Italia campione: nei luoghi di Insigne tra amici storici, ricordi e maxiposter

Italia campione: nei luoghi di Insigne tra amici storici, ricordi e maxiposter
di Gennaro Arpaia
Lunedì 12 Luglio 2021, 23:02 - Ultimo agg. 14 Luglio, 08:30
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Un fiume in piena, di persone e d’amore. Al rigore sbagliato da Saka, domenica sera, Napoli è diventata un vulcano capace di sputar fuori tutta la voglia di esultare conservata per un anno. La città si era ritrovata in strada per i festeggiamenti della prima Coppa Italia post-covid un anno fa, con la squadra di Gattuso, ma ora è la Nazionale a far saltare il tappo. Senza più quartieri: dal Vomero a Napoli Est, una città in festa. Così come da Frattamaggiore a Posillipo, i luoghi del cuore di Lorenzo Insigne, che con la dieci sulle spalle s’è cucito sul petto il titolo di campione d’Europa. Quella di Insigne è cominciata qualche mese prima della pandemia. Addio a Frattamaggiore e nuova casa sulla collina più famosa della città. 

«Di calciatori del Napoli in questa zona ce ne sono tanti, ma scoprire che il tuo capitano viene ad abitare a pochi passi da te è sempre una bella notizia», le parole sono di Antonio, 20enne di Posillipo con il cuore dal doppio azzurro: Napoli e Nazionale. Uno dei tantissimi giovani che nella notte tra domenica e lunedì non ha saputo dir no alla festa: «Da casa mia fino a Piazza Vittoria, ci siamo fatti trasportare fino all’alba. È stata una grande emozione per tutti» ci racconta. Insigne abita a pochi passi da casa: «E lo incrocio spesso, quando vado in giro con il cane butto sempre un occhio al suo balcone e lo vedo insieme con la famiglia. O a volte lo incrocio mentre lascia casa per raggiungere gli allenamenti. Dopo la Finale, come anche nelle partite precedenti, siamo passati sotto casa sua come ad omaggiarlo». Ma la famiglia Insigne era divisa tra Frattamaggiore e Londra: «Solo dopo l’Austria abbiamo sentito far festa. Adesso andrà in vacanza, ma al rientro torneremo a omaggiarlo come spesso è capitato in questi due anni. I tifosi sotto il suo balcone non mancano mai e lo hanno aiutato nei momenti più difficili della carriera». Qualche chilometro più in là, la festa non cambia. Frattamaggiore ha acceso su di sé i riflettori dello show dallo scorso 11 giugno, giorno del primo gol all’Europeo. «Non siamo solo dello stesso quartiere, ma anche due amici d’infanzia che hanno condiviso tanto. Vederlo con la Coppa è un tuffo al cuore» ci racconta Luca, amico storico del capitano del Napoli che ha condiviso con lui gli anni d’infanzia a Frattamaggiore. «Ci dividevano pochi metri di strada, le nostre famiglie sono cresciute insieme.

Mia mamma e la sua ci accompagnavano agli allenamenti quando eravamo all’Olimpia Sant’Arpino, non perdevano una partita. Quando l’ho incrociato negli anni non sono mai riuscito a chiamarlo “Insigne”. Per me resta “Lorenzo”, il bambino che ci ha resi orgogliosi». 

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E che ha reso orgogliosa una città intera con i suoi trentamila abitanti, trentamila cuori che tifavano solo per lui. Non solo il Napoli, nel cuore di Insigne l’azzurro della nazionale ha sempre avuto un posto importante. «Guardavamo le giocate di Del Piero con l’Italia e da lì nasce la grande ammirazione per la nazionale» aggiunge Luca. A completare il trio di Via Rossini, a Fratta, un altro Antonio, detto “Schillaci”, perché se cresci negli anni ’90 con la faccia da furbetto e il vizio del gol il pensiero corre subito a Totò. «Lorenzo e i fratelli mi diedero questo soprannome. Lui mi ripeteva sempre: “Schillà, vedi che un giorno me ne vado in Serie A”. Io lo prendevo in giro, oggi è addirittura sul tetto d’Europa». 

Un’amicizia vera tra i due: «Ieri sera ho visto la partita in famiglia, come se non fosse mai passato troppo tempo. Con Lorenzo siamo stati migliori amici per quindici anni: in campo e a scuola, persino la notte dormivamo insieme. Quando passò al Napoli, se suo padre Carmine non poteva, lo accompagnavo con piacere agli allenamenti. Ero a Livorno quando fece l’esordio in Serie A, ricordo il suo stupore alla prima convocazione in Under 21. Domenica sera averlo visto campione d’Europa mi ha fatto pensare ai suoi sacrifici». Tanti, soprattutto in adolescenza, come scritto dallo stesso Insigne in un post social dopo la Finale. «Il sabato sera mi pregava di tornare a casa presto perché c’era la partita, non beveva nemmeno bevande gassate. Ora ha portato Frattamaggiore in Europa, ci ha resi orgogliosi di lui». 

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