Galleria Umberto I di Napoli, regge il piano decoro dopo la bonifica: «Spazio a nuovi negozi»

Galleria Umberto I di Napoli, regge il piano decoro dopo la bonifica: «Spazio a nuovi negozi»
di Gennaro Di Biase
Sabato 5 Febbraio 2022, 09:30 - Ultimo agg. 6 Febbraio, 09:22
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Regge il patto decoro alla Umberto I. La pulizia ritrovata si accompagna alla presenza di esercito e vigili urbani, almeno di giorno. E anche l'intenso via vai di impalcature, in queste ore montate e smontate da un palazzo all'altro, testimonia un rilancio che procede, da parte dei privati. Benché gli undici condomini non si siano ancora organizzati in un'«inter-assemblea» suggerita dal prefetto, e benché alcuni senza dimora di notte continuino a trovare asilo in Galleria, gli appartamenti tra i tubolari sono ormai una fotografia del passato recente. Questi sono i risultati arrivati in seguito alla campagna avviata dal Mattino. Ma non tutto migliora. Sono sempre più critiche le condizioni del portico dal lato del San Carlo. Nuove orribili scritte, qui, compaiono praticamente a giorni alterni. Il corridoio che affaccia sul primo teatro lirico del mondo è diventato il manifesto dell'assenza di talento dei ragazzini incivili che lo deturpano. E c'è una voragine tra i marmi, proprio di fronte al San Carlo, le cui transenne fanno da toilette per i piccioni. 

Via le transenne dal palazzo ad angolo tra via Santa Brigida e via Verdi. Nuovi ponteggi, invece, dal lato del San Carlo. Operai al lavoro su tante facciate. La Umberto I, in questo momento, vive un particolare controsenso tra il decoro ritrovato e il degrado strutturale di pavimenti, vetri coperti da legni e mura invase da scritte (tutti aspetti di competenza comunale). Mentre si attende la seconda fase del piano, ovvero il rilancio attraverso il distretto del commercio. «Noi proprietari stiamo facendo la nostra parte, procedendo con i lavori - dice Daniela Barbaro, della storica famiglia di commercianti della Umberto I - Speriamo che presto il Comune possa fare la sua, intervenendo con i restauri».

Al riguardo, le linee d'azione sono già tracciate, al contrario delle tempistiche. L'attenzione, in ogni caso, resta viva: «Tre giorni fa - spiega l'assessora all'Urbanistica Laura Lieto - abbiamo fatto una riunione operativa con il Sovrintendente per mettere in piedi il necessario per avviare i progetti della pavimentazione e dei lucernai di copertura. C'è una collaborazione con i tecnici di Matilde Serao 7 per l'implementazione del restauro dal lato di via Toledo. Non abbiamo mollato la presa».

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Alla Vittorio Emanuele di Milano, come risulta dall'ultima asta, Dior paga oltre 5 milioni all'anno per l'affitto del locale. Nel salotto partenopeo, invece, 12 locali sono sfitti. Riccardo Pierantoni, 70 anni, professore ordinario di Biologia Applicata all'Università Vanvitelli, vive da sempre al civico 27 della Umberto I e lancia una proposta interessante nell'ottica della valorizzazione della Galleria. «Alla Vittorio Emanuele II - dice - si organizzano le visite delle terrazze per osservare le guglie del Duomo. Perché qui non avviene? Le visite guidate alla Umberto I mostrerebbero il Golfo da un'angolatura mozzafiato. Dopo la tragedia del 14enne Salvatore Giordano, il mio condominio ebbe un contenzioso con il Comune. Palazzo San Giacomo voleva che eseguissimo tutti i lavori. In un ricorso al Tar, sostenemmo che parte dell'ammaloramento delle facciate fosse dovuto alla cattiva manutenzione della copertura in ferro-vetro, dove non ci sono gronde, l'acqua scorre a catinelle e si infiltra nelle facciate e in alcuni appartamenti. La sentenza del Tar dice che il Comune per il 40% è responsabile dell'ammaloramento delle facciate. In termini economici, abbiamo avuto un grosso sconto sul costo dei ponteggi: 10mila euro anziché 95mila. I lavori li abbiamo pagati noi, usufruendo anche del bonus facciate». 

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