25 aprile a Napoli col pienone ma è beffa infopoint: «Al Comune nessuno conosce le lingue»

25 aprile a Napoli col pienone ma è beffa infopoint: «Al Comune nessuno conosce le lingue»
di Valerio Esca
Lunedì 25 Aprile 2022, 09:00
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«Noio volevam savoir l'indiriss». Era il 1956 quando Totò, nel celebre film Totò, Peppino e la malafemmina si improvvisava poliglotta in piazza del Duomo a Milano per chiedere a un vigile urbano un'informazione. A Napoli, dopo 66 anni dall'opera del Principe della risata, per evitare scene del genere si è deciso di affidare ad una società esterna la costituzione di 4 infopoint. I fondi investiti, non tutti ma una buona parte, serviranno a pagare lo stipendio al personale che dovrà fornire informazioni ai turisti. Per poter avviare il servizio il Comune ha dovuto attingere, attraverso una delibera, al prelievo di 100mila euro dal Fondo di riserva, per mettere a bando alcune prestazioni destinate all'accoglienza turistica, tra cui appunto gli infopoint.

Così è partita questo weekend l'operazione denominata simbolicamente Vedi Napoli e poi torni con l'installazione dei primi 4 punti informativi mobili collocati in zone strategiche della città: la Stazione centrale, l'aeroporto, piazza San Gaetano e piazza del Plebiscito. Ad accogliere i turisti ci sarà personale qualificato che lavorerà 7 giorni su 7 alternandosi su due turni dalle 10 alle 19. In totale saranno 16 persone, due per ogni turno, suddivise in due turni. Fa strano che nel 2022 non ci siano risorse umane interne in grado di dialogare in più lingue con turisti stranieri. Ma tant'è. «Siamo certamente felici per l'apertura di questi nuovi infopoint - sottolineano il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Borrelli e il coordinatore campano del Sole che ride Fiorella Zabatta - senza dubbio è importante implementare le infrastrutture turistiche cittadine, ma troviamo davvero assurdo che tra tutti i dipendenti del Comune di Napoli non si siano trovate figure idonee a ricoprire questo ruolo. È impensabile che la terza città d'Italia non abbia dipendenti che parlano lingue diverse dall'italiano.

O che tra i percettori del reddito di cittadinanza, alcuni stranieri e con importanti titoli di studio, non ci fosse nessuno in grado di parlare inglese e francese, in grado di dare informazioni ai turisti e in grado di distribuire dépliant». 

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L'assessore al Turismo e alle Attività produttive Teresa Armato chiarisce: «Con questi 100mila euro si faranno diverse iniziative, non soltanto gli infopoint. Abbiamo messo a bando tutto il pacchetto. L'obiettivo è rilanciare e investire sul brand Napoli». Mentre sul personale addetto ai punti informativi sottolinea: «Sono andata più volte agli infopoint in questo primo weekend e i ragazzi che lavorano lì parlano quattro lingue, rispondo in francese, tedesco, inglese, spagnolo». Sulla stessa lunghezza d'onda di Borrelli e Zabatta anche il presidente della commissione comunale Cultura e Attività produttive Luigi Carbone. «Ormai è un retaggio del passato che il Comune abbia un grande numero di dipendenti: con i tanti pensionamenti e i mancati concorsi oggi siamo in forte carenza di personale e reperire risorse interne che sapessero parlare le lingue era praticamente impossibile. Era quindi l'unica soluzione praticabile l'affidamento all'esterno, anche perché siamo dinanzi ad una invasione di turisti ed era importante fare presto per farsi trovare preparati». L'amministrazione comunale, di fatto, è stata quasi costretta a ricorrere a un bando pubblico per selezionare queste figure - come rimarcano Borrelli e Zabatta -, una scelta derivante anche dalla mancata programmazione degli ultimi anni, che ha portato una città a vocazione turistica a non essere in grado di offrire servizi e strutture adeguate ai visitatori. 

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