Eav, utenti in caduta libera: il Covid è già costato 40 milioni

Eav, utenti in caduta libera: il Covid è già costato 40 milioni
di Francesco Gravetti
Giovedì 20 Gennaio 2022, 11:00 - Ultimo agg. 16:52
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Il lento ritorno alla normalità in Eav, con il calo dei dipendenti positivi e il ripristino delle corse che erano stato cancellate nelle scorse settimane, coincide con la presa d'atto che il servizio è diventato ormai un discorso per pochi intimi: i passeggeri stanno fuggendo dai treni e dagli autobus, i mezzi sono sempre più vuoti. Colpa del Covid e di tutte le sue conseguenze, dalla paura di essere contagiati alle regole da rispettare (prima l'uso delle mascherine, ora anche il green pass rafforzato), fino a nuove abitudini come il ricorso allo smart working e alla didattica a distanza. Il risultato è che gli assembramenti sono un lontano ricordo, se si fa eccezione ovviamente per gli orari di punta di lavoratori e studenti. Il trasporto pubblico è passato dall'allarme per la troppa gente sui mezzi all'allarme esattamente opposto, con aziende che rischiano il crac. In Eav da ormai due anni gli incassi stanno crollando e il futuro si prospetta tutt'altro che roseo, nonostante gli investimenti, i cantieri aperti e quelli da aprire, le nuove assunzioni. «È un dramma nazionale, non solo di Eav: se non si interviene subito si rischia il collasso», dice il presidente Umberto De Gregorio, che è anche membro del direttivo dell'Asstra, la Confindustria del trasporto pubblico. 

Qualche dato aiuta a comprendere l'entità del problema: lo scorso mese di dicembre in tutto il settore dei trasporti della Campania (non solo Eav ma, per esempio, anche Anm) c'è stata una contrazione dei ricavi da biglietti del 35% rispetto al mese precedente.

E restando ad Eav, i numeri sono altrettanti impietosi: l'azienda ha perso 20 milioni di euro nel 2020 e altrettanti nel 2021 rispetto al 2019. A questi incassi mancati vanno aggiunte le spese per il Covid: circa 400mila euro al mese per sanificare stazioni, uffici, treni e pullman, comprare mascherine e tamponi. Un salasso al quale vanno aggiunti 500mila euro al mese di corrente elettrica, i cui costi come è noto sono aumentati. A fronte di queste perdite, Eav come altri in Italia ha beneficiato degli aiuti del Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale: 10 milioni già versati ed altri 10 che il governo deve ancora erogare. Soldi che non bastano, evidentemente. De Gregorio lo dice chiaramente: «È un'emorragia continua, della quale la politica deve occuparsi con una certa urgenza. Non si può perdere altro tempo, altrimenti si rischia la crisi totale non solo di Eav ma di tutto il comparto. Da Nord a Sud, riscontro gli stessi problemi». Per ora, comunque, in Eav non si parla di ricadute occupazionali: «Noi andiamo avanti con le assunzioni, non ci fermiamo. Così come andiamo avanti con i cantieri, sono 50 quelli aperti mentre ci sono investimenti per circa 4 miliardi. Il punto è che la gestione ordinaria di tutto ciò rischia di non esserci se l'utenza continua a mancare». 

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Paradossale è la questione del servizio automobilistico di Eav. Nel 2021 gli autobus hanno percorso circa 11 milioni di chilometri, il dato più alto dal 2015. Il punto è che la maggior parte di questi mezzi hanno viaggiato vuoti. Rispetto al 2020, gli incassi sono aumentati del 27%, ma rispetto al 2019, quando il Covid non aveva ancora fatto il suo ingresso nel mondo, il crollo è del 49%. E bisogna considerare che la parte del leone viene fatta dalle isole, Ischia su tutte, dove in estate il servizio bus di Eav viene preso d'assalto dai turisti: se non ci fosse questo servizio quasi non converrebbe più all'azienda continuare a garantire corse su gomma, nonostante orari e tratte molto utili ai viaggiatori. 

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