Covid e caos trasporti, tutti in auto: a Napoli traffico aumentato del 50%

Covid e caos trasporti, tutti in auto: a Napoli traffico aumentato del 50%
di Paolo Barbuto
Sabato 25 Settembre 2021, 23:10 - Ultimo agg. 26 Settembre, 20:27
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È solo in questi giorni, subito dopo l’estate 2021, che le città hanno ritrovato i ritmi abituali. Con la ripresa delle attività in presenza per la maggior parte delle aziende e con il ritorno in classe per tutti gli studenti, la vita ha ricominciato a scorrere in maniera quasi normale, senza le limitazioni della pandemia. Questi giorni hanno segnato una ripresa imponente del traffico in tutte le grandi città e, in ogni parte del Paese, i volumi di automobili in movimento sono cresciuti rispetto ai giorni del pre-pandemia. Solo che altrove la crescita è stata moderata, a Roma, ad esempio, il traffico è aumentato del 19% rispetto ai giorni in cui non esisteva il Covid; a Milano le auto in più rappresentano appena il 10%. A Napoli, invece, la crescita del traffico rispetto ai giorni in cui non si conosceva la pandemia, si attesta al 47%: una percentuale spaventosa.

La rilevazione dei volumi di traffico in tutta Italia viene effettuata con metodica precisione da Enel X, la global business line innovativa del Gruppo Enel, attraverso il servizio “City Analytics – Mappa di mobilità” realizzato assieme a Here Technologies, azienda che si occupa di dati geografici e di mappatura. Si tratta di una piattaforma messa a disposizione delle amministrazioni locali nei giorni più difficili della pandemia per analizzare i volumi di traffico e permettere decisioni adeguate. Il servizio, tutt’ora pienamente attivo e fortemente consultato, prende come parametro i volumi di traffico antecedenti alla pandemia e, partendo da quella base, registra gli aumenti in termini percentuali. C’è una precisione clamorosa nell’individuazione dei territori, i dati sono riferiti a ciascun comune d’Italia e perfino ai singoli quartieri di ogni comune.Ecco, dunque, che analizzare gli spostamenti dei volumi di traffico diventa agevole. Nel grafico qui sotto abbiamo isolato l’ultimo anno dei movimenti a Roma, Milano e Napoli, le tre metropoli più grandi d’Italia: quel che è accaduto lungo le strade di queste tre città lo potete vedere con i vostri occhi nella rappresentazione grafica.

La flessioni delle ultime severe limitazioni sanitarie dello scorso autunno sono platealmente riconoscibili, con un intenso abbassamento della percentuale di auto in movimento, poi con la ripresa si nota la crescita costante che, come detto, per le altre città in questo mese di settembre si attesta fra il dieci e il 20% mentre per Napoli arriva quasi al 50% di auto in più lungo le strade.



In tutt’Italia, e anche a Napoli, la crescita dei volumi di traffico è legata alla volontà di evitare il trasporto pubblico, principalmente per motivi di distanziamento sociale. Insomma, se una parte di cittadini preferisce muoversi in autonomia è per scelta deliberata di fronte alle difficoltà collegate al trasporto pubblico. Ecco, dunque, che l’analisi dei dati si trasforma anche in un referendum sul trasporto pubblico locale: quel 47% di crescita di traffico a Napoli rappresenta l’indice di sfiducia che c’è nei confronti dei mezzi pubblici. La questione, in parte, viene anche spiegata dal dato che abbiamo estratto sui singoli quartieri: una crescita imponente dei volumi di traffico, lo vedete nel grafico a destra, riguarda Piscinola, Miano, Pianura, Scampia, aree non centrali dove c’è bisogno dei mezzi pubblici per muoversi oppure, in alternativa, ci si muove auto come sta avvenendo in questi giorni.

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Ci sono, però, anche casi di crescita esponenziale dei volumi di traffico in quartieri del centro, da San Lorenzo a San Ferdinando alla Vicaria. Secondo gli esperti dei movimenti di traffico quelle aree sono più “movimentate” perché accolgono gli spostamenti di chi viene dalle periferie: il concetto, spiegato in parole semplici, sarebbe che chi parte da Pianura per raggiungere il Centro fa crescere contemporaneamente sia i movimenti del quartiere di partenza che quelli del quartiere di destinazione. Non ingannino i numeri più bassi di quartieri come Posillipo, Vomero, Arenella, Chiaia, in questo caso la spiegazione, secondo gli esperti, è simile alla precedente solo che viene declinata in senso opposto: da quelle zone, già prima del Covid ci si muoveva in auto con una certa intensità e si faceva meno ricorso ai mezzi pubblici, sicché la crescita dei volumi di traffico rispetto all’epoca pre-pandemica non risulta così evidente come in altri quartieri nei quali l’auto veniva utilizzata in maniera più parca. 

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