In dieci giorni venti allarmi: Napoli continua ​a crollare

In dieci giorni venti allarmi: Napoli continua a crollare
di Paolo Barbuto
Giovedì 11 Febbraio 2021, 23:49 - Ultimo agg. 12 Febbraio, 07:00
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La città ogni giorno inesorabilmente perde pezzi, si accascia, crolla. Noi abitualmente ci soffermiamo sui catastrofici eventi che colpiscono luoghi simbolo di Napoli (li abbiamo ricordati in cima a questa pagina), però c’è una parte meno visibile della città che crolla un po’ ogni giorno.

Il termometro dello stato di salute delle strutture cittadine è un documento che viene inviato ai proprietari dei luoghi considerati pericolosi perché cadenti, si chiama “ordinanza a tutela della pubblica incolumità” e la firma il sindaco di Napoli.

Negli ultimi dieci giorni, a partire dal 3 di febbraio, sono state firmate 65 ordinanze del genere, riferite a 24 luoghi differenti: si tratta per la maggior parte di edifici in cattivo stato ma ci sono anche costoni di tufo e terrapieni in bilico sulla città.

Se date uno sguardo al grafico qui di fianco vi renderete conto che il degrado non conosce censo né quartiere: i problemi riguardano la Posillipo dell’alta borghesia e la Barra dall’eterna matrice operaia, colpiscono il Centro Storico e la collina di Poggioreale, il Porto e Santa Teresa.

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Se passate per Largo Santa Maria del Pianto non potrete fare a meno di notare un edificio di due piani che si sta letteralmente ripiegando su se stesso. È stato sgomberato qualche mese fa per via dei primi scricchiolii ma col passare del tempo non ci sono stati interventi: ogni giorno si piega sempre di più, le insegne dei negozi sono un indicatore inesorabile perché ogni giorno l’angolo di piegatura di quelle scritte aumenta a vista d’occhio. Il Comune ha chiesto interventi urgenti di sostegno, i proprietari non si sono fatti vivi. Quel nastro rosso che circonda l’edificio non sembra in grado di evitare pericoli ai passanti in caso di crollo (annunciato ed evidente) di quel palazzo.

A Vico Longo a Carbonara, in pieno centro storico, c’è una situazione analoga solo che il pericolo è più imminente perché la stradina è stretta ed eventuali cedimenti produrrebbero effetti devastanti. La relazione ufficiale spiega che due edifici accosti presentano «evidenti lesioni ai diversi livelli, con parziali crolli al primo piano, nella muratura portante in comunione dei citati due fabbricati e nel solaio d’interpiano, nonché di parte della muratura della facciata», in pratica la rappresentazione di un altro crollo annunciato e imminente.

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Tra i tanti allarmi che leggete nel grafico ce n’è uno che colpisce particolarmente per il luogo dove si verifica: via Petrarca. Qui non si tratta di un palazzo malmesso ma del terrapieno di pozzolana e tufo che si trova nella grande curva panoramica.

Alla vigilia di Natale i controlli rilevarono un pericolo di cedimenti che, come vedete nella foto, si sono regolarmente verificati. Però la preoccupazione è quei crolli non siano terminati per cui il sindaco l’altro ieri ha riscritto ai proprietari e ha spiegato che quel muro «si presenta eroso nella fascia di base e che inoltre il sovrastante terrapieno si estende anche sul primo tratto di via Tito Livio che può essere coinvolta... una delle barriere di legno si presenta parzialmente deformata dalla spinta di un blocco di tufo staccatosi dal costone». Voi sotto quel costone ci passereste? 

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