Confindustria Napoli, lettera alla Meloni: «Via il Tar da piazza Municipio»

«Lo storico Grand Hotel de Londres torni a essere un albergo»

Il Grand hotel de Londres sede del Tar Campania
Il Grand hotel de Londres sede del Tar Campania
di Luigi Roano
Domenica 5 Marzo 2023, 08:05 - Ultimo agg. 17:20
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Getta il cuore oltre l'ostacolo il presidente degli industriali napoletani Costanzo Jannotti Pecci e scrive una lettera al governo dove chiede che il Grand Hotel de Londres di piazza Municipio «torni a essere un albergo». Ovvero che il Tar lasci il sito e si trasferisca: «La sede naturale del Tar è nella cittadella giudiziaria del Centro direzionale, dove tra l'altro vi sono intere strutture inutilizzate. Ma non mancano altre possibili destinazioni in immobili di proprietà dello Stato, come l'ex Pretura, per vocazione sicuramente idonea a ospitare un tribunale» fa notare l'industriale.

Jannotti Pecci invia la lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro Giancarlo Giorgetti titolare dell'Economia e delle finanze e a Daniela Santanché, ministra del Turismo. Per conoscenza ha inviato la missiva al sindaco Gaetano Manfredi, che si è schierato in questa vicenda dalla parte degli industriali, al prefetto Claudio Palomba e alla direttrice del Demanio Alessandra Del Verme in quanto il sito di piazza Municipio è di proprietà dello Stato. «Ritengo doveroso - scrive Jannotti Pecci - portare alla Loro attenzione una vicenda a dir poco spiacevole, che penalizza le prospettive di crescita di un turismo qualificato a Napoli, privandolo di una struttura di eccellenza, dal prestigioso passato, che ha contribuito a fare la storia della cità».

Jannotti Pecci ricorda nella lettera che il Grand Hotel de Londres di piazza Municipio, «tra i primi esempi napoletani di art nouveau, è diventato una delle perle del turismo cittadino nei primi decenni del Novecento e ha continuato a dominare la scena fino al 1980. A seguito del sisma fu decisa la chiusura "temporanea" della struttura alberghiera e, in quanto immobile di proprietà dello Stato, ne fu concessa una piccola parte al Tar Campania, che da allora l'ha utilizzata come propria sede». 

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Il presidente degli Industriali napoletani si rivolge direttamente alla premier perché la giustizia amministrativa è di stretta pertinenza della presidenza del Consiglio. Inoltre, Jannotti Pecci fa presente che a Napoli non mancano siti alternativi e più aderenti alle necessità di un Tribunale amministrativo facendo leva in particolare sul Centro direzionale, già pronto all'uso, ma soprattutto perché li c'è la cittadella giudiziaria e congiungere le due amministrazioni significherebbe per i cittadini tenere l'intero pianeta giustizia in un solo luogo. «Se si vuole davvero assicurare una nuova luminosa stagione di riscatto alla capitale del Sud, bisogna accelerare la risoluzione di vicende grottesche come questa». Perentorio Jannotti Pecci che insiste: «Occorre farlo, anche superando le resistenze di chi pensa di proseguire nell'occupazione di una struttura di proprietà dello Stato, affidata per la gestione al Demanio, addirittura immaginando di intitolare quegli spazi alla memoria del grande amministrativista Abbamonte, come annunciato dal presidente del Tar Campania Salamone, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario, quasi a voler sancire definitivamente la destinazione d'uso del complesso alberghiero». Il presidente degli industriali fa poi un passaggio politicamente significativo: «Mi appello, dunque, alla Loro sensibilità, avendo altresì registrato la convergente opinione del sindaco, che peraltro non ha potere decisionale su un immobile di proprietà dello Stato, e le cui sorti dipendono solo dalla volontà politica del presidente del Consiglio sia perché, come detto, il complesso immobiliare è di proprietà dello Stato sia perché la Giustizia amministrativa dipende dalla presidenza del Consiglio». Manfredi - è giusto ricordarlo - è in buoni rapporti istituzionali con questo Governo ed è in attesa da un mese o poco più di incontrare la premier - come ampiamente anticipato da Il Mattino quando in un Consiglio comunale dedicato a una riflessione sull'Autonomia differenziata l'ex rettore manifestò come stesse lavorando a questo progetto - alla quale intende consegnare alcune richieste per la città ma soprattutto il no di Napoli proprio all'Autonomia differenziata ratificato dall'Assemblea cittadina. Parola ancora a Jannotti Pecci che affila le armi a sua disposizione: «Occorre evitare - scrive l'imprenditore impegnato nel ramo del turismo e dell'accoglienza - il protrarsi di questa dannosa situazione, contraria al buonsenso e agli interessi della cittadinanza napoletana. Si bloccano progetti di investimento per molte decine di milioni e la creazione di almeno 250 posti di lavoro e progetti che rivitalizzerebbero una piazza priva di una identità. Assicurando tra l'altro anche entrate allo Stato, che attualmente non solo non ricava alcunché dall'immobile, ma sostiene anche i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria». Jannotti Pecci lancia quindi la sua sfida: «È possibile affermare sin d'ora che, qualora il complesso immobiliare fosse definitivamente destinato alla sua originaria funzione, importanti e accorsati gruppi imprenditoriali italiani e stranieri sarebbero pronti ad acquisirlo in locazione corrispondendo un canone e facendosi carico di tutti i costi di ristrutturazione. In sostanza l'operazione si realizzerebbe senza alcun onere per le casse pubbliche». 

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