«Fino a qualche anno fa - sospira Anna Galiero - qui c'era un mare di negozi. Invece adesso questa piazzetta è quasi deserta. Serve agire in fretta per il rilancio». Siamo nei pressi di Torre Giulia, al Centro direzionale. Anna, dipendente della Camera di Commercio, allarga le braccia e indica lo skyline. Lei è proprietaria di 4 case nella city partenopea: «Per ogni torre abitativa ci sono 122 appartamenti, da tre o quattro abitanti ciascuno in media - prosegue - I palazzi sono sette». La parola, oggi, passa proprio ai residenti, in totale circa 5mila. Tanti di loro, assegnatari degli alloggi all'inizio degli anni '90, ne sono diventati proprietari successivamente. È il popolo del Centro direzionale che racconta di ciò che manca per rilanciare una zona piena di potenzialità e occasioni sfiorite col passare degli anni.
Trasporti e manutenzione quasi non pervenuti. Erbacce, crolli, negozi chiusi o in cerca d'affitto, svalutazione delle case: sono questi gli scontenti principali dei residenti. Eppure, nonostante il degrado, sopravvivono la bellezza di palazzi e torri e questa libertà di spazi larghi assente nella Partenope congestionata. «Vivo a Torre Giulia da 30 anni - sorride Tina Migliore - Mi piace stare qua, ma nel corso degli anni si è deteriorato tutto. Se avessi venduto la casa nel 2003, avrei ricevuto 250mila euro. Ora gli appartamenti di 70 metri quadrati si vendono a 150mila. Costruire una nuova cittadella della Regione sarebbe uno spreco di soldi e affosserebbe del tutto la city. Quanto ai trasporti, mia figlia sperava di prendere la metro entro la fine del liceo. Oggi ha 30 anni: abbiamo aspettato Godot». L'uscita della metro da Garibaldi è ancora in lavorazione, ci si augura che nel 2023 Godot lasci spazio alla fermata. «La manutenzione comunale non viene eseguita - lamenta Alberto Lombardi, amministratore di Torre Giuseppina - Lo stesso succede per le riparazioni sulla pavimentazione. Un altro problema riguarda i prezzi degli affitti fuori mercato». Il popolo della city abita le torri dalla prima metà degli anni '90. Esiste una generazione di giovani napoletani nati o cresciuti qui. Leone Cozzolino, per esempio, ha 23 anni: «Faccio parte della generazione Centro direzionale - esordisce - Soffro l'assenza di bar aperti di sera. È un peccato: le Università portano grande afflusso di ragazzi e tante occasioni di socializzazione. Invece di sera è un deserto. Mancano aree giochi per bambini».
Ciro Visone vive nella city «da subito - precisa - da quando furono costruiti i palazzi. Le case in origine erano dell'ex Inpdap, oggi Inps.