Afghanistan, in Campania le prime famiglie:
saranno accolte in Irpinia e nel Sannio

Afghanistan, in Campania le prime famiglie: saranno accolte in Irpinia e nel Sannio
di Mariagiovanna Capone
Martedì 24 Agosto 2021, 08:00 - Ultimo agg. 25 Agosto, 07:33
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Nelle prossime ore arriveranno in Campania 15 profughi afghani, composti da cinque famiglie. Si tratta solo di un primo gruppo, cui seguiranno altri arrivi che le prefetture stanno coordinando in sintonia con l'Anci, che sta fornendo le indicazioni delle disponibilità delle strutture della rete regionale Sai (Sistema Accoglienza Integrazione). Dopo i dieci giorni di quarantena obbligatori al Residence del Covid Center dell'Ospedale del Mare di Ponticelli, il primo gruppo sarà spostato negli alloggi individuati per ora: 8 persone andranno nella provincia di Avellino e 7 nella provincia di Benevento. Il presidente Anci Carlo Marino ha inviato ai 550 comuni campani le modalità di accoglienza dei rifugiati: «Se un comune è già titolare di un progetto Sai, a cui spetta la priorità di accoglienza secondo le disposizioni del ministero dell'Interno, va comunicata la disponibilità dei posti da mettere a servizio per i cittadini afghani in arrivo nella nostra Regione». Tra questi per ora ci sono Pietrelcina, Torrecuso e Solopaca tra i comuni sanniti, Ariano Irpino, Bisaccia, Sant'Andrea di Conza e Sant'Angelo dei Lombardi (che tra l'altro ospita nuclei familiari principalmente di nazionalità siriana) tra quelli irpini. Se il numero dei posti disponibili nei centri Sai non sarà sufficiente, si allargheranno le richieste alla rete di prima accoglienza. 

Ieri mattina al Palazzo di Governo e in modalità telematica, il vice prefetto vicario Enrico Gullotti ha presieduto al tavolo di coordinamento tra le prefetture della regione dedicato alla questione dell'accoglienza dei cittadini afghani che hanno collaborato con le forze armate e le autorità italiane, il cui arrivo è previsto in queste ore tramite i corridoi umanitari aperti dal nostro Paese.

Un incontro per stabilire le disponibilità di alloggi nelle singole province campane, dove i profughi si recheranno dopo i dieci giorni al Covid center, per il completamento della quarantena. Si è trattata di una prima riunione utile ma non appena arriveranno gli aggiornamenti dai Comuni che ospitano progetti della rete Sai, il numero di afghani aumenterà.

Sulla data di arrivo dei cittadini afghani c'è ancora riserbo, soprattutto per le difficoltà che hanno per raggiungere l'aeroporto in gran parte presidiato dai talebani e perché i nuovi arrivi sono stati assorbiti in gran parte dalle strutture del Lazio, in particolare della provincia di Roma, ma in settimana dovrebbero raggiungere Fiumicino per poi essere spostati nell'immediato al Covid center di Ponticelli messo a disposizione dalla Regione Campania. «Orientativamente in prima battuta si è parlato di un gruppo di 5 nuclei familiari che dovrebbero giungere in Campania, ma al momento non c'è conferma che sia questo il target o se possa poi essere maggiore in relazione alle esigenze che nel frattempo possano emergere. Pertanto su numeri e tempi dell'arrivo attendiamo indicazioni più precise da Roma» spiega il vice prefetto vicario Gullotti. Le varie prefetture «hanno già avviato interlocuzioni, in particolare con soggetti gestori di centri di accoglienza delle rispettive province e hanno reperito una preliminare disponibilità di immobili. Sicuramente si è puntato su soluzioni che garantiscano una certa autonomia trattandosi di nuclei familiari». 

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Non appena i cittadini afghani destinati alla Campania si imbarcheranno su uno dei voli messi a disposizione dal ministero della Difesa, all'Interno arriverà la comunicazione e saranno allertate le prefetture che a loro volta avviseranno i comuni scelti che durante i dieci giorni di quarantena potranno iniziare ad allestire gli appartamenti per le cinque famiglie. Oltre a un alloggio decoroso e al vitto completo, l'accoglienza comprende il servizio di mediazione interculturale, l'assistenza e l'accompagnamento ai servizi sociosanitari e culturali del territorio, il supporto legale ai fini della richiesta della protezione internazionale e dell'ottenimento del permesso di soggiorno. Poi, i gestori del servizio proseguiranno i loro interventi con una costruzione partecipata di percorsi individuali di inserimento socio-economico, compresi corsi di lingua e cultura italiana e ricerca lavoro. Per i rifugiati saranno messi a disposizione naturalmente kit igienici, vestiario indispensabile ai cambi di stagione e l'organizzazione di attività culturali e sportive. Per i più piccoli, oltre a una didattica scolare, anche attività ludiche e di intrattenimento.

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