Coronavirus a Napoli, la grande fuga dei turisti: il lungomare si svuota, market e negozi deserti

Coronavirus a Napoli, la grande fuga dei turisti: il lungomare si svuota, market e negozi deserti
di Gennaro Di Biase
Domenica 8 Marzo 2020, 06:30 - Ultimo agg. 16:43
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Napoli si svuota. Non del tutto e non a tutte le ore, ma gli effetti delle restrizioni da contenimento del Coronavirus, da ieri, si vedono e si sentono. La situazione è articolata, e il flusso di presenze va valutato zona per zona. Tra il molo Beverello e piazza del Plebiscito, per esempio, aree a stragrande maggioranza di afflusso turistico, regna la desolazione. Al Vomero e in centro storico, invece, la vita non si è fermata. Non sono deserte neppure le palestre, dove si registra una riduzione di disponibilità di posti ai corsi, ma ci si allena eccome. Il flusso non manca neppure all'aperto, come a Marechiaro e al Pontile di Bagnoli. Strade deserte, in compenso, e parcheggi facili. I numeri, però, parlano chiaro: «Nei ristoranti - spiega Massimo Di Porzio. presidente provinciale di Fipe Confcommercio - abbiamo registrato un calo complessivo del 70%. Anche se non tutti sono vuoti, molti non lavorano».
 

 

Via Toledo e via Chiaia non sono il deserto dei Tartari, ma il passeggio è ben lontano da quello a cui ci si era abituati negli ultimi anni di boom turistico. Spazi vuoti al centro della strada, ed era impensabile fino a poche settimane fa trovare un cameriere di Santa Lucia con le braccia incrociate a ora di pranzo. Anche nei negozi si avvista poca gente, tra cui due famiglie, una cinese e l'altra inglese, entrambe con mascherine. Al contrario, da Antonio e Antonio sul Lungomare qualche cliente c'era. Pochissimi rispetto al solito. «La situazione è confusa in queste ore - prosegue Di Porzio - Di turisti ce ne sono pochissimi: solo chi era già a Napoli in vacanza prime delle restrizioni. Di nuovi arrivi zero. I napoletani, invece, escono e si siedono a tratti. Alcuni clienti mi stringono la mano, altri no. Tra i napoletani si sono creati tre schieramenti: chi sta a casa, chi esce e sta attento, magari chiedendo una saletta appartata, e chi esce senza modificare le abitudini precedenti. I ristoranti hanno distanziato i tavoli di 1 metro. Il calo di clienti e incassi però è pesantissimo». La percentuale di desertificazione ricalca il crollo delle presenze degli hotel che, come ricordato nei giorni scorsi da Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania, sono «pieni al 3%, anziché all'80% come previsto prima del Coronavirus».
 

L'effetto città fantasma c'è. Deserti il molo Beverello e via Depretis, zone prevalentemente a presenza turistica. Metropolitana semivuota. Tra piazza del Gesù e San Domenico invece c'è più movimento. Qui molti locali, ieri sera, hanno servito solo all'esterno per evitare affollamenti alla cassa e al chiuso. Anche ieri mattina, come l'altro giorno, molti giovani non impegnati a scuola si sono riuniti a Marechiaro. E giovani minorenni si vedono anche seduti sulle panchine di via Scarlatti, intorno alle 18. «I nostri genitori ci hanno detto di stare attenti - raccontano seduti uno accanto all'altro - di non mangiare dallo stesso piatto e stare a distanza». La percezione del rischio non è uguale per tutti, evidentemente, a Napoli come altrove nel Paese. Ognuno, insomma, vive le restrizioni a modo suo. E a seconda delle fasce d'età: non sono pochi i ragazzi in strada tra i 20 e 30 anni. Anche le famiglie non mancano. Molti di meno gli ultraottantenni e gli adulti tra i 50 e i 60. Le restrizioni, in ogni caso, sono arrivate anche in zona collinare. Dicono da Fonoteca, noto locale del Vomero: «Come da ordinanza, per questo weekend garantiamo solo il servizio al tavolo e abbiamo già eliminato l'aperitivo a buffet». «In certi orari del giorno anche qui è deserto - dice Antonio Parisi, edicolante di piazza Vanvitelli intorno alle 18 - Ma adesso il passeggio c'è. E lo stesso è successo stanotte, intorno all'una era pieno di ragazzi.
Il calo però è innegabile: vendo il 35% in meno. In giro al Vomero se ne vedono pochi, visto che il virus colpisce soprattutto loro». Insomma, il Covid-19 ha svuotato Napoli in buona parte, anche se non del tutto. 

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