Pompei, suggestione Bob Dylan e Bono Vox sceglie il San Carlo

A Napoli l'unica tappa italiana per il leader degli U2: negli Usa biglietti fino a 3mila euro

Bob Dylan e Bono Vox
Bob Dylan e Bono Vox
di Federico Vacalebre
Domenica 26 Marzo 2023, 00:02 - Ultimo agg. 27 Marzo, 07:28
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Al San Carlo si preparano per l’unica tappa italiana del tour di Bono: gli U2 mancano in città dal 9 luglio 1993, quando misero a ferro e a fuoco lo stadio, che ancora si chiamava San Paolo, con supporter del calibro dei riformati Velvet Underground e di Ligabue. Il loro leader tornerà, trent’anni dopo, senza la sua storica band, il 12 e 13 maggio, con «Stories of surrender», il book tour di Surrender, la sua autobiografia uscita nel novembre scorso per la Mondadori, ad anticipare «Songs of surrender», il quadruplo album in cui il gruppo irlandese rilegge il proprio repertorio, in questi giorni primo nella classifica dei dischi più venduti in Italia.

Mister Vox, all’anagrafe Paul David Hewson, 62 anni, regalerà un reading arricchito da alcune sue canzoni rilette con Gemma Doherty all’arpa, Kate Ellis al violoncello, Jacknife Lee alla batteria. Iniziato l’anno scorso, questo tour anomalo vede il rocker chiacchierare, raccontarsi, spesso con un intervistatore, ma anche esibirsi al microfono, passando dai tre brani proposti a New York ai 17 intonati all’Olympia theatre di Dublino dove in scaletta, tra «Vertigo», «With or without you» e «City of blinding lights» era spuntata anche una «Torna a Surriento» già intonata, con qualche comprensibile problema di accento, nel 2015 a Torino, quando sul palco salì un’intraprendente fan partenopea. Possibile resistere all’ipotesi di rifarlo proprio al San Carlo?

A rendere possibile l’evento, anche gli uffici del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che avrebbe seguito direttamente la trattativa tra il teatro e la Live Nation di Roberto De Luca. E il ministero, intanto, è impegnato anche a mettere a segno un altro colpo, persino più clamoroso volendo, quello di portare Bob Dylan al Teatro Grande di Pompei con la tranche del suo neverending tour dedicato al suo ultimo, magnifico, album, «Rough and rowdy ways». 

Il giro italiano di concerti della leggenda vivente finora ha messo in campo cinque date: il 3 e 4 luglio al teatro degli Arcimboldi di Milano; il 6 luglio al «Lucca summer festival»; il 7 a inaugurare a Perugia la cinquantesima edizione di «Umbria jazz»; il 9 all’auditorium parco della musica di Roma, ultima data del tour europeo, che potrebbe avere una coda, il 10 o l’11 luglio, proprio nella città degli scavi. 

Un evento inseguito da tempo. Era il 2016 quando Massimo Osanna, allora sovrintendente del parco archeologico di Pompei, si propose di ospitare, dopo David Gilmour ed Elton John, proprio l’oggi ottantunenne Robert Allen Zimmerman, l’uomo del triplete: Nobel, Oscar e premio Pulitzer. Il suo successore Gabriel Zuchtriegel ammette la trattativa, ma chiede tempo per vedere come andrà a finire. Al ministero si lavora per portarla in porto, per trovare la quadra con Mimmo D’Alessandro che, con il suo socio Adolfo Galli, ha riaperto Pompei alla musica: da uomo di Somma Vesuviana che ha trovato il successo in Versilia gli è sempre particolarmente caro poter lavorare per la sua terra, nella sua terra. 

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Non a caso sempre al teatro grande di Pompei ha già annunciato, per il 24 luglio, a 48 anni da «Pink Floyd at Pompeii» e a otto dal ritorno tra le rovine romane di Gilmour, l’arrivo di Nick Mason con il suo supergruppo Saucerful of Secrets, nome che è una garanzia di propensione per il repertorio dei primi Pink Floyd, quelli a trazione barrettiana. Con lui Guy Pratt (al basso), Gary Kemp (chitarrista degli Spandau Ballet), Lee Harris (Blockheads) e il tastierista Dom Beken.

Dei 1930 posti a sedere a disposizione già esauriti in soli tre giorni i biglietti messi finora in vendita, lunedì prossimo dovrebbero volar via in pochi minuti gli ultimi duecento (posti laterali) disponibili. Il 25% dei tagliandi è stato acquistato dall’estero, ricordandoci come eventi simili siano davvero motore di un incoming importante, soprattutto se legati a cornici di grande bellezza, ad attrattori di per sé, come possono essere Pompei o il San Carlo. I biglietti per Mason, batterista e unico componente della band inglese dall’inizio alla fine, costano 120, 80 e 60 euro più prevendita, ma il suo tour toccherà altre quattro città italiane con una scaletta dedicata ai primi dischi della band, «The piper at the gates of dawn», «A saucerful of secrets» appunto, e «Ummagumma»: 19 luglio Vicenza, 20 Palmanova, 21 Cattolica, 23 Matera, 26 Gardone Riviera.

Decisamente più cari potrebbero essere i biglietti per le uniche apparizioni italiane di Bono. La prossima tappa del suo «book tour» è in programma al Beacon theather di New York: ieri sera c’erano una trentina di posti ancora disponibili a 615 euro, sul secondary ticketing (fenomeno ormai inarrestabile), si arrivava sino a 2.975 euro.

Ma torniamo a Sua Bobbità, visto finora solo tre volte in Campania: il 21 giugno 1989 allo stadio Simonetta Lamberti di Cava de’ Tirreni (epica la versione di «Pancho and Lefty»); il 25 giugno 1993 al Palapartenope (narra la leggenda che uscito dalla struttura per darsi un’occhiata attorno e, non riconoscendolo, i bagarini abbiano tentato di vendergli il «suo» merchandising falso e che la security lo abbia bloccato perché senza pass); ancora a Napoli, per l’inaugurazione dopo il restauro (che in realtà fu un abbattimento e una ricostruzione) dell’Arena Flegrea il 26 luglio 2001: con un finto Oscar sul palco e «Blowin’ in the wind» come ultimo pezzo.

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