Italia campione, viaggio a Castellammare: «Gigio Donnarumma, il nostro piccolo grande eroe»

Italia campione, viaggio a Castellammare: «Gigio Donnarumma, il nostro piccolo grande eroe»
di Bruno Majorano
Lunedì 12 Luglio 2021, 23:44 - Ultimo agg. 13 Luglio, 18:35
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Inviato a Castellammare

Non può essere un caso. I primi due bambini che varcano i cancelli della scuola calcio Asd club Napoli di Castellammare di Stabia portano in mano un bel paio di guantoni di portiere. Strano ma vero. In quella che è stata la scuola calcio di Gigio Donnarumma, all’indomani della notte più importante della carriera del portiere napoletano. Sembra uno scherzo del destino, ma invece è tutto vero. Sono scene di ordinaria normalità da queste parti. Perché se ti alleni sul campo che è stato quello di Gigio e Antonio Donnarumma, ma anche di Antonio Mirante, evidentemente una piccola tendenza verso il ruolo di portiere non puoi che averla. D’altra parte la prima immagine che ti salta in faccia entrando nel centro sportivo è quella di Gigio, suo fratello e Antonio Mirante che ti fissano dritto negli occhi. Sono tutti e tre con addosso la maglia della Nazionale. E quel poster sembra che ti parli e dica: «Noi ce l’abbiamo fatta, e tu? Adesso tocca a te». 

Non c’era bisogno di vincere l’Europeo ed essere eletto miglior giocatore del torneo per diventare l’idolo di quei ragazzi, ma Gigio ha voluto fare le cose in grande.

A Castellammare, dalle parti della scuola calcio dove è cresciuto dai 6 ai 14 anni, anche i cartelli stradali parlano di lui. E poi c’è Ciro Amore, il presidente della Asd club Napoli che pensa a Gigio che solleva la coppa e ancora oggi gli si riempiono gli occhi di emozione. «Già da piccolino dava l’impressione di poter diventare un grande e infatti ci creava un sacco di problemi quando partecipavamo ai tornei fuori regione. Nessuno credeva che fosse davvero del ‘99. Tutti lo credevano più grande. D’altra parte giocava con i ‘97, due anni sotto età: ed era sempre decisivo». Come al torneo dedicato a Catello Mare. «Praticamente ce lo ha fatto vincere da solo. 1-0 in finale, solo merito delle sue parate. Un gol nostro e poi tutti affidati alle sue mani». Senza dimenticare quel vizio, buono, sui calci di rigore. «Sono sempre stati la sua specialità. Il suo preparatore lo teneva sempre in allenamento. “Tieni le mani larghe e guarda negli occhi l’attaccante fino all’ultimo”, gli diceva Ernesto Ferrara, che oggi sarebbe il più fiero di tutti a vederlo lì, con la coppa dell’Europeo tra le mani». Ernesto è morto quasi tre anni fa ma a Castellammare è una sorta di istituzione. Lo chiamano «il fabbricante di portieri» perché oltre a Gigio, dalla sua scuola sono usciti anche Antonio Donnarumma e Antonio Mirante.

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«Gigio è iniziato a venire da noi insieme a suo fratello Antonio. Aveva 5 anni, ma giocava già con i più grandi. Al papà non piaceva molto il calcio e quindi erano suo zio ed Ernesto che lo andavano a prendere e lo riaccompagnavano a casa per gli allenamenti. Una cosa è certa: aveva una voglia matta di giocare». Una, due, tre partite al giorno, nessuna difficoltà per Gigio, sempre il primo a scendere il campo e l’ultimo ad andarsene. Papà Alfonso faceva il falegname e le porte le costruiva. Oggi ci pensa Gigio a difenderle, eccome se ci pensa lui. «È stato sempre un ragazzo molto attivo», ha raccontato papà Alfonso. «Fin da bambino ho sempre creduto nel suo talento. Non l’ho mai ostacolato». Emozione condivisa con mamma Marinella. «Sono stati tutti bravi. Gigio è stato solo più fortunato a parare i due rigori. Quando lo abbiamo sentito dopo la gara era felicissimo». Quella di ieri è stata una giornata diversa per la famiglia Donnarumma. Il telefono praticamente non ha mai smesso di bussare. Un continuo. Tutti volevano fare i complimenti per quel figlio campione d’Europa. Ecco perché non sono scesi nemmeno all’Aida Caffè di Pompei, il bar sotto casa dove Alfonso ogni mattina va a comprare caffè e cornetti. «Gigio qui è a casa», racconta Vincenzo Aiello, il proprietario del bar. «Ogni volta che viene si ferma con tutti i ragazzi del quartiere per foto e autografi. Un ragazzo davvero speciale e domenica sera ci ha fatto emozionare». 

Intanto il sindaco di Castellammare di Stabia Gaetano Cimmino ha già programmato la grande festa. Si aspetta solo il ritorno a casa di Gigio, che adesso si dovrà districare tra un salto a Parigi e le meritate vacanze. «Castellammare di Stabia è sul tetto d’Europa. L’impresa compiuta da Donnarumma dà lustro alla nostra città e ci riempie di orgoglio e ora aspettiamo il suo ritorno per celebrarlo tutti insieme come merita», ha detto il sindaco. I complimenti arrivano anche da parte di Gennaro Iezzo, portiere stabiese come Gigio, che ha vestito la maglia del Napoli. «Nelle mani di Gigio c’era un po’ tutta Castellammare. Non solo ha vinto la coppa, ma è stato anche eletto miglior giocatore del torneo: cosa mai successa per un portiere. Noi siamo legatissimi: grazie anche al grande Ernesto Ferraro che lassù lo ha guidato nelle parate decisive. Una cosa è certa, Gigio diventerà il portiere più forte al mondo se non lo è già adesso». 

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