Arco Borbonico di Napoli, cinque mesi dopo il crollo lavori ancora al palo

Arco Borbonico di Napoli, cinque mesi dopo il crollo lavori ancora al palo
di Gennaro Di Biase
Sabato 29 Maggio 2021, 09:00 - Ultimo agg. 18:49
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Sono passati cinque mesi dalla terribile mareggiata che distrusse l'Arco Borbonico sul lungomare, e non c'è ancora una data fissata per l'inizio effettivo del restyling del monumento. L'Autorità Portuale, allo stato attuale delle cose, ha «ultimato la mappatura dei conci sommersi» e i suoi funzionari, la settimana prossima, incontreranno i funzionari della Sovrintendenza per stabilire modalità e tempi del progetto. Intanto, si lavora anche a un verbale che «potrebbe attestare il coinvolgimento del Comune sulla competenza dell'opera». Al quadro, già intricato, si aggiunge poi un intervento sul molo storico, relativo alla settimana scorsa, che ha riacceso i riflettori e le domande di alcune associazioni e dei cittadini.

Nell'area ancora transennata dell'Arco, sequestrato nei mesi scorsi dalla magistratura dopo il crollo più volte annunciato del monumento poi definitivamente devastato dalle bufere dell'ultimo inverno (a dare il colpo di grazia al molo fu precisamente quella del 2 gennaio 2021), si sono visti degli operai al lavoro nei giorni scorsi. «Siamo preoccupati della qualità del restauro - denuncia Antonio Pariante, presidente del Comitato Portosalvo - Ricostruire il molo con dei basolati che sono stati per lunghi mesi sul fondo del mare, e che sono dunque erosi, potrebbe pregiudicare la buona riuscita del progetto. Inoltre, l'opera originale era realizzata con basolato vesuviano, al contrario della struttura crollata. Inoltre, è tutto fermo anche per il ripristino di Colonna Spezzata». Anche il consigliere regionale Francesco Borrelli chiede chiarimenti: «Sono stato contattato da numerosi cittadini, tra cui anche alcuni architetti, che mi hanno segnalato dubbi sulla corretta esecuzione del restauro conservativo in corso dell'Arco Borbonico di via Partenope a Napoli - scrive Borrelli in una nota inviata al sovrintendente Luigi La Rocca - In particolare, mi segnalano che, allo stato attuale dei lavori, il Molo starebbe perdendo le originali caratteristiche architettoniche, come si evince dall'allegate foto ricevute. Le chiedo pertanto di voler assicurare lo scrivente, ed i cittadini che mi hanno contattato, circa la corretta esecuzione del restauro conformemente alle caratteristiche preesistenti». Non solo i comitati, ma anche diversi cittadini affezionati al patrimonio partenopeo esprimono la loro apprensione per il tema Arco Borbonico. Il dibattito sul destino del molo, non a caso, imperversa anche sui social. «Non intendo contestare la scelta del recupero del materiale crollato, rimettendolo assieme ed eventualmente sostituendo le parti andate irrimediabilmente perdute - dice per esempio Giacomo Diana, reduce da diversi sopralluoghi in zona - Io credo che bisognerebbe focalizzare l'attenzione su un altro punto: se quello che vogliamo ripristinare sia il manufatto grottesco precedente, che ci ha restituito un molo diversissimo dall'originario, di cui ci sono le foto.

Va bene recuperare il molo borbonico, ma dobbiamo chiederci, e questa è la migliore occasione per farlo, se vogliamo o no un molo borbonico coerente con quello storico». Mentre ci si interroga su come dovrà essere l'Arco recuperato, di fatto, al momento non esiste nessun arco, benché dal giorno del crollo a oggi siano passati già cinque mesi. 

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Al di là di opinioni e proposte, la Sovrintendenza chiarisce che «non si è ancora nelle fase dell'inizio delle operazioni. Sul monumento, finora, sono stati eseguiti dei rilievi». Neppure l'Autorità Portuale si sottrae a fornire spiegazioni sullo stato del progetto e sui lavori in zona avvistati nelle ultime ore: «Gli operai sul pontone nei giorni scorsi erano stati incaricati da Città Metropolitana, responsabile delle coste, di ripristinare la barriera di scogli davanti all'Arco - dice Ugo Vestri, dirigente della Security dell'Autorità Portuale - Intanto è stato avviato un procedimento di recupero dei conci sommersi dell'Arco, che sono stati mappati da una ditta specializzata. Ora bisogna passare alla fase successiva, con la Sovrintendenza, con cui è previsto un incontro la settimana prossima, per il progetto di ripristino che verrà realizzato con gli stessi conci che saranno recuperati. Sulla prima pietra non ci sono ancora date certe. Un recupero archeologico è un'operazione delicata. Per quanto riguarda la competenza, dal sistema informatico del Demanio si evince che il bene è escluso dal Demanio Marittimo, di conseguenza potrebbe essere coinvolto anche il Comune. In ogni caso l'Autorità e la Sovrintendenza si sono prese in carico il restyling per la salvaguardia del pubblico interesse». «I rilievi sui conci andati a mare sono terminati - conferma Andrea Annunziata, presidente dell'Autorità Portuale dello scalo partenopeo - La settimana prossima, i funzionari si incontreranno con la Sovrintendenza per stabilire l'inizio dei lavori. Nel frattempo gli uffici stanno lavorando a un verbale per accertare la competenza dell'Arco, che potrebbe coinvolgere anche il Comune». 

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