Una foca monaca nel Golfo Ritorno dopo mezzo secolo

Avvistata tra Capri e Punta Campanella

La foca monaca avvistata
La foca monaca avvistata
di Massimiliano D'Esposito
Domenica 14 Maggio 2023, 09:29
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Appena il tempo di farsi notare dagli occupanti di una unità da diporto che incrociava in zona e via giù negli abissi dove si sente più al sicuro. È quanto accaduto nei giorni scorsi nello specchio di mare tra Capri e la Punta Campanella di Massa Lubrense, estremo lembo di terra della penisola sorrentina. È qui che è stata vista nuotare una foca monaca.

Per fortuna c'era un telefonino a portata di mano per documentare la straordinaria esperienza, altrimenti in pochi avrebbero creduto a quell'incontro ravvicinato durato una manciata di secondi. È proprio quanto accaduto qualche giorno dopo a chi giura di aver visto la stessa foca (impossibile pensare possa trattarsi di un altro esemplare) nel mare in prossimità di Punta Campanella. Perché può considerarsi un evento eccezionale incrociare una foca monaca nel golfo di Napoli. Tanto che l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), una volta fatte le opportune verifiche, ha diffuso un vademecum contenente le buone pratiche e le condotte da tenere in caso si incrocino esemplari di questa specie. Si chiede, innanzitutto, di «ridurre tutte le fonti di disturbo, rimanere in silenzio ed evitare il contatto fisico e l'inseguimento dell'animale», mantenendo una «distanza di sicurezza di 50 metri, in caso di avvistamenti a terra». Se l'incontro avviene, invece, in mare, è opportuno «spegnere o ridurre la velocità dei motori dell'imbarcazione» e contattare la Capitaneria di porto al numero 1530 e Ispra all'indirizzo mail focamonaca@isprambiente.it.

Intanto c'è chi monitora la zona costantemente per capire se la foca ha scelto di stabilirsi proprio tra Capri e la Costiera e per fare in modo che non venga disturbata. Sono gli operatori e i volontari dell'Area marina protetta di Punta Campanella. La speranza è di un ritorno della specie tra i due golfi. «Diverse testimonianze di vecchi pescatori locali confermano che fino agli anni '30-'40 la foca monaca era ancora presente nelle nostre zone - conferma il presidente del Parco, Lucio Cacace - Qualcuno inoltre giura di averla vista una cinquantina di anni fa nella Baia di Ieranto. La foca monaca vive in grotte e insenature, anfratti di cui la Costiera è piena». Un ritorno che certifica anche la buona qualità del mare che bagna la penisola sorrentina e la costiera amalfitana, confermata dalle bandiere blu attribuite dalla Fee a Massa Lubrense, Positano, Sorrento, Vico Equense e Piano di Sorrento, tutte località che rientrano nel Parco.
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Per garantire la necessaria tranquillità alla foca, come chiarisce il direttore del Parco Lucio De Maio, «è ora fondamentale pretendere un'attenzione ancora maggiore al traffico marittimo ed al rispetto delle regole dell'ente per le tante imbarcazioni che navigheranno lungo questo tratto di mare, affinché mantengano una velocità moderata.

Bisogna prestare la massima attenzione nelle nostre acque e anche nel tratto di mare tra Capri e Punta Campanella, zona di passaggio accertato di grandi cetacei.

A maggior ragione ora con la presenza della foca monaca che, in caso di avvistamento, ricordiamolo ancora una volta, non deve assolutamente essere avvicinata e in alcun modo disturbata. È un animale estremamente schivo e diffidente», evidenzia De Maio. Una specie della quale rimangono ben pochi esemplari considerato che è uno dei mammiferi a maggiore rischio di estinzione. Si stima una popolazione di sole poche centinaia di esemplari che vivono per lo più tra il Marocco e la Mauritania, e tra le isole greche e la Turchia. In Italia, negli ultimi anni, si sono registrati soltanto alcuni sporadici avvistamenti.
 

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