Napoli, la nuova mappa della camorra. Melillo: «Non è più quella di prima. Manfredi: «No assuefazione, servono fondi»

Napoli, la nuova mappa della camorra. Melillo: «Non è più quella di prima. Manfredi: «No assuefazione, servono fondi»
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 26 Novembre 2021, 15:51 - Ultimo agg. 27 Novembre, 14:12
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«Il pericolo maggiore - secondo il sindaco Gaetano Manfredi - è l’assuefazione rispetto a una criminalità organizzata tanto radicata. Il rischio che la città, in tutte le sue categorie produttive o legate al mondo della formazione, si dimostri rassegnata rispetto a piccole e grandi forme di illegalità che - insiste il sindaco - sono la punta più evidente della camorra».

È questo il commento del primo cittadino a margine del convegno in cui viene presentata la mappa della camorra al mondo accademico e alla società civile napoletana.

Presenti i vertici della Procura e dei padri investigativi napoletani. 

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Il sindaco ha anche ricordato, a proposito del debito, «che una macchina amministrativa forte, rappresentata da competenze e da professionalità all’altezza dell’esigenza di progettare l’uso dei fondi del Pnrr, è fondamentale anche per evitare il rischio infiltrazioni dei clan negli uffici pubblici».

Presente nell’aula magna della Federico II anche l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia.

Ecco Napoli divisa in due: in arancione l’Alleanza di Secondigliano, in giallo i clan legati alla galassia dei Mazzarella.

Tocca al procuratore Gianni Melillo mostrare al mondo accademico e al vescovo di Napoli i colori più brutti di Napoli: l’arancione con tinte rosso fuoco che infiammano i quartieri in cui è presente la camorra di Secondigliano; e il giallo che riconduce alla presenza del clan Mazzarella.

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E tocca ancora al procuratore battere su un punto su cui è al lavoro da tempo: «È sbagliato - spiega - sottovalutare il fenomeno camorristico e ricondurre tutto alla violenza offensiva di stese e agguati. No - insiste - la camorra è strutturalmente presente in città e nell’area metropolitana, con due cartelli che trasformano la violenza in ricchezza, legittimazione, consenso.

Sbagliato - ha aggiunto Melillo - fornire solo la versione frammentata della camorra, che spesso è assente (nella sua complessità) dal dibattito pubblico».

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