«Non riesco a pensare al mio sacerdozio senza ricordare il volto di poveri, sofferenti, emarginati, che hanno convertito la mia vita dall'illusione di garanzie che non hanno nulla a che fare con il Vangelo di Gesù. Non riesco a pensare al Cristo senza il bene seminato nella mia storia da tanti laici e preti impegnati dalla parte degli ultimi». Si presenta così, monsignor Domenico Battaglia, nuovo vescovo di Napoli. E lo fa attraverso una bella lettera pubblicata sull'ultimo numero di Vita pastorale, il mensile per la Chiesa italiana. Un articolo ricco di contenuti che rispecchia fino in fondo le indicazioni pastorali di Bergoglio al quale don Mimmo, nel testo, fa riferimento: «Sento molto in me le parole di papa Francesco: Desidero una Chiesa povera per i poveri. Essi conoscono il Cristo sofferente. È necessario che tutti ci lasciamo evangelizzare da loro», scrive l'arcivescovo, che poi subito aggiunge: «La presenza dei poveri in mezzo a noi non è frutto del caso, ma conseguenza dello strutturarsi peccaminoso di relazioni. Le nostre comunità hanno bisogno di una presa di responsabilità condivisa: i poveri ci sono e dobbiamo chiederci perché continua ad accadere».
Un messaggio chiaro e una precisa indicazione di quello che sarà il suo episcopato, tant'è che questa mattina comincerà la giornata con un pellegrinaggio simbolico attraverso le periferie della città per incontrare persone e storie rappresentative della fragilità e delle sofferenze: «Una Chiesa che si desidera povera, sinodale, in stato permanente di missione, è chiamata a compromettersi con la vita, con il Signore, con le fatiche degli uomini e delle donne di questo tempo - spiega ancora il vescovo - Il discepolo di Gesù non fugge la povertà e i poveri: li sceglie. Questa cura radicale da vivere e da scegliere è il segno più vero dell'amore di Dio. Siamo chiamati ad abitare la complessità di questo tempo». Grande attesa, dunque, per l'evento di oggi quando don Mimmo, alle 17, sarà in Cattedrale per l'insediamento ufficiale.
Per il vescovo «la vera sfida è il discernimento: viviamo sulla nostra pelle il conflitto tra salute, lavoro, economia; ci sentiamo sottratta la serenità per riconoscere le priorità in quanto tutto è urgente e ciò che è importante va in secondo piano». Ed ecco gli anziani, un'altra categoria che trova grande spazio nel cuore di don Mimmo: «Stiamo vivendo la perdita dei nostri anziani, di coloro che erano, sono, per noi, i riferimenti di una formazione delle coscienze ancora possibile. Il virus - conclude - ci sta impoverendo, ci sta sottraendo la vera ricchezza».