Caivano, l'azienda chiude: 51 dipendenti la comprano e salvano il posto di lavoro

Caivano, l'azienda chiude: 51 dipendenti la comprano e salvano il posto di lavoro
di Elena Petruccelli
Venerdì 7 Dicembre 2018, 19:29 - Ultimo agg. 8 Dicembre, 09:49
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CAIVANO - L'azienda chiude, cinquantuno lavoratori salvano il lavoro costituendo una cooperativa. Dopo tre anni in affitto, oggi i lavoratori della WBO Italcables diventano a tutti gli effetti proprietari dell'industria metalmeccanica di Caivano, dove si producono cavi e trefoli d'acciaio. E' il primo caso di workers buy out nel Mezzogiorno, in un settore fondamentale come quello della siderurgia. Con un atto notarile, a fine novembre, il dottor Antonio Passantino, liquidatore giudiziale ha trasferito definitivamente la proprietà dell'azienda alla cooperativa. Per realizzare questo sogno i dipendenti hanno investito il proprio TFR e indennità di mobilità.

«Una scelta difficile - spiega il presidente della cooperativa, l'ingegnere Matteo Potenzieri - Ognuno di noi ha dovuto decidere insieme alla propria famiglia e ci sono state molte notti insonni, perché qualora il progetto non avesse avuto i risultati sperati, avremmo perso tutti i sussidi per il futuro».

Gli operai hanno puntato sulla fiducia nella propria professionalità, know how cresciuto in quarant'anni di lavoro. Hanno custodito l'impianto per mesi, per evitarne lo smantellamento, come stabilito nel concordato liquidatorio. In questi anni hanno trovato il sostegno di diversi partners finanziari, primi tra tutti Cooperazione Finanza Impresa, Coopfond e Banca Etica. Lo stabilimento si estende in un area di circa 75 mila metri quadri, esporta in tutto il mondo e racchiude in sè alte possibilità di crescita, commenta Potenzieri: «Siamo ad un 50% della potenzialità, non è facile ma per come è strutturato lo stabilimento abbiamo la possibilità di crescere. Ci auguriamo in futuro di creare altre possibilità di lavoro. Ritengo sia importante che un'azienda sia collegata al suo territorio e possa essere promotrice di uno sviluppo sia economico che sociale».
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