Degrado a Napoli, topi nei giardinetti: le aiuole dimenticate nella città senza decoro

Degrado a Napoli, topi nei giardinetti: le aiuole dimenticate nella città senza decoro
di Paolo Barbuto
Lunedì 24 Agosto 2020, 09:30 - Ultimo agg. 12:43
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Non c'è bisogno di andarle a cercare le aiuole maltrattate di Napoli, sono sotto gli occhi di tutti, anche di chi amministra la città. D'accordo, voi starete pensando che il degrado del verde parte dai grandi parchi, a cominciare dalla villa Comunale che è in uno stato pietoso; però tenere a posto un immenso parco può essere difficile per un'amministrazione che piange miseria e spiega di non avere risorse, mentre ripulire e tenere curata un'aiuola potrebbe essere più semplice e, magari, trasformarsi in un messaggio ai cittadini tipo «noi ci proviamo a farvi vivere nel bello»: invece qui continuiamo a vivere in mezzo al degrado.

E non c'è possibilità d'errore, chi pensa che sia un'esagerazione, dopo aver letto il giornale scenda sotto casa, raggiunga la prima aiuola nei paraggi e la osservi: se è ben tenuta è di quelle affidate alla magnanimità dei privati, altrimenti sarà travolta da degrado, mancanza di pulizia e di potature, erbacce che diventato giungla e animali che circolano liberi. Per piacere provateci, fatelo, guadatevi intorno e fateci sapere se il verde di prossimità vicino alle vostre case è ben tenuto.

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Abbiamo avuto la percezione della schifezza verde che ci circonda, ieri pomeriggio, quando abbiamo notato due turisti che passavano a piazza Vittoria e osservavano lo scempio dei giardinetti (ma possono ancora essere chiamati così?) al centro dello slargo. Abituati al degrado, solo in quel momento ci siamo resi conto che quei giardini sono davvero malridotti, e abbiamo deciso di andare a guardare gli altri spazi verdi ai margini di strade e piazze della città per renderci conto che non c'è zona di Napoli esente dal degrado verde.

Siamo passati dal Vomero a Scampia, dal Vasto a Posillipo e non abbiamo individuato nemmeno un'aiuola ben tenuta, credeteci, nemmeno una. Perfino nelle aree dove è plateale il recente passaggio dei giardinieri, si vede il degrado: niente più erbacce alte ma spazi polverosi e inospitali perché, ovviamente, a Napoli le aiuole non vengono irrigate e solo se piove le piante possono sperare di sopravvivere, altrimenti c'è spazio solo per le erbacce.
 

 

Al Vomero in piazza Quattro Giornate l'area sgambatura cani è perfetta, nei vialetti, invece, ci sono rami d'albero spezzati dal vento e abbandonati; risalendo via Saverio Altamura, le aiuole a destra e a sinistra sono trasformate in una giungla di erba altissima e incolta dove ieri intorno alle 15.30 abbiamo incontrato anche un grosso topo che ciondolava nella giungla a caccia di cibo.

Nel piazzale del Cardarelli erba tagliata ma giardini colmi di immondizia, nessun tipo di pulizia sembra prevista per quell'area. A via Santa Teresa, nei giardinetti che sovrastano la Sanità nessuna manutenzione e fili di paglia che avvolgono le statue; a piazza Dante giardinetti in totale abbandono senza potature e invasi da infestanti. Lungo piazza Cavour erbacce rimosse di fresco e terreno arido bene in vista a rendere orribilmente inospitale il luogo; più avanti a piazza Carlo III le aiuole centrali ridotte a un deserto come nella piazza precedente, però quelle accoste al Reale Albergo dei Poveri non sono state sfiorate dai giardinieri e sono un trionfo di monnezza e schifezze; al Centro Direzionale i lunghi e deserti viali verdi sono costellati da rami secchi e piante morte, segno di manutenzione assente da tempo.

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Abbiamo percorso decine di chilometri in città, abbiamo trovato lo stesso degrado ovunque. L'assessore al verde di Napoli, Luigi Felaco, a fine luglio ci disse che lui di degrado non ne vedeva in giro. Gli chiedevamo spiegazioni sul premio produttività da 300mila euro destinato ai giardinieri, lui disse che non c'era nulla di sbagliato in quel premio. Poi si sfogò sui social sul tema del non vedo degrado: «Non vedere le difficoltà è da ciechi e nessuno, me compreso, potrebbe mai dire o pensare diversamente. Altra cosa è dire che nonostante le difficoltà, facciamo di tutto per restituire servizi e bellezza alla cittadinanza. Le campagne di odio e disinformazione sono altra cosa ancora, ma questo lo sappiamo».
Ecco, assessore, noi non vogliamo disinformare e non odiamo nessuno, ci guardiamo intorno e raccontiamo: potrebbe aiutarci a raccontare una Napoli migliore, magari occupandosi del verde, se lo ritiene opportuno? Le saremmo davvero grati.

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