati (sismologici, geochimici e delle deformazioni del suolo) può comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità».

Intanto ieri è stato pubblicato il bollettino settimanale che conferma che nell'ultimo mese si è registrata una riduzione della velocità di deformazione, il cui reale andamento potrà essere valutato con i dati delle prossime settimane.

Nel mese di novembre 2022, in concomitanza con una maggior attività sismica nell'area, c'era stato un aumento della velocità di deformazione. Il valore medio della velocità di sollevamento nell'area di massima deformazione era di circa 15±3 millimetri al mese. Il sollevamento dal gennaio 2011 alla stazione del Rione Terra e di circa 96 centimetri.

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