Napoli, chiude Bowinkel a Chiaia e “La Caffettiera” si allarga

Va via lo storico negozio di piazza dei Martiri: «Affitto alle stelle e l’antiquariato non tira più»

Chiaia, chiude Bowinkel
Chiaia, chiude Bowinkel
di Gennaro Di Biase
Martedì 2 Maggio 2023, 23:35 - Ultimo agg. 4 Maggio, 07:16
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Più che una semplice crisi, la cultura a Chiaia vive un tramonto che al momento è quasi inarrestabile. Dopo la strage di librerie assillate dal caro affitti, dopo lo sfratto del Metropolitan e dopo la chiusura temporanea per restyling (e annessa riduzione degli spazi) della Feltrinelli, la “storia” perde un altro pezzo. Uno degli ultimi rimasti. Nonché uno dei primi arrivati nei dintorni di piazza dei Martiri, agli inizi del Novecento.

Parliamo della prestigiosa bottega dei Bowinkel, storico marchio d’antiquariato, creazioni di cornici e allestimenti artistici creato addirittura nel 1879. Al suo posto, ci sarà un bar. Ma per fortuna si tratta di un caffè rinomato, quello dell’adiacente La Caffettiera, che allargherà gli spazi con «lo spirito di mantenere una continuità con la storicità del locale», fanno sapere gli amministratori. 

La saracinesca di piazza dei Martiri 24 dovrebbe essere rialzata insomma dopo i lavori di restyling, che dovrebbero terminare entro la fine dell’anno in corso. A gestire quello che era l’ultimo negozio fronte strada dei Bowinkel, famiglia di origine tedesca che opera nel settore a Napoli dalla seconda metà dell’Ottocento, era Ernesto. «Mio zio ha quasi novant’anni, era lui a gestire quella sede nel cuore di Chiaia», spiega il nipote di Ernesto, Paolo Bowinkel, rappresentante della terza generazione di antiquari teutonico-partenopei, che negli anni ‘30 del ‘900 aprirono un negozio anche nella Galleria Umberto. «Il punto vendita di piazza dei Martiri - ricorda Uberto Bowinkel, padre di Paolo – fu aperto nel 1906, ai tempi di mio padre, quando ci trasferimmo da Palazzo Partanna.

In precedenza, lavoravamo in via Chiatamone. Tra i nostri clienti storici c’era gente del calibro di Olivetti». 

Pezzi di memoria di un passato commerciale glorioso, per Chiaia, che oggi non esiste più, almeno in strada. «Continuiamo a lavorare e la nostra attività va bene – prosegue Uberto – Io un tempo gestivo le sedi di Capri, via Santa Lucia e Beverly Hills, che oggi sono chiuse. Mio fratello Ernesto, 90 anni, gestiva il punto vendita di piazza dei Martiri. Non avendo chi avrebbe potuto portare avanti l’attività, l’ha chiusa. Trovo che sia un peccato. Non ci restano più negozi fronte strada a Napoli. È un peccato per la cultura del quartiere, che già perde librerie e pezzi importanti. Il problema sta nella mancanza di persone colte. C’è un crollo della cultura: è evidente. I negozi storici si trasformano in friggitorie. Speriamo comunque di poter riaprire presto un punto vendita in città».

L’addio dei Bowinkel, sopravvissuti a due guerre mondiali ma non all’attuale crisi sociale dei contenuti, estende l’emorragia di cultura per uno dei quartieri-roccaforte dell’alta borghesia partenopea. Una strage di cultura che è sotto gli occhi di tutti, ma che lascia impotenti. Le leggi del mercato favoriscono il business delle attività di ristorazione. Il Metropolitan sotto sfratto, a oggi messi in vendita tramite asta pubblica e aggrappato al vincolo d’interesse storico attivato dal Mic il 3 aprile scorso. Il destino dei locali del multisala di Palazzo Cellamare non è ancora definito. Difficoltà anche per il cinema Delle Palme, al momento ancora chiuso, con la gestione di Gustavo Confalone che chiede «alle istituzioni un abbassamento delle tasse». Chiusura per restyling in corso alla Feltrinelli di piazza dei Martiri, che riaprirà con gli spazi ridotti (via il bar interno e abbandono del piano meno due, cioè il grande spazio delle presentazioni pre-restauro). Il caro affitti porta i prezzi intorno ai «500 euro al metro quadrato», in zona, secondo le stime del gruppo piccoli editori dell’Aie presieduto dall’editore Diego Guida.
 

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Sarà La Caffettiera di piazza dei Martiri, però, a rilevare l’ex locale d’antiquariato dei Bowinkel (gli immobili hanno la stessa proprietà), e questo dovrebbe preservare la storicità della sala. «Abbiamo preso il locale mossi dallo spirito di mantenimento della dinamica storica e prestazionale dell’esercizio - spiegano dall’amministrazione de La Caffettiera - Vorremmo farne un salotto letterario, dopo il restyling: uno spazio aperto per l’ospitalità cittadina e che magari potrebbe sopperire, almeno in parte, alla crisi delle librerie nel quartiere. Per Natale speriamo di essere pronti ad aprire. Stiamo aspettando i preventivi, il restyling sarà ingente. Vorremmo creare in quello spazio un caffè in stile europeo».

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