Cumana e Ctp, weekend nero a Napoli: a piedi i pendolari del mare

Cumana e Ctp, weekend nero a Napoli: a piedi i pendolari del mare
di Pasquale Guardascione
Domenica 5 Luglio 2020, 10:30 - Ultimo agg. 16:57
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Provincia a nord di Napoli lasciata completamente a piedi. Negli ultimi due giorni su Cumana e Circumflegrea sono stati soppressi 49 treni. Il problema è la cronica carenza di personale che in questo periodo dell'anno va ancora più in affanno per i lavoratori in ferie o in malattia. Da ieri, poi, anche il trasporto su gomma si è fermato. I bus della Ctp sono rimasti nei tre depositi di Pozzuoli, Arzano e Teverola lasciando a terra migliaia di persone che hanno atteso invano l'arrivo di un bus che non è mai passato. In questo caso il problema è legato al pagamento dei salari di giugno, previsti per il 27 del mese scorso ma che ad oggi non si sa ancora quando verranno saldati. Trasporti al collasso nel primo weekend di luglio e di un'estate che rappresenta un crocevia fondamentale per dare un po' di fiato all'economia del turismo mordi e fuggi soprattutto nei Campi Flegrei.

È perplesso il presidente Eav Umberto De Gregorio, che ha ben presente il risultato di uno studio elaborato dall'azienda sulle assenze per malattie degli ultimi sei mesi, secondo cui queste raddoppiano (dal 10% al 20%) nei fine settimana. «Mi affido al senso di responsabilità dei lavoratori - dice De Gregorio - perché non ci sono motivi seri per protestare, mentre vi sono mille motivi serissimi per dare un servizio ai pendolari. In particolare in questa fase dove il Covid non è da considerare scomparso, far saltare le corse vuol dire fare affollare i treni successivi in modo inaccettabile. Abbiamo concesso aumenti retributivi negli ultimi due anni che non ha avuto nessuna azienda di trasporto in Italia. I neo assunti sono in formazione e non possono essere messi in servizio. Chiederò se necessario l'intervento del prefetto e sono pronto a disdire tutti gli accordi - sottolinea - ma serve responsabilità in questa fase dove le aziende di trasporto sono state messe a dura prova dal Covid e perdono milioni di euro. Stiamo facendo il possibile ma contro malattie, congedi per la legge 104 o il rifiuto dello straordinario non si può molto. Naturalmente - conclude De Gregorio - la porta del dialogo è sempre aperta, ma il tempo di nuovi aumenti di retribuzione è sospeso».
 


In effetti in questa situazione gli stessi sindacati - che domani incontreranno i vertici dell'azienda - sono impegnati a trovare una soluzione. «Sapevamo - dice Enzo Pinto della segreteria provinciale Ugl - che con l'approssimarsi dei periodi di ferie si poteva arrivare ad una ulteriore carenza di personale. Avevamo proposto all'azienda una modifica dell'organizzazione del lavoro ma qualche dirigente era convinto di poter gestire tutto nella norma. Siamo stati sempre ragionevoli e costruttivi nella volontà di garantire la regolarità del servizio. Oltretutto molti neo assunti hanno paura di rappresaglie dei viaggiatori».

Non meno nera la situazione in Ctp dove il «durc» irregolare per il mancato versamento dei contributi all'Inps non consente alla Città Metropolitana di pagare le fatture dei corrispettivi chilometrici, utile all'azienda per saldare gli stipendi. «Ci auguriamo una risposta immediata da parte dell'ex Provincia» commenta Stefano Di Stasio, direttore generale di Ctp: «Le strade sono due, o si attende la ricapitalizzazione oppure deve essere la stessa Città Metropolitana a pagare direttamente i nostri dipendenti. Se l'impasse dovesse prolungarsi potremmo arrivare al congedo d'ufficio dei lavoratori». Dalla ricapitalizzazione si arrendono 7 milioni e 200mila euro di cui 2 milioni e 400mila andrebbero versati all'Inps per regolarizzare il durc. «Siamo alle solite - dice Gennaro Esposito di Filt Cgil - il servizio è tutto fermo e la responsabilità è della Città Metropolitana.
Ascoltiamo da anni solo annunci sullo sblocco delle indicizzazioni ma finora solo chiacchiere. È in gioco la sopravvivenza di Ctp, intervenga De Magistris in maniera forte e diretta». 

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