Portosalvo, l'arcivescovo Battaglia in campo: «Torni al culto al più presto»

Portosalvo, l'arcivescovo Battaglia in campo: «Torni al culto al più presto»
di Paolo Barbuto
Lunedì 17 Gennaio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 18 Gennaio, 08:24
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Don Mimmo Battaglia è stato alla chiesa di Santa Maria di Portosalvo prima di Natale. Una visita senza clamore, un sopralluogo per verificare lo stato dell'antica struttura chiusa dai giorni del terremoto del 1980 e riaperta solo in sporadiche occasioni. Porte aperte per verificare lo stato dell'arte e comprendere in che maniera e in quanto tempo ipotizzarne la riapertura così come sollecitato dal «Comitato Portosalvo» che con il leader Antonio Pariante da decenni si batte per quel luogo.

Il sopralluogo nasce dalla grande attenzione del Vescovo nei confronti del territorio, forse scaturisce anche dalla richiesta di interessamento che proprio il comitato fece pervenire a don Mimmo Battaglia pochi giorni dopo il suo insediamento a Napoli.

La stessa richiesta era stata presentata tante volte in passato, solo che stavolta ad accoglierla c'era un uomo d'azione, pronto a mettersi in gioco, a verificare di persona.

Invertiamo le regole della narrazione e raccontiamo subito il finale della storia. Portosalvo riaprirà al più tardi entro il mese di aprile: l'ultima volta che le porte erano state riaperte per un sopralluogo formale, risale all'ottobre del 2004. Quasi diciotto anni da quella data, più di quaranta dal giorno in cui le lesioni del terremoto ne decretarono la sorte di abbandono e oblio.

Il sopralluogo prenatalizio è stato effettuato in compagnia di don Salvatore Fratellanza, reggente della confraternita di Santa Maria della Misericordia, dalla quale dipende la chiesa di Portosalvo. Don Fratellanza racconta con entusiasmo la svolta repentina degli ultimi mesi: «Sì, è vero, ho accompagnato il vescovo nella chiesa qualche tempo fa. Lui ha voluto sincerarsi della situazione, ha chiesto quanto fosse lontano il giorno della riapertura ed ha avuto rassicurazioni». Don Salvatore non si sbilancia sul giorno preciso in cui verrà celebrata la prima funzione dentro la chiesa di Portosalvo ma accetta di individuare un arco temporale: «Contiamo di vedere il portone riaperto entro la prossima primavera».

Esulta Antonio Pariante che della riapertura di Portosalvo ha fatto una battaglia civile che l'accompagna da decenni: «È stato difficile vedere quel luogo in abbandono per anni, è stato terribile assistere allo scempio della chiesa avvolta da insegne pubblicitarie che avrebbero dovuto favorirne il recupero mentre tutto rimaneva fermo, è stato duro cercare attenzione, negli anni, per una chiesa antica che, col tempo, per i napoletani era diventata poco più di uno spartitraffico in fondo a via Marina. Per questo oggi è emozionante vedere la luce in fondo al tunnel, immaginare di vedere finalmente, e definitivamente, riaperta quella chiesa». 

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Dopo il completamento degli interventi sarà necessario rimettere al loro posto tutte le opere d'arte che sono state rimosse per evitare lo scempio di ladri e teppisti. Si inizierà dal soffitto a cassettoni in legno dorato nel cui centro verrà ripristinata La Gloria della Vergine, una tela di Battistello Caracciolo custodita a Sant'Elmo dalla Soprintendenza, poi torneranno le statue, i quadri, gli arredi. Tornerà anche tutto il materiale che vent'anni fa venne messo in salvo dal parroco di allora, padre Casole, il quale per quel tentativo di salvataggio si ritrovò anche con una denuncia della Soprintendenza sulle spalle, questione poi chiarita e superata.

La chiesa cinquecentesca che è stata ampliata e arricchita fino al 700 ha resistito a mille difficoltà. Intatta dopo le sollevazioni popolari e le rivolte antiche, salvata dalla mano distruttrice del Risanamento di fine 800, capace di resistere ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, si è arresa per un quarantennio all'incuria moderna, ma è pronta a tornare a splendere. Il grande punto interrogativo, però, riguarda il futuro. 

Avvolta dal disinteresse e dal degrado per anni, dovrà tornare centrale nella vita della Napoli religiosa e turistica anche se l'attuale posizione al centro di una isola in mezzo alla strada più trafficata della città non ne rende agevole il raggiungimento. Per mantenerla in vita sarà necessario reintrodurla nei circuiti delle visite turistiche, sarà importante proteggerla dall'assalto dei teppisti e dei disperati che per decenni l'hanno considerata casa, orinatoio, discarica a cielo aperto. Bisognerà, insomma, prevedere un programma di accompagnamento alla nuova vita al quale dovranno contribuire in tanti, dalle forze dell'ordine per proibire l'assalto dei malintenzionati alla società civile per invogliare la rinascita culturale del luogo, alla Curia che (ma su questo le idee sono già chiare) dovrà rimetterla al centro della vita pastorale della città. 

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