Anm, solo due commissari in campo: primi ostacoli su sicurezza e pulizie

Anm, solo due commissari in campo: primi ostacoli su sicurezza e pulizie
di Pierluigi Frattasi
Mercoledì 17 Gennaio 2018, 11:08
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Pronta la squadra dei commissari Anm. L'avvocato Francesco Sciaudone ha accettato la nomina da parte del Tribunale fallimentare. Affiancherà il commercialista Massimo Di Pietro, che aveva già detto si. Dopo la rinuncia dell'avvocato Giacomo D'Attorre e la revoca per incompatibilità della commercialista Maria Caputo, per la possibile candidatura di un suo stretto congiunto alle politiche, in gioco erano rimasti in due: Di Pietro, appunto, e Sciaudone, entrambi esperti di diritto fallimentare. E potrebbe essere questa la squadra definitiva. Non è detto, infatti, che il Tribunale proceda alla sostituzione di Caputo. Dopo quasi due settimane, quindi, l'organismo può finalmente insediarsi. E bisognerà fare presto.

Il decreto di nomina risale al 4 gennaio. Da allora è scattato il count down dei 120 giorni per redigere il nuovo piano di risanamento e la proposta di pagamento ai creditori. Sulla scrivania i commissari troveranno le prime patate bollenti. A cominciare dalle proroghe degli appalti scaduti e dagli affidamenti diretti per motivi di urgenza, come le manutenzioni del metrò o dei bus. Per perfezionare gli ultimi atti di amministrazione straordinaria del 2017, infatti, si attendeva l'arrivo dei commissari.

Tra i problemi più urgenti c'è quello del servizio di igiene e sanificazione di mezzi e stazioni Anm. L'appalto affidato alla Samir, da 4,2 milioni - di cui 2,5 milioni per la pulizia di uffici e strutture e 1,6 milioni per quella di metrò e funicolari - è scaduto a dicembre, dopo essere già stato prorogato due volte nel 2017. A settembre,l'Anm ha bandito la gara europea per l'affidamento in un unico lotto del servizio di pulizie per 3 anni, rinnovabili fino a 4. Ma la procedura non si è conclusa. Così, a fine 2017, l'azienda ha avviato la procedura per un'ulteriore proroga, probabilmente fino a marzo. Una decisione che potrebbe essere rafforzata dal parere dei commissari.
 
Il problema è esploso lunedì, quando i lavoratori della Samir, preoccupati da questa situazione, hanno preso d'assalto prima il metrò della Linea 1 e poi la Funicolare Centrale, occupando i binari e bloccando la circolazione per diverse ore. «I dipendenti spiegano dalla Samir sono preoccupati per la corresponsione degli stipendi di gennaio. Finora hanno continuato a lavorare, ma sono in agitazione. La ditta ha garantito tutte le spettanze, compresi tredicesime e straordinari, fino all'inizio di questo mese. Ma attende circa 5 milioni di arretrati dall'Anm. Siamo sull'orlo del fallimento».

Altra grana è quella della guardiania. Il contratto triennale da 7,6 milioni, affidato alla Security Service, scade a fine gennaio. Ma a giugno è stato modificato con un incremento di spesa, rispetto al contratto iniziale, di un milione per andare a coprire anche le nuove stazioni del metrò, appena inaugurate, e altri servizi legati alla sicurezza. Una cifra, però, che ha coperto i costi aggiuntivi solo fino ad aprile. Adesso bisognerebbe autorizzare la spesa anche per il resto dell'anno. Ma anche in questo caso, si tratta di atti straordinari, che richiederebbero l'autorizzazione dei commissari.

Sullo sfondo, poi, altre decisioni, come quella sull'acquisto dei materiali per le manutenzioni. Secondo l'amministrazione Anm, le spese urgenti, per garantire l'esercizio, potrebbero non rientrare tra gli atti straordinari. È il caso dell'acquisto dei dischi freno per i treni della Linea 1. La questione sarà chiarita con i commissari. Intanto, oggi si proverà il tutto per tutto per cercare un accordo con i sindacati sulla procedura degli esuberi. Domani, infatti, scade il termine ultimo per i 194 licenziamenti collettivi. Ma manca ancora un'intesa con i sindacati. L'Anm ha convocato Cgil, Cisl e Uil questa mattina, nella sede di via Marino, per arrivare all'incontro di domani, negli uffici del lavoro della Regione, con una soluzione condivisa.

Non è escluso possa arrivare un'apertura nella direzione dell'ampliamento della quota degli esodi incentivati, che potrebbe essere estesa anche a chi non è stato incluso tra gli esuberi, pur avendo i requisiti per la pensione anticipata. Il piano al momento prevede un massimo di 40 fuoriuscite con prepensionamento per il 2017, mentre la legge regionale fissa la stanghetta per le domande di ogni azienda a 70 unità. In ballo, quindi, 30 dipendenti in più che potrebbero andare a ridurre le quote restanti degli esuberi destinate a mobilità tra le partecipate e riqualificazione.

«Vedremo spiega Natale Colombo (Cgil) se sarà possibile trovare una preintesa. La nostra proposta prevede di sottrarre dai 69 esuberi destinati alla mobilità tra le partecipate, quelli già usciti dall'azienda o che potranno uscire a stretto giro accedendo ai prepensionamenti e al fondo esodi per la Naspi. Vedremo quale sarà la proposta dell'azienda e la valuteremo di conseguenza».

 
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