Catacombe, Napoli con padre Loffredo: «È un faro, resti alla Sanità»

Catacombe, Napoli con padre Loffredo: «È un faro, resti alla Sanità»
di Maria Chiara Aulisio
Martedì 20 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 18:59
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«Conosco padre Antonio Loffredo da quando oltre 25 anni fa trascorreva le sue giornate - che duravano almeno 20 ore - tra la parrocchia, la casa alloggio dei giovani sieropositivi e quella dei bambini in affido. Ancora me lo ricordo quando, 15 anni fa, venne a spezzare il pane insieme ai disabili e alle loro famiglie durante la festa di giochi senza barriere disubbidendo a chi gli raccomandava di non farlo. Si può negare Gesù a chi lo cerca? Mi disse allora». Toni Nocchetti, presidente dell'associazione Tutti a scuola combatte da anni per garantire i diritti dei ragazzi disabili e delle loro famiglie, e solo l'idea che i giovani della Paranza, con padre Antonio Loffredo, possano andar via da lì, lo indigna profondamente: «Si entusiasmò all'idea di abbattere le barriere architettoniche nelle catacombe - racconta ancora Nocchetti - e vi assicuro che mi dispiace davvero leggere articoli pieni di inesattezze che ne mettono in discussione onestà e autorevolezza». Nocchetti non ha dubbi: «Padre Antonio è un prete vero. Un sacerdote che, senza sosta, costruisce la speranza per quanti l'hanno perduta o non ne conoscono il significato. Un sacerdote evidentemente estraneo alle logiche di qualcuno che ha smarrito da tempo la speranza nel Cristo risorto». Infine, la domanda che vuole rivolgere a quanti credono nel lavoro onesto e leale dei ragazzi della Sanità e di Loffredo: «Io sto con padre Antonio e tu con chi stai?».
 
Tutti con padre Antonio, dunque, un coro unanime per chiedere che Loffredo resti al suo posto, al timone di una organizzazione dalla grande valenza sociale in grado, in pochi anni, di cambiare il volto di un quartiere e, insieme, offrire concrete opportunità a tanti giovani che ci vivono. Anche se - pur riconoscendogli il grande valore sociale e l'impegno profuso per cercare di restituire un po' di decoro alla Sanità - c'è chi lancia un appello «a non confondere i piani». Don Franco Rapullino, parroco della chiesa di San Giuseppe a Chiaia, per anni a Forcella, non ha dubbi: «Loffredo è un sacerdote straordinario, ha lavorato molto bene per il suo rione che gli deve davvero tanto, ma se è vero che il Vaticano per la guida delle catacombe cerca un laico potrebbe anche essere una buona soluzione».

Dal canto suo la Paranza ribadisce che «la gestione delle catacombe di San Gennaro e San Gaudioso è stata sempre orientata al pieno rispetto di qualsiasi norma e ai valori di legalità e solidarietà» mentre chiede di poter «incontrare quanto prima i responsabili della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra». Ed è proprio questo incontro che auspica anche Ernesto Albanese, imprenditore, impegnato nel sociale e presidente L'Altra Napoli onlus: «Spero non sia vero che il Vaticano abbia intenzione di sostituire Loffredo: è lui l'artefice del cambiamento e una decisione del genere sarebbe profondamente ingiusta. Sarebbe utile se invece al tavolo delle trattative invitassero anche i ragazzi della Paranza, visto che si tratta della controparte alla quale è stata affidata la gestione delle catacombe». Elena Anticoli De Curtis, presidente dell'associazione Antonio de Curtis, in arte Totò sostiene anche lei il lavoro e l'opera di Loffredo e i suoi ragazzi: «So bene quello che don Antonio e i suoi ragazzi hanno fatto per il rione Sanità, e non parlo solo del recupero delle catacombe. Un impegno assoluto grazie al quale molti giovani sono stati portati via dalla strada. Sarebbe un peccato se qualcuno decidesse di mandarli via». L'ultima creatura del quartiere, nata a Capodimonte sempre da un'idea di padre Loffredo, è la casa editrice Edizioni San Gennaro, marchio editoriale della fondazione che procede a gonfie vele. A guidare il gruppo formato da una decina di ragazzi, Edgar Colonnese, direttore editoriale: «Tra le missioni della chiesa c'è quella di migliorare le condizioni delle persone in difficoltà. Loffredo ha pensato, non solo a recuperare le catacombe, ma anche a una casa editrice - dice Colonnese - per offrire la possibilità ai ragazzi di formarsi e avvicinarsi alla cultura, una grande opportunità per tanti giovani».

Intanto i ragazzi della Paranza scendono sul piede di guerra: «Non andremo via da qui così facilmente - dice Giovanni Maraviglia presidente della cooperativa la Paranza che dal 2009 gestisce quelle catacombe e, insieme, una serie di attività organizzate con l'obiettivo di tutelare e valorizzare il rione Sanità - Abbiamo chiesto di essere ascoltati, vogliamo un incontro.

E ne abbiamo diritto».

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