Casa di Totò, beffa lavori: stop dalla sovrintendenza, la delusione del quartiere

Casa di Totò, beffa lavori: stop dalla sovrintendenza, la delusione del quartiere
di Giuliana Covella
Martedì 19 Gennaio 2021, 10:00 - Ultimo agg. 10:30
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«Quanto ancora dovremo aspettare per vederla aperta? Il vero museo si dovrebbe fare qui dove Totò visse. Assurdo che quella casa sia ancora chiusa e in pessime condizioni». Casa Totò, la Sovrintendenza blocca i lavori e il quartiere Sanità si ribella. A distanza di vent'anni dall'acquisto da parte di un privato l'appartamento dove il Principe della risata visse fino all'età di 23 anni, stava finalmente per dischiudere le sue porte ai napoletani e ai turisti che, passato il Covid, sarebbero di certo tornati nel rione. Ma ieri, giorno in cui avrebbe dovuto aprire il cantiere, di operai al primo piano di via Santa Maria Antesaecula 109 non se ne sono visti. In mattinata infatti dovevano iniziare i lavori di ristrutturazione dell'immobile dove Totò abitò insieme alla nonna e alla madre prima di trasferirsi nella capitale. Purtroppo però è arrivato lo stop della Soprintendenza, che prima di dare l'ok ha chiesto un approfondito studio strutturale al proprietario Giuseppe De Chiara. Malcontento e delusione si sono subito registrati tra i residenti del palazzo e del quartiere, che invocano «l'apertura al pubblico di un sito che riporterebbe ossigeno al turismo e rimetterebbe in moto l'economia». 

In quelle stanze mosse i primi passi da attore, dando vita a smorfie e gag che ancora oggi fanno parte del nostro modo di comunicare.

In quegli 80 metri quadrati al primo piano di via Antesaecula 109, secondo diverse biografie dell'attore, visse Antonio De Curtis in arte Totò. Una casa dove l'artista rimase fino ai 23 anni insieme a mamma Anna Clemente e a nonna Teresa. Eppure quel sito che in qualsiasi altra città del mondo sarebbe stato valorizzato e affollato da cittadini e turisti in ogni periodo dell'anno, non ha ancora aperto alla collettività.

Colpa della solita burocrazia farraginosa, di occupazioni illecite (fino al 2001 ci abitava senza averne titolo una coppia di anziani; mentre qualche anno dopo alcuni vicini si appropriarono del vano più grande innalzando un muro abusivo), ma anche e soprattutto del disinteresse della politica. Fino a quando una ventina d'anni fa un privato, Giuseppe De Chiara, la acquistò all'asta dopo 11 battute andate a vuoto per circa 18mila euro. Proprio quest'ultimo, intervistato dal Mattino lo scorso ottobre, aveva annunciato l'inizio dei lavori. «Ho già chiamato falegname e marmista - aveva spiegato - per far rivestire i pavimenti e mettere infissi a balconi e finestre». Senza nascondere tuttavia l'amarezza per l'assenza totale delle istituzioni: «Non chiederò loro più nulla - era stato l'affondo di De Chiara - se ne sono sempre lavate le mani adducendo il fatto che la casa fosse di un privato».

«Signurì, guardate là. Quel balcone potrebbe cadere da un momento all'altro. Quando si decidono a fare i lavori nella casa di Totò? Così almeno torniamo a vedere un po' di gente in questo quartiere». Nunzia è una donna sulla cinquantina che abita nel palazzo al civico 109 di via Antesaecula. Vive in un piccolo appartamento a pianterreno e non nasconde la rabbia alla notizia che i lavori nella casa al primo piano dove visse Totò non sono iniziati. «Non lo sapevo nemmeno - spiega - ma quello che più ci preoccupa è quel vano che potrebbe cedere», dice mentre indica la cucina dell'appartamento della famiglia de Curtis, oggi di proprietà di Giuseppe De Chiara. Ad annunciare l'inizio dei lavori era stato proprio quest'ultimo, che ieri però ha dovuto incassare un nuovo ostacolo all'apertura di Casa Totò al pubblico: lo stop della Sovrintendenza, che ha bloccato l'avvio del cantiere (slittato a domani), perché ha richiesto uno studio strutturale dell'immobile. Intanto la porta dell'appartamento è chiusa. 

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