Caso Paciolla, il ricordo dei genitori nel giorno del compleanno: «Verità e giustizia per Mario»

Caso Paciolla, il ricordo dei genitori nel giorno del compleanno: «Verità e giustizia per Mario»
di Giuliana Covella
Domenica 28 Marzo 2021, 19:50 - Ultimo agg. 19:52
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“Affacciati a una finestra e respira un po’ d’infinito….trova in ogni istante un pensiero felice e…adempi alla vita”. La voce è ferma, nonostante l’emozione, mentre legge i versi scritti dal figlio che non c’è più. Eppure quella poesia che Anna Paciolla ha ritrovato e letto in diretta streaming è un inno alla vita, o meglio «è tutta l’essenza di Mario», come sottolinea lei stessa. Insieme al marito Pino la mamma di Mario Paciolla ha ricordato il figlio nel giorno del suo compleanno attraverso un incontro telematico coordinato dalla direttrice artistica di Imbavagliati - Festival Internazionale di Giornalismo Civile, Désirée Klain sul sito www.imbavagliati.it e tutti i canali social collegati.

Un giorno di memoria per rinnovare la richiesta di verità e giustizia per il 33enne napoletano, impegnato come osservatore dell'Onu per il rispetto degli Accordi di Pacea San Vicente del Caguàn, dove è stato ucciso a casa sua il 15 luglio del 2020 e per il quale ancora non si conoscono i mandanti e gli assassini.

Ad abbracciare l’appello dei genitori, su quello che ormai viene considerato un delitto, all'inizio camuffato da suicidio, l’organizzazione comunitaria #giustiziaperMarioPaciolla, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, Articolo21 e Imbavagliati (che lo scorso dicembre aveva dedicato la VI edizione del “Premio Pimentel Fonseca” a Mario Paciolla, assegnando il riconoscimento alla giornalista colombiana Claudia Julieta Duque, che si batte per la salvaguardia dei diritti umani, è bersaglio di intimidazioni e molestie per le sue inchieste, soprattutto sul caso Paciolla).

All'incontro hanno partecipato oltre ad Anna e Pino Paciolla, Alessandra Ballerini e Emanuela Motta, legali della famiglia, Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, Claudio Silvestri, segretario del Sugc, gli amici di Mario e in rappresentanza del gruppo #giustiziaperMarioPaciolla Simone Campora e Daniele Grano.

«Per noi Mario è esempio di onestà intellettuale e partecipazione - hanno ribadito Campora e Grano, che hanno letto una testimonianza del 33enne risalente al 2010 - questa giornata, seppure triste, è un lungo e tenero abbraccio da parte di chi ci scrive su Mario». «Non si deve mai dimenticare che Mario era nel posto giusto al momento giusto - ha sottolineato Désirée Klain, che ha conosciuto personalmente Paciolla - lui era un giornalista attento a verificare le fonti e la sua scrittura era una prosa poetica, come amo definirla». A mettere in relazione la figura del cooperante dell’Onu con i numerosi cronisti minacciati in Campania è stato Claudio Silvestri, segretario del Sugc: «Nella nostra regione ci sono tantissimi Mario Paciolla, ragazzi che da piccoli Comuni dove il malaffare è infiltrato in ogni luogo della vita pubblica, lo descrivono rischiando sulla loro pelle e noi siamo sempre al loro fianco». Poi ricordando Paciolla ha aggiunto: «era uno scrittore vero e proprio. Aveva iniziato in un giornale di quartiere come Chiaia Magazine, senza mai dimenticare la sua città, tanto che proprio da quelle pagine scriveva “La voce di Napoli è ovunque…”».

Fondamentale per Giuseppe Giulietti è «la lotta contro l’oblio, il tempo e la menzogna. Mario Paciolla come Giulio Regeni, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Andy Rocchelli e Andrei Mironov, casi che hanno un filo comune: erano persone che non sopportavano i muri e costruivano ponti. Non sono stati uccisi per sbaglio. Stavamo facendo il loro lavoro e in quelle vicende torna il tema delle armi, dei depistaggi, della corruzione». E, paragonando Paciolla a Peppino Impastato, per l’assurda ipotesi iniziale del suicidio («oltraggiati da vivi e da morti»), il presidente della Fnsi sottolinea l’importanza oggi più che mai della «scorta mediatica»: «va messa in funzione, perché è il tentativo di non lasciare nessuno da solo. In questo momento significa non fare sparire quest’iniziativa di verità e giustizia per Mario, ma senza sovrapporsi alla famiglia e ai legali. Scorta mediatica significa tutti insieme, perché voltarsi dall’altra parte sarebbe un disonore per ciascuno di noi». A chiudere l’incontro il dolce ricordo di mamma Anna: «Aveva 5 anni, c’era l’idraulico a casa, che all’ora di pranzo si allontanò per una pausa. Mario si fece preparare un panino dalla nonna e uscì fuori per mangiarlo insieme a quell’uomo».

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