Cardarelli, braccio di ferro tra manager e sindacati

Nota di protesta al governatore Vincenzo De Luca

L'ospedale Cardarelli
L'ospedale Cardarelli
di Melina Chiapparino
Venerdì 27 Gennaio 2023, 21:16
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E’ braccio di ferro tra le mura del Cardarelli. A puntare il dito contro i vertici dell’azienda ospedaliera più grande del sud Italia, sono stati sette sindacati medici che hanno fatto rete, inviando una nota di protesta sia al manager della struttura Antonio D’ Amore che al governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca. La lettera sottolinea come siano rimaste «irrisolte, se non addirittura peggiorate, tutte le criticità preesistenti» al nuovo insediamento della direzione ospedaliera, avvenuta circa sei mesi fa ma, soprattutto, accusa la nuova gestione per «l’azzeramento delle attività sindacali». In pratica, i camici bianchi rappresentati dall’Aaroi, dalla Cgil Medici, dalla Federazione Cimo Fesmed, dalla Cisl Medici, dalla Fassid, dalla Fvm e dalla Uil Medici hanno descritto un clima di estromissione e di mancata concertazione che- secondo quando segnalato nella lettera- non fa che nuocere all’ospedale sia in termini di assistenza alla platea dei pazienti, che in termini di rapporti con i tanti professionisti dell’ospedale.

A proposito del mancato confronto, i sindacalisti scrivono che «l’esempio lampante è il pronto soccorso, fulcro dell’attività dell’intera Azienda.

Infatti, a dispetto della iperattività di facciata, si rileva un sostanziale immobilismo riguardo alle soluzioni, un’assenza di idee in ambito organizzativo che rischia di aggravare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari tutti e di non rispondere in maniera efficace alle esigenze dei pazienti». Senza mezzi termini, nella lettera, i sindacalisti dichiarano che «in un momento così delicato, in cui il contributo di ognuno può essere una risorsa per tutti, il direttore generale azzera qualsiasi rapporto con i sindacati, che sono ridotti a ratificare senza il necessario confronto decisioni già prese su temi di una certa rilevanza».

Tra le questioni sollevate, nella nota, il dito è puntato sulla legittimità dal parte della direzione generale di «attribuirsi il 35 % del residuo dei fondi di risultato destinato ai medici» e sul nuovo atto aziendale in via di formulazione che, a differenza del precedente non è stato oggetto di concertazione e confronto coi sindacati, sebbene questo non sia un obbligo di legge ma piuttosto una procedura di collaborazione consolidatasi negli anni. «Chiediamo quale sia stato il destino del precedente atto aziendale e che senso abbia formularne uno nuovo, senza il preventivo confronto tra le parti».

Se da un parte, quindi, i sindacati accusano la direzione del Cardarelli del mancato confronto, dall’altra i vertici dell’azienda rivendicano «un dialogo continuo iniziato da quattro mesi».«La nota non è stata firmata da tutte le sigle dei medici presenti nell'Azienda ospedaliera del Cardarelli- specificano dalla direzione generale del presidio- l’iniziativa di parte dei rappresentanti sindacali dei medici desta stupore in quanto nell’arco dei cinque mesi di lavoro la direzione strategica ha già effettuato tre formali incontri sindacali, in una logica di confronto che è fondamentale alla crescita dell’azienda ed al miglioramento dell’assistenza».

Tra le precisazioni nella nota sottoscritta dal manager, c’è il riferimento a l’incontro, sette giorni fa «tenutosi tra i sindacati medici e il management dell'ospedale per discutere la proposta di destinare il 35% dei fondi di produttività aziendale della loro categoria a progetti rilevanti per migliorare l’assistenza». «A quell’incontro erano presenti tutte le sigle sindacali dei medici e tutte hanno firmato il verbale con cui approvavano questa impostazione organizzativa» continuano dalla direzione generale che ribadisce il suo approccio indirizzato alla condivisione con i sindacati perché «indispensabile al miglioramento dell’assistenza».

Per quanto riguarda «la questione complessa» del pronto soccorso, la lettera in risposta a quella dei sindacalisti, elenca alcune iniziative intraprese nell’area dell’emergenza «dove si sta lavorando sugli spazi della struttura per renderli più adatti alle esigenze di pazienti, medici, infermieri, operatori socio sanitari; si sta lavorando sull’organizzazione per velocizzare i percorsi e migliorare l’efficienza; si sta lavorando sul reclutamento del personale». «Sin dall’inizio le criticità del pronto soccorso del Cardarelli sono state oggetto di confronto coi sindacati che più volte hanno riconosciuto come le problematiche dell'ospedale siano condivise con tutti i grandi ospedali italiani- si legge in conclusione nella nota del manager- ovunque si scontano mancanza di personale, sovraffollamento e lentezza nella gestione dei pazienti meno gravi».

La direzione del Cardarelli «è ben conscia che solo con l’impegno e la condivisione leale di tutti sarà possibile migliorare l’assistenza e le condizioni di lavoro del personale» scrivono dai vertici del presidio ma, su questa volontà, i rappresentanti sindacali in rivolta specificano che si tratta di «informare i sindacati su decisioni intraprese senza un vero confronto e una vera concertazione». Con queste due lettere di botta e risposta sembra che, il braccio di ferro, tra manager e sindacati, sia appena iniziato.

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