Napoli, folla in strada: è assalto al lungomare tra caos e voglia di relax: «In un mese, zero lavori»

Napoli, folla in strada: è assalto al lungomare tra caos e voglia di relax: «In un mese, zero lavori»
di Gennaro Di Biase
Domenica 31 Gennaio 2021, 10:00 - Ultimo agg. 14:19
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Storie di straordinario disagio da sabato giallo: la voglia di normalità e lungomare di migliaia di napoletani accorsi ieri in zona Castel dell'Ovo e baretti si è scontrata con i dissesti di via Partenope e dintorni. «In più di un mese non abbiamo mai visto un operaio»: è il coro unanime dei lavoratori di zona durante il nutrito via vai di clienti per il pranzo del weekend e a pochi passi dallo sfascio della balaustra nella curva, dal traffico impazzito, dalle nuove buche che si aprono sull'asfalto e sui marciapiedi della prima cartolina della città. Folla e dissesti. Tutti danni che iniziano dalla tremenda mareggiata del 28 dicembre 2020, e che sono peggiorati con l'assenza di interventi e il perseverare del maltempo. Alla rabbia, in zona, si sta affiancando uno stupore amaro, molto amaro: «Com'è possibile che la via più importante di Napoli sia abbandonata in questo modo?». Il lungomare è alla deriva, in tutti i sensi. L'unico intervento avvistato in via Partenope, negli ultimi giorni, è stato quello dei Carabinieri che, su disposizione della Procura, hanno messo i sigilli all'Arco Borbonico franato da un mese e abbandonato, come il molo di Colonna Spezzata, pochi passi più in là: a pezzi e mal transennato.

 

Giornata di incassi e folla, ieri, per il pranzo in zona gialla. Migliaia di napoletani non hanno rinunciato alla passeggiata e al cibo con vista mare e vista transenne. Ma durante la settimana, tra maltempo e traffico, le cose non sono semplici. E se si aggiungono le restrizioni anti-virus che obbligano a chiudere al pubblico entro le 18, le perdite di fatturati per i ristoratori vanno dal «70 al 90%» rispetto al pre-Covid. Quanto allo scatafascio di muri, monumenti e carreggiata, cittadini e dipendenti di via Partenope si sentono catapultati in un sogno scomodo. «Non si è fatto vivo nessun operaio - esordisce Simona Di Vicino, dipendente di Regina Margherita, uno dei locali più devastati dalla mareggiata di fine 2020 - Né qui in via Partenope né al tunnel della Vittoria. Girano voci che i lavori si stiano effettuando, ma non è così. Io sto qui tutta la giornata, e di operai al lavoro non ne ho visti. La balaustra è esattamente com'era il giorno del crollo. Le uniche operazioni comunali visibili sono state quelle delle transenne messe all'indomani della mareggiata. Temiamo nuove mareggiate: domenica scorsa i detriti sono tornati davanti al ristorante». Folla anche in via Bisignano, per lo spritz del pomeriggio ai baretti: «I veri colpevoli sono i clienti - dicono dai comitati di residenti di Chiaia - pur di bere uno spritz mettono a repentaglio la salute di tutti. Alle 18 le forze dell'ordine arrivano a controllare le chiusure, ma da un punto di vista sanitario il problema sono gli assembramenti». Il Servizio Strade di Palazzo San Giacomo sta lavorando al progetto da presentare alla Sovrintendenza, che dovrà poi fornire un parere. «Nessuno ci ha fatto sapere nulla, né abbiamo visto nessuno - osserva Salvatore Maresca di Mu Mozzarella - Non sono venuti nemmeno a rimettere in sicurezza dopo l'ultima mareggiata che ha peggiorato la situazione». «Sembra un incubo via Partenope oggi - dice Cristian Ciccarelli, cameriere di Mammina - L'anno scorso a quest'ora certe scene erano impensabili qui. Il virus e i disastri stanno distruggendo la ristorazione sull'ex lungomare liberato. Anche se il sindaco è a fine mandato, la politica è disattenta in città. Chissà che il sottosuolo non sia danneggiato, col mare che continua a scavare nella curva. Bisogna risolvere tutto prima dell'estate, o col caldo, lo smog e il ritorno dei turisti sarà impossibile lavorare». Dal Comune trapela che per le operazioni di ripristino della balaustra «basterà lo spazio del marciapiede e non servirà chiudere al traffico via Partenope». Allontanandosi da Castel dell'Ovo e dalla curva dei dissesti, il passeggio non manca di certo, ma lo scenario di strade, monumenti e muri non migliora. La situazione resta grave, col sole o con la pioggia. I mattoni dei marciapiedi vengono via come piume, e nuovi pezzi di asfalto si sciolgono come burro in padella. «A Napoli un cantiere è per sempre, come i gioielli - sospira Alessandro Sasso, barista - Solo transenne dappertutto». «La situazione è grave - aggiunge Antonio Ferrante, di Molo 17 - E oltretutto è anche pericoloso: un bambino che non conosce il pericolo può facilmente scavalcare le transenne, lanciarsi e farsi male». «I buchi dei sanpietrini saltati ormai non si contano più - allarga le braccia Mirko Martucci de I Re di Napoli - Non avevo mai visto un degrado simile in tutta la mia vita.

La strada si sta sfondando completamente. Ci sentiamo abbandonatissimi».

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