Decisa l'intitolazione della sede ANPI Napoli centro ad Antonio Amoretti

Scomparso a dicembre, era l’ultimo partigiano che prese parte attiva alle Quattro giornate di Napoli

Locandina dell'intitolazione della sede ANPI Napoli centro ad Antonio Amoretti
Locandina dell'intitolazione della sede ANPI Napoli centro ad Antonio Amoretti
di Vincenzo Cimmino
Martedì 11 Aprile 2023, 12:21
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Il prossimo 20 aprile, l’ANPI di Napoli intitolerà alla memoria di Antonio Amoretti la sua sede in via Toledo. Amoretti, nato a Napoli l’11 settembre 1927, ci ha lasciati il 23 dicembre scorso. Era l’ultimo partigiano vivente che prese parte attiva alle Quattro giornate di Napoli.

Per molti anni è stato presidente della Associazione Nazionale Partigiani di Italia di Napoli, associazione nata a Roma il 6 giugno 1944 e composta da quanti presero parte alla guerra di liberazione; diventata ente morale, l’ANPI riuniva la maggior parte dei partigiani italiani. Antonio Amoretti aveva fatto della trasmissione del ricordo di quell’evento importantissimo la sua missione.

«Portare avanti la memoria storica, trasmettere ai giovani gli ideali della resistenza e dell’antifascismo, – arrivò a commentare Amoretti per i suoi 90 anni, quando venne invitato in Comune dall’amministrazione De Magistris, occasione durante la quale gli venne consegnata una targa della città – questo è il compito dell’ANPI, è il mio compito, che da anni mi sono assunto e che continuerò finché le forze me lo consentiranno: parlare con i giovani per far capire loro che cosa è stato il fascismo, la guerra e la resistenza!».

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Il partigiano Antonio, detto “Tonino il biondo”, aveva 16 anni quando prese parte a quelle giornate: 27, 28, 29 e 30 settembre del 1943.

Napoli fu la prima città a liberarsi da sola dal giogo nazi-fascista. Proprio per questo venne decorata con la Medaglia d’oro al valor militare. La città e i suoi abitanti, però, pagarono un altissimo tributo di sangue. Lo stesso Hitler voleva che Napoli diventasse «cenere e fango», ma i napoletani furono più forti. Avuta la meglio, sconfitti gli oppressori, la città divenne il simbolo della resistenza.

Già all’indomani della morte del partigiano Amoretti, la città gli ha reso un primo omaggio: ad annunciare la sua scomparsa è stato l’ex sindaco Luigi de Magistris; dietro disposizione dell’allora – e attuale – sindaco Gaetano Manfredi, il quale ebbe a dichiarare come «la scomparsa di Antonio Amoretti lascia un grande vuoto in città. È stato un grande testimone», le bandiere di Palazzo San Giacomo sono state poste a mezz’asta come segno di lutto. Gli sono stati inoltre tributati funerali in forma pubblica, con la camera ardente allestita nella Sala dei Baroni di Castel Nuovo.

«Questo evento lo portiamo come fiore all’occhiello, purtroppo. Purtroppo, per la morte di Antonio, avvenuta vicina agli 80 anni delle quattro giornate di Napoli. Siccome abbiamo una sezione Napoli centro senza intitolazione, – dichiara il presidente provinciale dell’ANPI Ciro Raia – ci è sembrato doveroso fare questo per Antonio, ultimo partigiano, che Napoli deve ricordare! L’evento sarà un momento di riflessione e coesione, stiamo anche registrando una crescente richiesta di iscrizione all’ANPI, non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale».

L’intitolazione si inserisce in un momento delicato sia per quanto riguarda la politica italiana, sia per quanto concerne la situazione di una sede ANPI indipendente (al momento l’Associazione è ospitata nei locali della CGIL in via Toledo). «Contiamo sulla sensibilità del sindaco Manfredi perché si concluda felicemente la vicenda della sede. È assurdo, infatti, – così continua il presidente Raia – che nella città delle quattro giornate l’ANPI non abbia un luogo dove riunirsi, dove incontrarsi, dove possa organizzare eventi. C’è necessità, oggi, di costruire una memoria di pace; troppi fatti sono tramandati strumentalmente e, di conseguenza, segmenti di storia raccontano un’altra realtà. Oggi più che mai necessita, perciò, un lavoro di scavo ma soprattutto di conoscenza e difesa degli ideali e valori scritti nella Costituzione».

Tra le autorità invitate a partecipare, anche il vicesindaco di Napoli, Laura Lieto. Con il vicesindaco, saranno Salvatore Ivone, presidente della sezione ANPI Napoli centro, Ciro Raia, presidente provinciale ANPI Napoli, Nino Daniele, presidente del Premio “Amato Lamberti”, Vincenzo Calò, responsabile ANPI Mezzogiorno, Maria Anna e Francesco Amoretti.

L’agenda di impegni dell’ANPI-Napoli è fitta di eventi. Molti sono in programma – in vista degli 80 anni dalle quattro giornate sempre più vicini – e diversi sono già avviati. Forte la collaborazione con l’Archivio di Stato (dove, peraltro, è stato presentato un ciclo di conferenza intitolato “Primavera Partigiana”, incentrato sulla resistenza portata avanti da uomini e donne durante il periodo fascista) e il Museo archeologico nazionale di Napoli.

Ma il racconto della storia e dei valori di pace e democrazia non si ferma all’Archivio di Stato o al Museo Archeologico: in molte scuole l’ANPI continua a portare la memoria di chi ha combattuto per la nostra libertà, e che ora non può più raccontarci in prima persona di quegli eventi. Proprio come per il partigiano Antonio Amoretti, il cui ricordo resta e resterà forte come forti sono i valori di pace e democrazia scolpiti nella nostra Costituzione. Costituzione nata anche grazie al suo sacrificio, e grazie al sacrificio di chi ebbe il coraggio di lottare per la libertà.

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