Coronavirus, disdette e paura negli hotel di Napoli: «Misuriamo la temperatura ai turisti»

Coronavirus, disdette e paura negli hotel di Napoli: «Misuriamo la temperatura ai turisti»
di Gennaro Di Biase e Antonino Siniscalchi
Giovedì 6 Febbraio 2020, 07:30 - Ultimo agg. 10:35
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Coronavirus: scattano le misure speciali negli alberghi. Gli hotel, nei casi di sintomi evidenti, tosse e febbre, chiederanno ai clienti provenienti dalle regioni più colpite dal contagio «di misurare la temperatura. Non bisogna creare allarmismi, ma fare attenzione per aumentare la serenità del personale». A parlare è il presidente di Federalberghi Napoli Antonio Izzo. Le ripercussioni dell'epidemia asiatica si fanno sentire eccome. Misure di prevenzione a parte, a Napoli sono già arrivate centinaia di disdette da parte dei vacanzieri e si fanno già i conti con i mancati introiti derivati dall'emergenza sanitaria che ha intaccato «un mercato turistico in espansione in città come quello cinese», spiega Federalberghi Napoli, che ha diffuso un vademecum anti-contagio nelle sue strutture. Non solo gli albergatori: è l'intera filiera turistica a esprimere preoccupazione. Del previsto calo dei flussi di vacanzieri per la stagione 2020 si parlerà la prossima settimana alla Bit (Borsa Internazionale del Turismo) in programma a Milano.
 

 

Sono giorni particolari per gli Hotel: ore di apprensione, cautele e misure speciali, compresa la possibilità di misurare la febbre al check-in. «Proteggi te stesso e chi ti sta vicino dal contagio»: così inizia il vademecum nazionale di Federalberghi esposto nelle strutture. «Se arriva un cliente dalla Provincia dell'Hubei - spiega Izzo - o da una delle zone più colpite, e se presenta sintomi evidenti, scatta una profilassi speciale. Se una struttura è dotata di strumentazione, può facoltativamente chiedere al cliente di misurare la temperatura. Se ci sono i sintomi del Coronavirus, l'albergatore è invitato a chiamare immediatamente le autorità sanitarie e a richiedere il test. In caso di prenotazione online tramite portali online c'è un problema irrisolvibile per noi, perché l'identificazione avviene solo al check-in. In casi estremi, e solo in presenza di sintomi evidenti, l'albergatore potrebbe anche decidere di rifiutare il soggiorno per tutelare gli altri ospiti e il personale. Il problema si sta riducendo, vista la chiusura degli aeroporti. E riguarderebbe chi è stato esposto al contagio nelle zone più colpite ed è rientrato in Europa settimane fa».
 

Sono già centinaia le disdette da parte di gruppi asiatici che avevano scelto Napoli come meta turistica. «Fuorigrotta e la stazione dicono da Federalberghi sono le aree più colpite dalle cancellazioni». Si tratta di comitive da 30 o 40 persone, «che incidono sugli affari di una struttura media in un periodo di bassa stagione». In un Hotel di Fuorigrotta, per esempio, si contano già mancati incassi per 4mila euro. Bisognerà aspettare di conoscere la durata dell'emergenza, però, per stimare le perdite: «Siamo in un periodo di bassa stagione dei flussi turistici - aggiunge Pasquale Russo, direttore di Confcommercio Campania - Perciò ora non è il caso di fare allarmismi. Vediamo cosa accadrà più in là, dato che l'emergenza potrebbe durare fino all'inizio di aprile». La preoccupazione si estende a tutto il settore turistico, specialmente in prospettiva. Non è tanto il mercato cinese, ingessato, a preoccupare gli operatori, ma l'effetto domino che sta caratterizzando la programmazione della stagione 2020 condizionata dagli effetti del Coronavirus. Una verifica sull'andamento di arrivi e presenze nei prossimi mesi si avrà alla Bit di Milano da domenica a martedì. «Siamo in fase di stallo - spiega Ettore Cucari, presidente della Fiavet, la federazione degli agenti di viaggio di Campania e Basilicata - A parte la paralisi del mercato cinese c'è un calo evidente su ogni destinazione. Per attenuare la carenza di mobilità, dovuta alla preoccupazione di lasciare l'Italia, al non avere certezze sulle condizioni di viaggio e sui rischi di destinazioni estere, stiamo promuovendo viaggi nazionali». «A fronte di una media di circa 300 richieste di soggiorni quotidiane - rileva Paolo Durante, tour operator di Sorrento - arriviamo a stento alla metà». L'incidenza del turismo cinese è bassa nella penisola sorrentina (media inferiore alle 20mila presenze negli ultimi anni), ma «la preoccupazione per il futuro è innegabile - osserva Costanzo Iaccarino, presidente regionale di Federalberghi - Le ripercussioni su arrivi e presenze sono evidenti».

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