Della Terra dei Fuochi ormai sappiamo tutto: mercoledì sono stati presentati i risultati della mappatura realizzata nel corso di dieci anni dal reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza e dal Consorzio Universitario Benecon su impulso della prefettura di Napoli. E i dati confermano che gli sversamenti abusivi non si sono mai fermati. Anzi. I rilievi dall'alto mostrano che i siti sensibili restano sempre gli stessi e che in molti casi i medesimi siti bonificati sono poi oggetto di nuovi sversamenti. Dal 2011 al 2021 attraverso i sorvoli sono state individuate 1321 anomalie. Sono state localizzate 509 micro discariche in provincia di Caserta e 73 sversatoi nei comuni di Ercolano e Torre del Greco. Tra il 2017 e il 2019 tra Afragola, Acerra e Giugliano in Campania sono state riscontrare 409 anomalie.
Numeri che raccontano una tragedia difficile da cancellare: in questi anni i controlli sono stati ripetuti e costanti, gli interventi di rimozione anche, ma vandali e incendiari sono sempre tornati all'assalto. Il viceprefetto Filippo Romano, incaricato per il contrasto al fenomeno dei roghi nella Terra dei Fuochi, spiega: «Gli incendi e l'abbandono incontrollato dei rifiuti sono figli non solo dell'abusivismo di parte del tessuto produttivo, ma anche della complessiva carenza di impianti di lavorazione della spazzatura.
Del resto Giugliano, come dimostra lo studio della Benecon, è sempre rimasta una località ad alto rischio, sia per la notevole incidenza dei roghi, sia per la presenza delle discariche. I campionamenti dell'area di Giugliano, Acerra e Afragola dimostrano un'inquietante presenza di sostanze tossiche. In particolare l'analisi del terreno dove si sono depositati i veleni evidenzia in alcuni punti la presenza di benzopirene, nichel, cromo, polveri sottili, cadmio e moltissimi altri materiali tossici. «Nella nostra ricerca - spiega il professor Carmine Gambardella, presidente della società e docente di cattedra Unesco - su paesaggio, beni culturali e governo del territorio abbiamo utilizzato una tecnologia unica d'Europa. Il nostro aereo è dotato di sensori capaci di monitorare il territorio individuando la presenza di inquinanti e di cave tombate. Non solo: segnaliamo il dissesto idrogeologico e i roghi circoscrivendone i focolai».
Dieci anni di ricerca hanno dimostrato che le discariche abusive continuano a proliferare. E non solo: la ricerca ha monitorato le conseguenze di roghi e abbandoni sul territorio. «Adesso lo studio deve andare avanti utilizzando il materiale già immagazzinato e tenendolo costantemente aggiornato», conclude il docente. Intanto è disponibile uno strumento utile a programmare interventi mirati.