Centro direzionale di Napoli, intervista ad Agostino Ingenito: «Nuove funzionalità, diventi un albergo diffuso»

Centro direzionale di Napoli, intervista ad Agostino Ingenito: «Nuove funzionalità, diventi un albergo diffuso»
di Valerio Esca
Domenica 28 Agosto 2022, 11:00 - Ultimo agg. 13:29
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«Un Centro direzionale convertito ad uso abitativo per accogliere viaggiatori e turisti di tutto il mondo». La proposta arriva da Agostino Ingenito, presidente Abbac (associazione Bnb, affittacamere e case vacanze). «Occorre ora trovare nuove funzionalità, che potrebbero riguardare la riconversione ad uso abitativo, rispondendo alle esigenze di fabbisogni di studenti, lavoratori e viaggiatori in una sorta di albergo diffuso» aggiunge.

«In che modo si potrebbe realizzare la vostra proposta?
«Con un nuovo accordo territoriale da sottoscrivere con il Comune.

L'obiettivo deve essere l'abbattimento dei costi degli affitti e delle imposte. Si potrebbero utilizzare gli immobili già esistenti e rideterminarne la funzionalità. Questa rivitalizzazione del Centro direzionale alleggerirebbe il centro cittadino, vocato al turismo, e determinerebbe un nuovo sistema di risposta al fabbisogno delle locazioni transitorie. Occorre consentire la trasformazione, senza oneri, degli uffici oggi lasciati vuoti, in attività turistiche extra-alberghiere. Immagino il Centro direzionale come un albergo diffuso, che contenga al proprio interno residenze per studenti o per persone sole (anziani autosufficienti o persone separate o giovani) con servizi centralizzati nello stesso stabile (lavanderia, ditta di piccole manutenzioni, pulizia)».

Guardando alle origini del Centro direzionale, come giudica il progetto iniziale?
«Il Centro direzionale ha rappresentato per le nostre generazioni un riferimento importante di innovazione urbanistica in una città ritenuta immutabile. Quel progetto di centralizzazione di servizi, di modernità strutturali e di auspicato collegamento con l'area metropolitana ha consentito a Napoli di allinearsi a nuove esigenze, emerse in tutta Europa in quegli anni con rivoluzioni urbanistiche compiute in città tedesche, inglesi, francesi, spagnole ed oltreoceano».

Qual è il suo giudizio sulle condizioni attuali del Centro direzionale?
«È uno spazio vuoto senza funzioni attrattive. Con la chiusura di diversi negozi di abbigliamento, bar, cartolerie e uffici, causa anche lo smart working nel periodo pandemico e scelte conseguenti di aziende ed imprese, la sensazione di abbandono e trascuratezza prevale. Per questo ritengo che sarebbe meglio che tutti gli uffici regionali si trasferissero al Centro direzionale dandogli nuova vita ed evitare ulteriori strutture. Farei esattamente il contrario di ciò che si sta ipotizzando. E poi potenziare mobilità, garantire servizi e poli aggregativi sociali e rispondere a nuovi fabbisogni abitativi con uno speciale accordo territoriale per calmierare canoni e garantire proprietari con cedolari agevolate».

Secondo lei dunque lo spostamento della cittadella della Regione a duecento metri di distanza porterebbe ulteriore desertificazione?
«Gli uffici della Regione portano al Centro direzionale un elevato numero di persone. Il loro trasferimento rischierebbe di determinare desertificazione ed abbandono. In Europa non mancano esempi di riconversione di Centri direzionali come a Vienna, Berlino e Bruxelles. Serve dunque favorire oggi una domanda sempre più crescente di abitazioni e servizi e per rispondere al fabbisogno abitativo e della locazione transitoria che intercetterebbe altre esigenze, che oggi non sono soddisfatte».

Cosa serve a stretto giro?
«Inserire funzioni ed attività che richiamano persone, sistemare e curare il verde anche affidandone la cura agli sponsor, sistemare le scale mobili e la pavimentazione in più parti danneggiata, prevedere una guardiania (anche per i parcheggi) soprattutto dopo l'orario di chiusura degli uffici, avviare un processo di innovazione per risparmio energetico, centrale di co-generazione, e segnaletica moderna oltre che una fondamentale connessione alla mobilità metropolitana. E poi trasformare gli spazi in una piazza-eventi per concerti di artisti emergenti, realizzare una pista di pattinaggio o di skateboard (da far gestire a privati a prezzi popolari) meglio se con delle gradinate per assistere alle acrobazie e per organizzare delle gare magari regionali. Destinare uno spazio al cinema o al teatro all'aperto. Si potrebbe fare un bando per gli street artist per ridisegnare pavimentazioni e facciate In sostanza occorre realizzare altri attrattori. Così come, vista la presenza di università, aprire a residenze per studenti, lavoratori e terza età». 

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