Covid a Napoli, roulette dei turni nei licei e genitori sulle barricate: «Alunni discriminati»

Covid a Napoli, roulette dei turni nei licei e genitori sulle barricate: «Alunni discriminati»
di Mariagiovanna Capone
Lunedì 25 Gennaio 2021, 23:30 - Ultimo agg. 26 Gennaio, 16:51
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C’è chi ha tenuto ieri i consigli d’istituto per approvare i piani di rientro, chi ha pubblicato gli orari definitivi già da due settimane e chi vuole prendersi qualche giorno ancora per verificare che tutto si incastri perfettamente. Le scuole secondarie di secondo grado sono quasi pronte per il ritorno in presenza previsto per il primo febbraio che coinvolge in tutta la Campania ben 310.635 studenti. Su indicazione del piano prefettizio sono stati disposti due ingressi differenziati: alle 8 entra il 40 per cento degli studenti, e alle 10 il restante 60 per cento. E non mancano le polemiche.

Non appena è stato reso noto l’orario, le famiglie del liceo Sannazaro hanno iniziato a definire i doppi turni «deliranti».

A 29 classi su 50 è stato assegnato il secondo turno con ingresso alle 10 e uscita alle 16 tre giorni su cinque (sono invece 21 le classi che entreranno alle 8). Ciò che fa arrabbiare le famiglie è «l’impossibilità di studiare a casa, se non in orari notturni, con un rendimento destinato a calare», ma anche il fatto che, a meno che non ci siano chiarimenti da parte del dirigente Riccardo Güll, «non ci sarà alternanza tra le classi del primo e secondo turno. A nostro avviso, chi appartiene al secondo gruppo è svantaggiato rispetto al primo e non troviamo giusto questa decisione». Ogni classe sarà suddivisa al 50 per cento, con turnazioni e, come in molte altre secondarie di secondo grado, la mascherine sarà obbligatoria per tutta la durata delle lezioni. Ancora più pesanti gli orari delle lezioni del secondo turno all’Istituto Nitti di Fuorigrotta decisi dalla dirigente Annunziata Campolattano, che ha sia un liceo che un istituto tecnico che si alterneranno ogni due settimane nei due turni: ingresso alle 8 e uscita alle 12.30 nel primo, ingresso alle 13.30 e uscita alle 18 nel secondo. 

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Clima più sereno invece al liceo Umberto I dove l’orario sarà pubblicato a giorni. Il dirigente Carlo Antonelli ha lavorato per rendere più leggero il turno pomeridiano, non optando per la presenza fino alle 16 ma per un orario ridotto con una quota minoritaria in asincrono. Chi entrerà alle 10, sarà quindi in presenza solo per alcune ore, per poi rientrare a casa e seguire gli approfondimenti sul proprio device digitale e completare le sei ore. Grande lavoro anche sullo scaglionamento di ingressi e uscite, e pianificazione dei percorsi rotatori nei corridoi del liceo di Chiaia, uniche vie di accesso alle aule. Anche qui uso della mascherina obbligatorio per tutte le ore di lezione con la possibilità di richiederne una nuova. 

 

La dirigente del liceo classico Vittorio Emanuele II, Valentina Bia, ha optato sempre per il 50 per cento delle presenze ma non sdoppiando una classe bensì dividendole. Il piano prevede, per esempio, che tutti gli studenti di una prima classe entrino una settimana, mentre la successiva saranno in Dad. A spingere la dirigente verso questa decisione è stato l’impegno di far riaggregare totalmente una classe, per ricucire quei rapporti scolastici che si sono persi con le lezioni a distanza. Al liceo Genovesi le presenze saranno al 50 per cento con il classico sdoppiamento e il dirigente Francesco Fuschillo è stato tra i primi a diffondere gli orari. Sei i giorni di didattica che prevedono una rotazione delle classi ogni tre giorni in presenza e il resto a distanza. L’uscita per il secondo turno è massimo alle 14 fissando a quattro ore la didattica e recuperando le ore il sabato.  

Ieri l’Osservatorio studentesco popolare che coinvolge collettivi di Napoli e provincia ha manifestato davanti la sede Regione Campania per chiedere un ritorno in presenza in sicurezza, per poi occupare il liceo Labriola. I docenti del liceo Alberti invece hanno sottoscritto una lunga lettera alle istituzioni affinché si conosca «il forte nostro disappunto a un abrupto rientro in classe in piena pandemia», deciso «prima dall’esecutivo e in ultimo confermate da un magistrato del Tar regionale». I docenti definiscono la Dad «vera alternativa» in questa fase pandemica e chiede vaccini per docenti e ragazzi dai 14 anni in su, oltre a sanificatori per le aule.

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