8 marzo, a Napoli una gara per aiutare Mariarosaria: 8 anni e cuore matto

Per salvare la piccola di Castellammare serve un nuovo intervento chirurgico al Boston Children's Hospital

La piccola Mariarosaria con la famiglia
La piccola Mariarosaria con la famiglia
di Massimiliano D'Esposito
Mercoledì 8 Marzo 2023, 07:00 - Ultimo agg. 16:14
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Una gara di solidarietà per aiutare una bambina a superare la grave malformazione da cui è affetta fin dalla nascita e diventare, tra qualche anno, una donna. Gli occhi grandi di Mariarosaria denotano una grande curiosità per la vita, ma anche una forza d'animo non comune in una piccola di appena 8 anni costretta ogni giorno a fare i conti con i limiti imposti da una rarissima cardiopatia congenita complessa, chiamata «trasposizione corretta dei grossi vasi» (Ltga).

Mariarosaria ha già subito due complessi interventi chirurgici al cuore in Italia senza risolvere il problema. Per questo la piccola di Castellammare di Stabia, nonostante un viso dolce nel quale si apre un sorriso che esprime serenità, non ha una vita come i propri coetanei: non può affaticarsi e deve sottoporsi quotidianamente a una terapia farmacologica importante. «Ho dovuto imparare a fare l'infermiera e a volte mi sento come un'alchimista mentre preparo le dosi dei medicinali che deve assumere» confessa mamma Maria Cavallaro. È lei che si prende cura della figlia e che insieme al marito, Giuseppe Graziuso, ha avviato una raccolta fondi per consentire alla figlia di sottoporsi all'intervento che può guarirla. 

L'unico centro specializzato al mondo, però, si trova a Boston, negli Usa. Una struttura dove fin dal 2005 si curano queste patologie. Il Boston Children's Hospital vanta già 166 interventi eseguiti come quello cui deve sottoporsi Mariarosaria, mentre nel resto del mondo l'unica strada seguita è ancora quella del trapianto. Ma servono tanti soldi perché gli specialisti dell'ospedale, il cardiochirurgo Pedro del Nido e il cardiologo Gerald Marx, possano operarla.

Bisogna mettere insieme circa 350mila euro. «Abbiamo già avuto contatti con il professor del Nido e il quadro clinico di Mariarosaria è chiaro - spiega mamma Maria - entro due, tre mesi bisogna intervenire chirurgicamente altrimenti si rischia il trapianto». Bisogna fare presto. Ma prima è necessario disporre della consistente cifra che serve per pagare l'ospedale e tutti gli altri costi. «Facciamo lavori precari e i pochi risparmi che abbiamo non ci permettono di poter sostenere le spese mediche in America - ammette mamma Maria -. Per questo chiediamo l'aiuto di tutti per riuscire a portare Mariarosaria a Boston per regalarle un cuore riparato, ma finalmente funzionante. Ma prima di partire dobbiamo avere i soldi che servono».

Appelli che non cadono nel vuoto. Diversi gli eventi organizzati tra il Vesuviano, l'area stabiese e la penisola sorrentina. Si sono mobilitati anche i tifosi della Juve Stabia, della Turris, del Sorrento e del Pompei con raccolte fondi durante gli incontri casalinghi. Domenica prossima, ancora a Sorrento, con il patrocinio del Comune, dalle 10 alle 18, in piazza Tasso, i volontari dell'associazione «Piccolo Grande Amore» di Santa Maria la Carità venderanno le uova pasquali ed il ricavato sarà destinato alle cure della piccola. Si può contribuire anche attraverso il portale «buonacausa.org» nella sezione «Uniti per il cuore di MariaRosaria». Molte le donazioni giunte ieri, tra le quali una da un milione, tutta però da verificare. 

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«Siamo grati a quanti ci aiutano, anche con poco - le parole commosse di mamma Maria - devo ammettere che quando abbiamo avviato la raccolta fondi non mi aspettavo tanta solidarietà. Da cattolica invito chi si trova ad affrontare una situazione difficile come la nostra a credere nella vita ed a trovare la forza di andare avanti. Quando diagnosticarono la patologia di Mariarosaria già prima che nascesse, qualcuno mi consigliò di interrompere la gravidanza. Io però ho pensato a Madre Teresa di Calcutta che diceva fino a quando ci sarà una mamma che uccide un figlio non ci sarà pace nel mondo. Per questo la mia bimba è venuta al mondo e farò di tutto perché stia bene e possa diventare una donna». 

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