Covid a Napoli, la proposta dal Vomero: «La Casa della Socialità diventi hub vaccinale»

Covid a Napoli, la proposta dal Vomero: «La Casa della Socialità diventi hub vaccinale»
di Antonio Folle
Domenica 16 Maggio 2021, 18:45
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La curiosa vicenda della Casa della Socialità di via Menzinger, a due passi da piazza Medaglie d'Oro ha del paradossale. L'ex sottostazione elettrica di ATAN, restaurata poco meno di tre anni fa per una spesa complessiva di 360.000 euro - compreso un murales di Jorit che raffigura Ilaria Cucchi, anch'essa invitata alla cerimonia di inaugurazione - ancora oggi è chiusa al pubblico. E, peggio, ancora non si sa quale destinazione d'uso dare alla struttura che, negli ultimi mesi, è stata al centro di un acceso dibattito nel quartiere collinare del Vomero. 

 

Inizialmente era previsto l'affido condiviso a più realtà associative, ma poi il progetto è miseramente naufragato.

Così come è naufragato il progetto di affido ad alcune scuole del territorio che, causa Covid, hanno prima manifestato interesse per l'utilizzo della Casa della Socialità per attività didattiche, salvo poi fare marcia indietro. 

Paradossalmente proprio il Covid potrebbe dare una svolta alla questione. In queste ultime ore, infatti, è partita la proposta di trasformare la struttura di competenza della V Municipalità in un hub vaccinale. E i presupposti ci sarebbero tutti: la struttura è situata in una posizione strategica, a pochi passi da una delle più importanti stazioni della metropolitana, vicina a fermate di autobus e allo svincolo Arenella della tangenziale.

Creare un hub vaccinale nella Casa della Socialità oltre a chiudere definitivamente una vicenda che si prefigura come l'ennesimo sperpero di denaro pubblico - sembra che il problema della mancata apertura dell struttura sia legato al mancato allaccio delle utenze - potrebbe dare respiro ai principali hub vaccinali della città, decongestionando i centri di Capodimonte e Mostra d'Oltremare e rappresentando un importante alternativa per i cittadini della zona collinare della città.

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«Nonostante gli oltre 300.000 euro spesi per recuperare la struttura sia nella parte interna che nella parte esterna - spiega la consigliera regionale Maria Muscarà - ancora oggi è inspiegabilmente chiusa. Doveva diventare la casa delle associazioni ma evidentemente non si è trovato un accordo sulle associazioni a cui affidarla, lasciando un importante patrimonio cittadino ostaggio di questa indecisione. In questo momento particolare - prosegue la consigliera - con i cittadini napoletani costretti a spostarsi per vaccinarsi, sarebbe utile e interessante utilizzare questa struttura come centro vaccinale di quartiere, sfruttando la vicinanza con la metropolitana e con lo svincolo della tangenziale. Nelle prossime ore presenterò ufficialmente questa proposta agli appositi uffici regionali ed all'Asl - prosegue ancora Maria Muscarà - e mi auguro che le proposte di buonsenso vengano accettate da qualsiasi parte vengano e che questa proposta possa anche vaccinare la Casa della Socialità dal virus dell'indecisione e del conflitto politico-amministrativo che la sta condannando alla chiusura».

Negli scorsi mesi sono state tante le proposte - e le proteste - dei cittadini per la riapertura di un edificio dalle enormi potenzialità ma che, come capita spesso a Napoli, giace nel più triste abbandono. Il rischio sempre più concreto è che, con lo scorrere incessante dei mesi, i lavori di ripristino realizzati in pompa magna - e rigorosamente a favore di telecamera - siano vanificati dal degrado che già avanza e che si fa sentire sotto forma di sacchetti e rifiuti abbandonati, ingombranti ed erbacce che colonizzano i marciapiedi. 

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