Caso ormeggi nel golfo di Napoli: abusive tremila barche

Caso ormeggi nel golfo di Napoli: abusive tremila barche
di Gennaro Di Biase
Lunedì 24 Giugno 2019, 07:00 - Ultimo agg. 12:16
3 Minuti di Lettura
Il Golfo è ingolfato. I numeri forniti dall'Associazione Nautica Regionale Campania (Anrc), che parlano di «oltre 2800 barche ormeggiate nel mare di Napoli in maniera non regolamentata», e i blitz della Capitaneria di Porto che in questi giorni sta portando avanti controlli, sequestri e multe contro gli scafi «in divieto di sosta» nelle acque napoletane, navigano nella stessa direzione: «È indispensabile dare ordine alla costa partenopea», osserva Gennaro Amato, presidente di Nautica Campania. Le barche sono ovunque, spesso dove non potrebbero stare o spesso sono molte di più delle autorizzazioni concesse: Rotonda Diaz, Nisida-Coroglio, molo Luise, il Porticciolo di Santa Lucia, le spiagge di via Caracciolo tanto per fornire una sintetica mappa delle maggiori criticità. Al caos si aggiunge poi il problema economico, perché le imbarcazioni ormeggiate senza permesso sottraggono alla città un indotto da capogiro di quasi «9 milioni per ogni estate». E, stando alla cifra sommersa, non è un problema da poco.
 
L'ormeggio non autorizzato è ovunque, basta guardarsi intorno in riva al mare. «Sulle spiagge o in prossimità delle spiagge - ha spiegato nei giorni scorsi al Mattino l'Autorità Portuale, competente solo sulla parte a terra - non è consentita la sosta prolungata delle imbarcazioni. E nemmeno al di qua dei baffi della scogliera sul Lungomare». E invece Rotonda Diaz spesso e volentieri diventa un labirinto di gommoni e motoscafi, tanto che i bagnanti, per muoversi in acqua, hanno imparato il twist tra poppe e prue. Stesso discorso vale per le due spiagge di via Caracciolo: la prima è un puzzle di barche. La seconda (davanti agli chalet) è un lido di scafi e discariche. Problemi di traffico e navigazione - segnalati da Nautica Campania - anche al molo Luise.

Una barca autorizzata paga circa «6mila euro» per ormeggiare nei 120 giorni estivi, secondo i dati Anrc. Una barca non autorizzata ne paga «la metà per lo stesso lasso di tempo». E tutto in nero, o quasi. Considerando che le barche abusive sono più di 2800 nel Golfo, si arriva più o meno a 9 milioni di mancato indotto. «Sequestrare i campi boa non autorizzati e inficiare azioni di guadagno irregolare è indispensabile - prosegue Amato - Ma le strutture esistenti sono fatiscenti: burocrazia e regolamenti superati impediscono di poterli ammodernare persino a spese proprie. Napoli non dialoga col mare: la città non ha un salone nautico in mare e il nostro progetto è fermo da anni. I numeri parlano da soli: le barche dei napoletani e dei residenti nella sola provincia partenopea sono poco più di 5mila a fronte dei posti disponibili regolari pari a 2.200. Gli altri 2800 circa hanno trovato il modo di ormeggiare le barche nel Golfo di Napoli in maniere alternative e non regolamentate. Ognuna di quelle 20 barche solitamente produce una ricchezza media giornaliera di 10mila euro, tra benzina e servizi: tutti soldi che affondano senza generare ricchezza per il territorio. La soluzione non sarebbe così difficile: negli anni '80-'90 esistevano i pontili galleggianti temporanei. Tornare indietro non sempre significa peggiorare e in questo modo molte famiglie di storici ormeggiatori troverebbero un lavoro stagionale migliore».
© RIPRODUZIONE RISERVATA