Centro direzionale di Napoli, università in campo: «Nell'area altre residenze per gli studenti»

Centro direzionale di Napoli, università in campo: «Nell'area altre residenze per gli studenti»
di Valerio Esca
Lunedì 25 Luglio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 26 Luglio, 07:20
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Il Centro direzionale doveva e dovrà essere il cuore pulsante della città. Ne sono convinti Danilo Iervolino e Antonio Garofalo: il primo ha fondato nel 2006 l'università telematica Pegaso; il secondo è il nuovo rettore dell'Università Parthenope, che entrerà ufficialmente in carica dal primo novembre (raccogliendo il testimone dalle mani dell'uscente Alberto Carotenuto). Il Centro direzionale, oltre ad essere luogo di uffici e negozi, ed ospitare le sedi della Regione e il Palazzo di Giustizia, è anche zona universitaria.

Ogni giorno centinaia di studenti attraversano i vialoni diretti ai due Atenei: Pegaso e Parthenope, che distano poco più di 300 metri l'uno dall'altro.

Le preoccupazioni di chi vive e lavora in zona, in vista della costruzione di un nuovo grattacielo che la Regione intende realizzare a 200 metri in linea d'aria dal Centro direzionale, sono legate a doppio filo a quelle delle due Università. 

«Il Centro direzionale dovrà diventare il cuore pulsante della città soprattutto per il terziario e i servizi - spiega Iervolino - Ha tanti spazi e dei collegamenti che non ha nessun grande Centro direzionale d'Europa. Pochissimi minuti dall'aeroporto e dalla stazione centrale. C'è necessità di avere nel cono visivo delle priorità: pulizia, sicurezza, verde, più illuminazione e trasporti, più autobus e posteggi taxi. Si può creare un ecosistema positivo per la città». Un progetto di rilancio c'è e lo sta portando avanti il sindaco Gaetano Manfredi, che sul Centro direzionale si gioca una partita importante del suo mandato. «La nuova metro è una grande opportunità» sottolinea il patron della Salernitana, che si dice «d'accordissimo e ultra-favorevole al progetto targato Manfredi». «Ne possono beneficiare tutti - incalza - le aziende, la Regione, il Tribunale e appunto le Università. Ci vuole l'occhio attento, una strategia e una visione della politica, ma anche il coraggio degli imprenditori».

Il fondatore della Pegaso lancia un invito «agli industriali napoletani e ai professionisti a crederci, perché il Centro direzionale può essere una risorsa per tutti».

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Da chi un'università l'ha fondata a chi si accinge a dirigerla. «Le recenti affermazioni del sindaco Manfredi a Il Mattino sul rilancio del Centro direzionale certamente mettono in evidenza la necessità di un confronto sulle possibili soluzioni da intraprendere - evidenzia il professor Antonio Garofalo - L'Università Parthenope ha presso il Centro direzionale un importante edificio di circa 20mila metri quadrati sede dei dipartimenti di Ingegneria e di Scienze e Tecnologie a cui sono stati di recente aggiunti gli spazi ottenuti in concessione dall'Agenzia nazionale per la destinazione dei Beni sequestrati e confiscati alla criminalità. Condividendo quanto suggerito dal primo cittadino, mi permetto di mettere in evidenza un'importante esigenza che gli Atenei cittadini, come il mio, hanno e cioè le residenze universitarie. Serve una adeguata politica di investimenti nell'housing universitario. In una città bella come Napoli, meta turistica sempre più gettonata negli ultimi anni, il mercato degli affitti non è sempre alla portata degli studenti». Tale fenomeno - secondo Garofalo - diventa trascurabile quando la platea studentesca è dell'area metropolitana. Diverso, invece, il caso in cui la platea di interesse si vuole allargare anche a studenti extra regione e stranieri per i quali la disponibilità di un alloggio diventa dirimente ai fini della scelta dell'Università. L'idea di immaginare degli spazi per le residenze universitarie «potrebbe amplificare - osserva Garofalo - l'importante sforzo fatto dagli Atenei con il contributo di Regione e Mur. Il tema degli alloggi universitari ha decretato il successo in termini di attrattività di diverse università anglosassoni, e non solo, spesso risolvendo il problema della riconversione di città industriali». 

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