Il tesoro dei fratelli Pellini: domani la decisione, sit-in ambientalista davanti al tribunale

Confisca da 222 milioni, arriva la sentenza

La protesta delle Mamme di Miriam
La protesta delle Mamme di Miriam
di Pino Neri
Mercoledì 7 Giugno 2023, 07:31 - Ultimo agg. 10:27
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«Prendete la giusta decisione con una mano sul cuore: non restituite i beni ai Pellini». È l'appello rivolto da Dora Venturato, sorella di una ragazza morta di cancro, ai giudici della Corte d'Appello di Napoli che domani dovranno prendere una decisione su un dilemma probabilmente unico nel suo genere: restituire o meno ai Re Mida dello smaltimento di rifiuti, i fratelli Pellini, il tesoro da 222 milioni di euro confiscato ai loro danni dopo la condanna per disastro ambientale aggravato in provincia di Napoli, nei territori compresi tra Acerra, Qualiano e Bacoli. I tempi biblici della giustizia potrebbero aver fatto scattare per decorrenza dei termini l'inefficacia della confisca del tesoro, rimasta ferma al primo grado di giudizio.

Nel frattempo in Terra dei Fuochi si moltiplicano gli appelli a scongiurare la restituzione del patrimonio considerato frutto dell'ecomafia.

Dora Venturato, la giovane donna che si è rivolta ai magistrati d'Appello, è la sorella di Maria, una ragazza di Acerra deceduta a vent'anni per una terribile malattia. Il caso Pellini è molto sentito in Terra dei Fuochi, soprattutto dopo che l'Istituto Superiore di Sanità sancì il nesso di causalità tra l'incidenza dei tumori e la presenza dei rifiuti. Per questo motivo le mamme, i parenti, gli amici dei tanti giovani e giovanissimi morti per il male che non dà scampo si stanno organizzando per manifestare davanti al tribunale di Napoli. Associazione Volontari Antiroghi Acerra, Le Mamme di Miriam, Noi Genitori di Tutti, Guardie Ambientali, Stop Biocidio, Rete di Cittadinanza Attiva e di Comunità, Donne del 29 Agosto.

Sono soltanto alcuni dei raggruppamenti di ambientalisti del Napoletano che hanno già ufficializzato la loro adesione alla manifestazione che si consumerà domattina, proprio mentre i giudici si riuniranno per discutere sulla restituzione del patrimonio confiscato ai Pellini. La manifestazione inizierà alle 9, davanti al Palazzo di Giustizia. «Non possiamo consentire che vengano restituiti ai Pellini beni che sono il frutto del disastro ambientale in provincia di Napoli - il disappunto di Alessandro Cannavacciuolo, leader ambientalista dell'agro acerrano - significherebbe massacrare di nuovo la nostra terra».

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L'istanza alla Corte d'Appello avanzata dai legali dei Pellini, da cui è scaturita l'udienza che si terrà domani, punta a far dichiarare inefficace la confisca del patrimonio decisa in primo grado nel 2019 dal Tribunale misure di prevenzione. L'inefficacia ipotizzata dagli avvocati degli smaltitori di rifiuti si basa sull'ipotesi che sarebbe stato oltrepassato il termine dei 18 mesi per decidere sulla conferma o meno della confisca in sede d'Appello. Dal secondo grado di giudizio, infatti, non è stata ancora emanata una sentenza sul destino del patrimonio, pur essendosi riunita molti mesi fa un'altra sezione della Corte d'Appello proprio per decidere sulla questione. Quest'incertezza potrebbe portare alla restituzione del tesoro. Una prospettiva che per gli ambientalisti equivarrebbe a una sconfitta dello Stato di fronte al disastro ambientale di interi territori dell'area metropolitana di Napoli, reato per il quale i Pellini furono condannati in via definitiva a 7 anni, dalla Cassazione, nel 2017. Nell'elenco del patrimonio da 222 milioni, oltre a elicotteri e auto di lusso, 8 appartamenti a San Felice Circeo, 10 ville a Santa Maria del Cedro, una ad Agropoli, 10 case a Tortora, 3 grandi appartamenti a Roma. Ad Acerra, oltre alle 3 ville in cui vivono i Pellini, ci sono 144 appartamenti, 14 a Caserta e 6 a Pomigliano. Poi pasticcerie, distributori, terreni e 4 aziende di smaltimento rifiuti.

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