Chiaia, il caso asfalto in Soprintendenza: «Parere in 10 giorni»

«I sanpietrini non sono nati per sostenere i grandi carichi di traffico delle città contemporanee»

La pavimentazione a Chiaia
La pavimentazione a Chiaia
di Gennaro Di Biase
Domenica 15 Gennaio 2023, 22:42 - Ultimo agg. 17 Gennaio, 08:20
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Asfalto o sanpietrini? Si infiamma il dibattito sulla battaglia dei Gradoni di Chiaia, il cui restyling (90mila euro per il rifacimento del manto stradale) dovrà partire il prossimo 6 febbraio. Dopo la petizione di municipalità 1 e residenti per ottenere una via asfaltata più congeniale al traffico, partirà in queste ore una richiesta scritta del primo parlamentino per ottenere un incontro con la sovrintendenza, la cui decisione arriverà – in un senso o nell’altro – entro le prossime 3 settimane. «Nella trasformazione da basolato ad asfalto – spiega l’assessore comunale alla Mobilità e alle Infrastrutture Edoardo Cosenza – è necessario un parere della Sovrintendenza, che preserva il patrimonio e con cui abbiamo un ottimo dialogo. Questo parere è necessario per qualsiasi strada. Spesso stiamo raggiungendo accordi specifici: per esempio, per quanto riguarda Parco Margherita, la carreggiata sarà in asfalto e il marciapiede in sanpietrini livellati. La stessa cosa la chiederemo anche su via Posillipo. Sui Gradoni di Chiaia, invece, non c’è il marciapiede. La tendenza all’ottimizzazione del traffico c’è. I sanpietrini non sono nati per sostenere i grandi carichi di traffico delle città contemporanee». 

La Sovrintendenza, insomma, è chiamata a esprimersi sull’eventuale modifica del manto per tutte le strade, come chiarito da Cosenza. Spesso arriva l’ok (come è stato negli anni scorsi al Rettifilo o alla Riviera), e si trova una mediazione: carreggiata “liscia” e marciapiede “con sanpietrini”. Da quando è chiusa la Funicolare di Chiaia, i Gradoni sono diventati una via trafficatissima. E piena di incidenti. Le proteste dei residenti e dei commercianti – che nelle ultime settimane hanno raccolto oltre 500 firme – sono attualmente sostenute dalla municipalità: «Faremo partire una richiesta scritta stamattina per un appuntamento in Sovrintendenza – spiega la presidente del parlamentino Chiaia Posillipo, Giovanna Mazzone – Il computo metrico con i lavori variati per noi è già pronto e abbiamo intenzione di presentarglielo, ma un’eventuale bocciatura del progetto non possiamo permettercela. In quel caso procederemmo con i sanpietrini. Al momento non abbiamo ancora avuto possibilità di interloquire con la Sovrintendenza, speriamo in un intervento del sindaco». Tradotto: se la Sovrintendenza non dovesse accettare l’ok all’asfalto, si procederà comunque col progetto attuale. Ed è proprio su questo tema che arriva una critica da parte dell’ex presidente della Municipalità 1, Francesco De Giovanni: «Il parlamentino – dice – sostiene una petizione contro se stesso.

Il progetto con i sanpietrini lo ha fatto e approvato la municipalità. Poi, dopo il disaccordo dei cittadini, appoggia una petizione contraria». 

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«Abito in una traversa di via Nicotera - argomenta l’ex campione di pugilato Patrizio Oliva – Il traffico c’è, specialmente da quando è chiusa la funicolare. Se i sanpietrini fossero messi bene potrebbero costituire una buona pavimentazione, ma le voragini sono ovunque: si spaccano, e poi il manto è pieno di rappezzi. Le auto e gli scooter si distruggono. Io giro in motorino e spesso rischio grosso, a causa delle buche. A questo punto meglio l’asfalto, se garantisce una maggiore tenuta stradale. Al Corso Vittorio Emanuele, con l’asfalto, la circolazione è migliorata. Ma sia ben curato. I punti più importanti per la viabilità sono la manutenzione e la qualità dei materiali, a prescindere dall’estetica». «Sono contrario ai sanpietrini per vari motivi – spiega Fabio Mangone, professore ordinario e responsabile del dottorato di Architettura alla Federico II – Il 90% della strade a Napoli è in pessime condizioni, e i sanpietrini costano di più. Se poi penso alla pedonalità, i sanpietrini sono poco coerenti con l’abolizione delle barriere architettoniche. Per quanto riguarda la circolazione, senza asfalto le auto vibrano di più e nei palazzi antichi si polverizza la calce. Inoltre, nell’Ottocento a Napoli non c’erano sanpietrini». «Quando la sovrintendenza fa una battaglia contro i cittadini per difendere i sanpietrini – dice l’europarlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia Fulvio Martusciello - c’è un corto circuito nello Stato a cui va posto rimedio». I consiglieri del Vomero Rino Nasti e Luca Bonetti chiedono «un Catasto delle strade per tracciare gli interventi. Rimuovere la pietra vesuviana stravolgerebbe la storia del contesto urbano». 

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