Torre Annunziata, morto in mare legato a un masso: colpito alla testa con un martello, potrebbe essere identificato dai tatuaggi

L'ipotesi: delitto al culmine di una lite. Ma non si esclude l'esecuzione di camorra

La spiaggia di Rovigliano
La spiaggia di Rovigliano
di Dario Sautto
Domenica 26 Febbraio 2023, 22:53 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 19:56
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Con una corda al collo e legato a un masso, forse nel tentativo di far sparire ogni traccia del suo cadavere in mare. Nel pomeriggio di ieri un pescatore ha ritrovato il corpo privo di vita di un uomo orrendamente ucciso, mentre sceglieva dove posizionarsi per pescare, lungo la spiaggia delle Sette Scogliere, a Rovigliano, periferia di Torre Annunziata. La testa del morto era sott’acqua e il cadavere appena visibile. Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia di Torre Annunziata per avviare le indagini. 

Una scena raccapricciante, che riporta indietro di trenta o quarant’anni, agli efferati omicidi di mafia e camorra. L’uomo, di un’età apparente fra i trenta e quarant’anni, ha alcuni tatuaggi sul corpo, ma non gli sono stati trovati documenti e fino a notte fonda non era stato identificato. Sulla testa aveva segni di violenza, forse è stato colpito con un oggetto contundente, presumibilmente un martello. Nessuna traccia di coltellate né ferite da arma da fuoco, ma il dettaglio più inquietante è sicuramente il cappio al collo che lo teneva legato alla pietra, quasi a simularne un impossibile suicidio. La Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Giuliano Schioppi) ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di omicidio. Tutte le piste sono al vaglio degli inquirenti, impegnati sia nella ricostruzione del delitto che nell’identificazione del cadavere. La salma, al momento, è a disposizione della magistratura: nei prossimi giorni sarà disposta l’autopsia, per comprendere con certezza se quei segni alla testa possano aver causato la morte di quell’uomo, oppure se sia morto annegato o per altre cause. Possibile, al momento, pure che la vittima possa essere stata stordita o uccisa in un altro luogo e poi trasportata lì con l’intenzione di disfarsi del cadavere gettandolo in mare.

Se inizialmente era stata vagliata anche la pista del suicidio, è chiaro che con il passare dei minuti e dopo i rilievi dei carabinieri e il primo esame esterno della salma da parte del medico legale lo scenario è mutato. Al momento, infatti, non è possibile escludere che possa trattarsi di un omicidio di camorra, seppure consumato con modalità anomale rispetto alle dinamiche degli ultimi decenni, anche se sembra credibile un delitto consumato al culmine di una lite. Un litigio che potrebbe essere avvenuto proprio lì, sulla spiaggia della periferia di Torre Annunziata, oppure altrove.

Nel frattempo, gli investigatori hanno recuperato gli elenchi di tutte le persone scomparse negli ultimi mesi e stanno verificando se le foto possano corrispondere con l’identità del cadavere ritrovato dal pescatore. L’uomo, unico testimone del ritrovamento, è stato ascoltato sul posto dai carabinieri ed è sotto shock: era andato lì soltanto per pescare, ma la sua attenzione è stata subito attirata da quel corpo senza vita che galleggiava in mare. Dunque, ha dato l’allarme e chiesto l’intervento dei carabinieri.

Dai primi accertamenti, pare che il cadavere non fosse in acqua da molto tempo, dunque il delitto potrebbe essere stato consumato nella giornata di ieri. Al vaglio degli investigatori ci sono anche i filmati registrati da alcune telecamere presenti in zona, che potrebbero aver ripreso dettagli utili alle indagini. Da capire se il corpo sia stato trasportato in auto a Rovigliano, oppure se tutti i protagonisti dell’accaduto possano essersi incontrati lì, in un luogo molto isolato e che ieri, di domenica e con il maltempo, era praticamente deserto. Il delitto al momento ha tutti i contorni del classico giallo: cadavere senza nome, circostanze inquietanti e sullo sfondo l’ipotesi – al momento impossibile da escludere – che possa trattarsi addirittura un omicidio di camorra. Il dettaglio del cappio e della zavorra per nascondere il corpo in mare, infatti, ricorda molto alcuni efferati delitti consumati dalla mafia negli anni ‘80. Ma anche un omicidio di camorra più recente, avvenuto a Castellammare, quello di Raffaele Carolei: strangolato in un appartamento a settembre 2012 e poi gettato nel fiume Sarno. Il corpo della vittima non è mai stato ritrovato.

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