Sepe: «Malavitosi come i topi, hanno case con rubinetti d'oro ma sono costretti a vivere nelle fogne»

Sepe: «Malavitosi come i topi, hanno case con rubinetti d'oro ma sono costretti a vivere nelle fogne»
di Oscar De Simone
Sabato 2 Novembre 2019, 15:39 - Ultimo agg. 16:48
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«Avranno anche le case con i rubinetti di oro ma sono come i topi, sono costretti a vivere nelle fogne per paura, se tutto va bene di fare un bel numero di anni nelle carceri. E quando non va bene si ritrovano al cimitero». Lo ha detto il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, nel corso dell'omelia per la giornata dei Defunti, parlando dei malavitosi. «Chi mette la sua vita a disposizione del male e della violenza, dell'odio e del rancore - ha affermato - fa della sua vita un emblema di quel male che cerca di sopraffare continuamente, già vive l'inferno adesso». «Perché queste organizzazioni malavitose, questi camorristi, questi mafiosi - ha aggiunto - vivono l'inferno».

Riferendosi poi ai parcheggiatori abusivi che hanno aggredito il consiglire regionale Francesco Borrelli, Sepe ha aggiunto: «Questa è gente che ha perso l’uso della ragione e che continua a vivere in un vuoto morale. Speriamo si pentano presto. Sono schegge impazzite che vivono in un vuoto morale e spirituale. Poverini, mi auguro che abbiano ancora tanta coscienza per poter tornare indietro e recuperare la propria dignità umana e sociale».
 

 

«Abbiamo una missione: non dobbiamo chiuderci, ma aprirci al più bisognoso, a chi ha più necessità - ha detto ancora Sepe - quando riusciamo a fare qualcosa per la crescita umana, civile e religiosa per l'altro - ha affermato - allora noi siamo felici. Il bene che state facendo non sarà mai perso: il nostro compito è vivere bene e combattere il male. La memoria dei nostri parenti, i nostri cari, diventa una esigenza del cuore. Questo rapporto che ci unisce perché la morte non è l'ultima spiaggia, la morte è una porta che può introdursi a una vita che non ha fine, resta sempre un legame con tutti noi. Diventa un legame anche fortemente spirituale. Occorre fare una sosta per riflettere e capire la vita di chi ci ha preceduto e i tanti buoni esempi serve per cercare di migliorare la nostra vita».

Questa mattina non si sono registrate difficoltà all’esterno del cimitero di Poggioreale. La circolazione, seppure deviata su via Santa Maria del Pianto, non ha reso problematico il flusso dei pedoni che hanno dovuto fare i conti con i soliti disagi all’interno delle aree sepolcrali. Ma le cose non sono andate meglio altrove. A Fuorigrotta, ad esempio, centinaia di persone hanno trovato le luci spente sulle tombe dei propri cari. Problematica che ancora adesso – dopo quasi un anno dall’interruzione del servizio – manda gli utenti su tutte le furie.
 

«Non abbiamo mai visto un cimitero così. Lo scorso gennaio venimmo a pagare il servizio di illuminazione ma poco dopo lo interruppero. E’ brutto passeggiare tra le lapidi al buio.
Non possiamo rimanere in queste condizioni. Bisogna intervenire subito perché è un oltraggio alla memoria dei nostri cari».

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