Il vescovo di Acerra: no al sito di stoccaggio, la città ha già pagato un prezzo alto

Il vescovo di Acerra: no al sito di stoccaggio, la città ha già pagato un prezzo alto
Venerdì 2 Agosto 2019, 17:14 - Ultimo agg. 17:15
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Anche il vescovo di Acerra (Napoli), monsignor Antonio Di Donna si scaglia contro la realizzazione di un sito di stoccaggio provvisorio in città, «che ha già pagato un prezzo alto» - dice - per far fronte allo stop del termovalorizzatore previsto a settembre. Per il Vescovo «quella che si profila non si può definire 'emergenzà in quanto era una situazione prevista con qualche anno di anticipo».

Monsignor Di Donna invoca il «Signore che dia intelligenza creativa a quelli che ci governano e metta nei loro cuori la ricerca del vero dialogo tra le Istituzioni, perché si parlino e lavorino per il vero bene comune». «La sfida è grande - afferma - e riguarda la salute dei cittadini, in particolare quella dei nostri figli, e riguarda la lotta contro le ecomafie del nostro territorio». Il Vescovo di Acrra aggiunge che «l'attuale cosiddetta 'emergenzà si presenta aggravata a causa dell' altra emergenza di Roma e di altri siti nel Nord Italia», e che quindi la «terra dei fuochi non è un luogo ma un 'fenomenò che sempre più si estenderà al Paese intero».

«La Città metropolitana - prosegue Di Donna - ha individuato i siti per lo stoccaggio dei rifiuti a Giugliano e ad Acerra, città già interessate da un'enorme pressione del ciclo di smaltimento dei rifiuti. Si continua a voler far ricadere i costi ambientali e sociali di questa ennesima crisi su territori che hanno già pagato un prezzo troppo alto. E qui non si tratta di voler seguire la logica 'non a casa mià, perché a casa nostra, cioè ad Acerra, per anni già abbiamo pagato un prezzo alto. Comprendiamo la necessità che si presenta, ma in un anno le Società Provinciali hanno avuto tutto il tempo di studiare le soluzioni migliori, senza pesare sempre sugli stessi territori». Il Vescovoo di Acerra dice di comprendere la «diffidenza dei Comuni», ma lancia un appello a far propria la proposta della Regione, «quella di individuare altre aree per una equa distribuzione di più siti di stoccaggio, purché questo avvenga all'interno di un Piano organico e con garanzie da parte della Regione che i siti non restino tali per anni e che siano poi bonificati». 
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