Morto Nando Pennino, il bersagliere pugile patron del “Sarago” per 40 anni

Morto Nando Pennino, il bersagliere pugile patron del “Sarago” per 40 anni
di Francesco De Luca
Martedì 25 Gennaio 2022, 23:56 - Ultimo agg. 26 Gennaio, 07:20
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È morto pochi giorni dopo un amico fraterno. Gianni Di Marzio, napoletano di Mergellina, frequentava spesso il ristorante “Al Sarago” in piazza Sannazaro, aperto nel 1973 da Nando Pennino, scomparso ieri. Per quarant’anni Nando, classe 1941, è stato il patron del locale, dove accoglieva clienti da tutto il mondo, tra i quali personaggi popolarissimi: da Eduardo De Filippo, Sophia Loren e Barbra Streisand al futuro presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e agli atleti. Era amico carissimo di tanti campioni. «Ho perso un fratello maggiore, nel suo ristorante avevo festeggiato tutte le mie vittorie», ha ricordato sui social Patrizio Oliva, campione olimpico e mondiale di pugilato. Fu Corrado Ferlaino, il presidente del Napoli, a suggerire l’ottima cucina del ristorante di piazza Sannazaro ad allenatori e calciatori azzurri. «Cominciai l’attività di ristoratore proprio grazie all’ingegnere, che mi mise a disposizione un locale in Toscana. Poi tornai a Napoli e aprii “Al Sarago”. Il nome lo suggerì Carlo di Nanni, grande figura del giornalismo e del calcio», ricordò Nando alcuni anni fa in un’intervista al “Roma”, dove rivelò la parentela con il regista premio Oscar Francis Ford Coppola: «Sua madre Italia Pennino era la figlia avuta da mio padre Vincenzo in America». 

Fisico possente, Pennino era soprannominato ‘o maresciallo perché era stato sottufficiale dei paracadutisti. Tra i tanti ricordava un lancio: «Quello nel Golfo di Napoli in occasione di un evento organizzato da “Il Mattino”, la Settimana aeromotonautica». Pugile da ragazzo, era arrivato al titolo regionale. Una vita di grandi passioni e soddisfazioni dopo un’infanzia sofferta. La morte della mamma e la partenza del papà per gli Stati Uniti. Nando era cresciuto nel collegio Nazareth di Secondigliano, dove conobbe uno dei finanziatori, l’immenso Fausto Coppi, che fu il suo compare di cresima. L’incontro con il mondo della ristorazione grazie allo chef Loris di Pontremoli. E poi, un giorno di 49 anni fa, rimase folgorato da quel locale in piazza Sannazaro, dove c’era un asilo nido di proprietà di Elvira Iaccarino. «Trovammo subito l’accordo e il 23 febbraio del ‘73 inaugurai il ristorante». Quella sera, tra gli invitati, il comandante Achille Lauro e due glorie dello sport italiano, il calciatore Silvio Piola e lo schermitore olimpionico Edoardo Mangiarotti. I calciatori del Napoli di Vinicio diventarono affezionati clienti. C’era Giorgio Braglia, attaccante eclettico dai lunghi capelli, che ordinava solo il primo piatto e portava da casa il secondo per risparmiare sul conto. Il feeling con Diego Armando Maradona grazie a pasta e patate e spaghetti alle vongole, consumati in un ambiente familiare. «Diego aveva la sua sala, qui nessuno poteva disturbarlo».

Agli inizi del settennato d’oro di Maradona, il patron Nando promise 200 pasti all’azzurro autore del gol della vittoria sulla Juventus. «Segnò Diego e in pratica gliene regalai 2000: qui non pagava mai». A Kabir Bedi offrì gli spaghetti “alla Sandokan” e al principe Filippo di Edimburgo, in una serata di cucina italiana a Toronto, quelli “alla Sarago”. 

Nel 2013 la decisione di chiudere a piazza Sannazaro. Nando aveva continuato a seguire l’attività del figlio Massimiliano nel locale di piazza Vittoria, dove all’inaugurazione si presentarono tanti vecchi amici, tra cui Ferlaino, Vinicio, Oliva e i giornalisti Mimmo Carratelli e Adriano Cisternino. Aveva un pensiero per tutti e ogni giorno inviava su Whatsapp un breve messaggio di saluto: quel buongiorno ci mancherà. 

I funerali di Pennino oggi alle ore 11 nella Chiesa di Piedigrotta.

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