Acqua, caro bollette a Napoli: «Colpa del canone fisso, faremo ricorso»

Acqua, caro bollette a Napoli: «Colpa del canone fisso, faremo ricorso»
di Valerio Iuliano
Domenica 25 Luglio 2021, 23:04 - Ultimo agg. 27 Luglio, 08:05
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I commercianti napoletani hanno pagato per anni un canone fisso sulla bolletta idrica, nonostante le normative ne avessero decretato l’illegittimità. Ma lo stesso canone veniva addebitato ugualmente sulle bollette. L’Abc, l’azienda che si occupa della fornitura idrica in città, ora riconosce - sia pure implicitamente - l’errore, ma già si annunciano migliaia di ricorsi da parte dei commercianti vessati. 

Una storia grottesca, la cui origine risiede nel meccanismo del cosiddetto “minimo impegnato”, ovvero un quantitativo di metri cubi di acqua che le utenze non domestiche erano tenute a pagare indipendentemente dall’effettivo consumo effettuato, a patto che questo meccanismo fosse previsto dal regolamento. Un canone da versare, senza nessuna correlazione con i quantitativi di acqua che ciascuna utenza consumava. Il “minimo impegnato” fu, però, abolito nel 2017 dall’Arera - l’Autorità di regolazione - con decorrenza dal 1° gennaio 2018. Tuttavia l’iniquo balzello fu addebitato ancora sulle bollette recapitate alle utenze non domestiche dall’Abc. Perfino durante il lockdown i commercianti, pur avendo avuto per mesi i locali chiusi per legge, continuarono a pagare il “minimo impegnato”. A denunciare l’assurdo meccanismo fu il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, spalleggiato dallo speaker radiofonico Gianni Simeoli. «A febbraio 2021 - spiega Borrelli - mandai una nota all’Ente Idrico Campano per segnalare questo sistema tariffario indecente, peraltro già abolito da 4 anni dall’Antitrust. L’Ente Idrico stabilì che era illegittimo. Nel frattempo, i commercianti pagavano di più del dovuto anche quando erano chiusi». Dalla denuncia di Borrelli e del “Mattino” è scaturito un primo risultato. Il cda di Abc ha approvato recentemente le tariffe per il quadriennio 2020-2023. Nella delibera, che prevede l’applicazione del complesso sistema di calcolo fissato dall’Arera, vengono introdotte «alcune novità fondamentali, come l’abolizione retroattiva - spiega Abc - del cosiddetto minimo impegnato a partire dal 1° gennaio 2020». 

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I commercianti, dunque, non saranno più tenuti a pagarlo e, nel frattempo, viene introdotto il meccanismo della retroattività. Ai titolari delle utenze non domestiche dovrà essere riconosciuto, quindi, un rimborso per tutte le somme che hanno versato, nonostante l’illegittimità del “minimo impegnato”. «Le modalità del rimborso - sottolinea Borrelli - non sono ancora chiare. Se hanno introdotto il meccanismo della retroattività è evidente che si sono resi conto di aver fatto una stupidaggine colossale, disattendendo una norma dell’Antitrust di 4 anni fa. Intanto mi chiedo come potranno essere risarciti tutti quegli esercizi commerciali che, nel frattempo, sono stati costretti a chiudere i battenti. Questa battaglia l’abbiamo condotta in solitudine nel disinteresse generale». Borrelli aggiunge di aver già preparato una modulistica ad hoc per tutti gli esercenti che avranno diritto a cospicui rimborsi. Sulle modalità di restituzione del maltolto non ci sono ancora risposte da parte della presidente di Abc Alessandra Sardu. Sfogliando il Testo integrato dei corrispettivi servizi idrici dell’Arera, si ottiene forse una prima risposta plausibile. «Sulle utenze non domestiche non esisterà - scriveva l’Authority nel 2017 - il minimo impegnato di 46 mc per cui sarà restituita la differenza come conguaglio in fattura, per il canone di circa 56 euro a trimestre». I rimborsi per i commercianti potrebbero, quindi, essere effettuati sotto forma di conguaglio. 

Ma, in ogni caso, il condizionale è d’obbligo. Quello che è certo è che i 56 euro per trimestre dal 2018 ad oggi potrebbero determinare rimborsi di notevole entità. E le utenze non domestiche che ne avranno diritto sono forse centinaia di migliaia. «È assolutamente necessario che Abc - sottolinea il presidente regionale di Confesercenti Vincenzo Schiavo - ci faccia sapere qual è la loro strategia aziendale per restituire quello che è stato ingiustamente sottratto alle imprese».  

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